Una Ferrari 250 MM è stata presente alla Targa Florio Classica 2025, che giungerà oggi al suo epilogo. L’evento, di matrice turistica, ha toccato il diapason sulle strade delle Madonie. Qui gli equipaggi hanno potuto respirare gli odori dei luoghi della corsa ideata da Vincenzo Florio. Le vibrazioni sensoriali si sono fatte più forti per chi si è concesso il diletto a bordo di modelli dall’indole più sportiva, che presero parte alla vera Targa Florio.
Immagino le emozioni vissute da chi ha deciso di affrontare l’avventura siciliana su una “rossa” dei tempi romantici. Penso, in particolare, ai due italiani che hanno riportato nell’isola la già citata Ferrari 250 MM. Un grande merito, il loro, apprezzato dagli appassionati, sedotti da questa “nonna” con oltre 70 anni di vita sulle spalle. A lei è toccato il titolo di auto del “cavallino rampante” più anziana iscritta alla Targa Florio Classica 2025.
Stiamo parlando di una creatura che appartiene al primo decennio di vita della casa di Maranello, quindi di una delle auto delle origini. Il debutto in società del modello in esame prese forma nel 1953, per rimpiazzare la 250 S, di cui è una discendente. Splendida nella variante barchetta, esprime un grande appeal anche nella versione berlinetta. È la prima, però, quella con cui si è presentata ai nastri di partenza dell’evento rievocativo siciliano, ormai alle battute conclusive.
Qui si coglie in pieno l’aura magica del marchio di Maranello, nei primi passi del suo cammino sportivo, costellato da tante gioie, grazie al genio di Enzo Ferrari. Sotto il cofano anteriore di questa “rossa” pulsa un motore V12 da 3 litri di cilindrata. Nella sigla è riportata la sua cubatura unitaria. La potenza massima offerta al servizio delle performance è di 240 cavalli a 7200 giri al minuto. Sono purosangue di razza, che incollano al sedile, deliziando l’udito con preziose melodie meccaniche.
Ad esaltare le dinamiche della Ferrari 250 MM ci pensa il passo corto, che migliora la maneggevolezza del modello. Un plus, che lo rende agile e guizzante, soprattutto nei tratti più guidati. È il caso delle strade strette e sinuose del circuito delle Madonie, teatro della mitica Targa Florio. La mitica gara è stata celebrata in questi giorni, nella dimensione del ricordo, con una rievocazione in chiave turistica.
Il telaio a struttura tubolare della 250 MM coniuga al meglio la robustezza alla leggerezza, in linea con lo spirito del tempo. In quegli anni la soluzione era la più battuta sul campo, per la capacità di miscelare al meglio esigenze così contrastanti. Chiaramente, per tirare fuori il potenziale della “nostra” Ferrari bisognava avere un buon manico. La macchina non dava il massimo della confidenza a tutti. Qui era doveroso saperci fare, ma una volta trovata la giusta sintonia, la ricompensa toccava vette molto alte.
Varie le interpretazioni del modello, che fu proposto in diverse vesti: dalla Berlinetta Pinin Farina alla Barchetta Vignale, passando per la Spider Morelli e la Coupé Vignale. In totale questa “rossa” fu prodotta in 32 esemplari, fra il 1953 e il 1954. Incontrarne una è davvero difficile. Ecco perché il pubblico della Targa Florio Classica 2025 può dirsi baciato dalla fortuna.
Il debutto in società del modello avvenne al Salone di Parigi del 1952, dove mostrò in anteprima i suoi tratti e la sua scheda tecnica. Prima gara della Ferrari 250 MM fu il Giro di Sicilia, con Paolo Marzotto al volante. Ecco perché il ritorno di un esemplare della specie nell’isola ha avuto un profumo magico, intriso di nobile storia. La stessa che la rievocazione turistica in corso vuole celebrare, con qualche divagazione sul tema, poco compresa dagli appassionati locali.
Ricordiamo che una 250 MM disputò la Targa Florio del 1953 con Cabiana al volante, guadagnando il sesto posto finale. Diversi i successi conquistati dal modello, che mostrò una buona tempra agonistica. Fra i più blasonati interpreti della “rossa” in esame ci fu il mitico regista Roberto Rossellini, che si concesse un esemplare della specie. A bordo di quest’ultimo prese parte persino alla Mille Miglia del 1953, dando prova della sua passione non soltanto per la bellezza delle auto ma anche per l’universo dorato delle corse.
Con lei arrivano le prime affermazioni del marchio negli Stati Uniti, per merito di Phil Hill. La Ferrari 250 MM era un gioiellino. Ad irrorare di energia il suo cuore provvedevano 3 carburatori Weber 36 IF/4C, che lo dissetavano con vigorose abbuffate di ottani. Le sospensioni anteriori erano indipendenti, con quadrilateri trasversali, balestra trasversale, ammortizzatori idraulici Houdaille. Dietro c’era invece un ponte rigido, con balestre semiellittiche longitudinali e ammortizzatori idraulici Houdaille.
L’energia dinamica giungeva al suolo sulle ruote posteriori, col supporto di un cambio manuale a 4 rapporti. Compatte le dimensioni esterne, per una superiore maneggevolezza. Il peso da muovere era di 900 kg a vuoto, per la versione berlinetta. Così la punta velocistica si spingeva fino a quota 250 km/h.