La politica americana incontra l’automotive con un colpo di scena che fa inevitabilmente tremare gli stabilimenti. Infatti, secondo un documento di pianificazione della presidenza Trump ottenuto dal Detroit News, il magnate Presidente potrebbe cancellare oltre 1 miliardo di dollari in sovvenzioni federali destinate a General Motors e Stellantis, di cui circa 800 milioni concentrati in Michigan.
Il dossier, trapelato a Capitol Hill, include anche progetti del Dipartimento dell’Energia per oltre 16 miliardi di dollari in almeno una dozzina di stati, alcuni dei quali avevano mostrato un voto favorevole a Trump nel 2024. Insomma, un mix di numeri da far girare la testa.
La lista arriva mentre lo shutdown del governo federale (in breve, quella fase in cui i conti pubblici non sono sistemati e approvati) blocca molte decisioni politiche e Trump punta il dito contro i Democratici, minacciando di tagliare programmi chiave se lo stallo persiste. Alcuni dei progetti Stellantis in lista, però, erano già stati messi da parte mesi fa, prima dei problemi derivanti dallo shutdown.
Per esempio, il gruppo Stellantis avrebbe dovuto ricevere 335 milioni di dollari per l’impianto dedicato ai veicoli elettrici a Belvidere, in Illinois, che poi ha deciso di trasformarlo in uno stabilimento per i pick-up Ram entro il 2027. Un altro progetto prevedeva 250 milioni per l’ammodernamento dello stabilimento di trasmissioni a Kokomo, in Indiana, per produrre moduli di propulsione elettrica. Stellantis, però, non ha rilasciato commenti ufficiali.
Negli ultimi mesi, lo sappiamo, i repubblicani americani hanno sistematicamente ridotto i sostegni federali ai veicoli elettrici: dalla revoca delle regole californiane sulle vendite di elettriche, all’eliminazione delle sanzioni sulle case automobilistiche che violano gli standard di consumo carburante, fino alla cancellazione dei crediti d’imposta federali. Trump promette però di fare ancora di più, considerando lo shutdown un’opportunità per “eliminare miliardi e miliardi di sprechi, frodi e abusi”.
Il Dipartimento dell’Energia, intanto, tenta di smorzare le polemiche: secondo il portavoce Ben Dietderich, “non è corretto dire che i finanziamenti siano revocati; si tratta di analisi in corso dei progetti erogati dalla precedente amministrazione”. Intanto a pagarne le conseguenze sono diverse mosse miliardarie di grandi nomi dell’automotive.