Le incertezze sul futuro dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco continuano a pesare sui lavoratori. La situazione desta preoccupazione per i 3.570 dipendenti che, secondo quanto segnalato dai sindacati, “subiscono ancora le conseguenze di significative riduzioni salariali, frutto del massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali negli ultimi anni”.
A sollevare la questione sono state le segreterie regionali Fim Campania e Napoli al termine di un incontro in Regione con l’assessore all’Industria, durante il quale si è discusso dello stato attuale dello stabilimento e delle prospettive future.
I rappresentanti dei lavoratori hanno richiesto non solo un piano strategico per rendere lo stabilimento più attrattivo agli investimenti, ma anche interventi concreti a sostegno del reddito dei dipendenti coinvolti nei contratti di solidarietà in deroga. Questo ammortizzatore sociale obbliga l’azienda a mettere in atto percorsi formativi per tutte le maestranze che ne usufruiscono, con l’obiettivo di migliorare le competenze dei lavoratori in un contesto industriale in continua evoluzione.
“Dopo la pre-intesa con la direzione aziendale sull’applicazione dell’ammortizzatore sociale per il prossimo anno, considerato il calo produttivo persistente e la scadenza naturale della Cig degli ultimi cinque anni, è fondamentale individuare strumenti che integrino il reddito dei lavoratori”, hanno dichiarato Giuseppe De Francesco e Biagio Trapani, segretari generali Fim Campania. I sindacati sottolineano come la formazione, se gestita correttamente, possa trasformarsi in un’opportunità strategica, consentendo di consolidare competenze necessarie ad affrontare le profonde trasformazioni del settore automotive.
La richiesta è che la Regione individui rapidamente soluzioni adeguate e che il Mimit convochi quanto prima il tavolo previsto dalla normativa sugli ammortizzatori sociali per l’esame congiunto. Fondamentale, inoltre, è l’incontro atteso con l’amministratore delegato Stellantis, Antonio Filosa, affinché si possano anticipare i tempi del piano industriale: a partire dal 2028, lo stabilimento dovrebbe ospitare la produzione di due nuove piattaforme small e un modello che sostituirà l’attuale Fiat Panda. Anticipare questi progetti è considerato cruciale per garantire stabilità e prospettive alle famiglie dei dipendenti e dell’indotto locale.
Nel frattempo, attenzione anche a Trasnova, azienda collegata a Stellantis che impiega 50 lavoratori nel napoletano e circa 300 in tutta Italia, la cui commessa con il Gruppo scade a dicembre 2025. Anche qui reddito e sicurezza occupazionale sono a rischio.