Tra le corse su strada, poche categorie hanno lasciato il segno come il mitico Gruppo B del rally. Introdotto nel 1982, il regolamento consentiva ampia libertà tecnica e una produzione limitata per l’omologazione, aprendo la porta a progetti audaci. Tra i costruttori pronti a cogliere l’occasione, anche l’Alfa Romeo, che mise in cantiere un veicolo altamente sperimentale, mai messo alla prova.
Oggi parliamo della Sprint 6C. Basata sull’Alfasud Sprint, questa versione radicalmente modificata nascondeva sotto pelle un potente motore V6 da 2.5 litri derivato dalla Alfetta GTV6, collocato in posizione centrale longitudinale e abbinato a un robusto cambio ZF a cinque rapporti. Una ricetta tecnica che prometteva di portare l’Alfa tra le protagoniste delle competizioni, in un’epoca dominata da mostri sacri come la Lancia 037, che montava la stessa trasmissione.
La Alfa Romeo Sprint 6C sembrava destinata a un’evoluzione naturale. Future varianti avrebbero probabilmente adottato un motore V6 da 3 litri, già usato nelle berline del Campionato Turismo. Abbinato a un corpo vettura compatto, avrebbe garantito prestazioni mozzafiato. Ma la corsa dell’Alfa si fermò prima di iniziare.
Il Gruppo B, in continua escalation di tecnologia e potenza, rese rapidamente obsoleto il progetto, che non riuscì a tenere il passo con lo sviluppo di altri marchi. A peggiorare la situazione, le gravi difficoltà economiche che affliggevano Alfa Romeo in quel periodo, unite a riorganizzazioni aziendali prioritarie. Come se non bastasse, nel 1986 la categoria finì cancellata dopo una serie di tragici incidenti, segnando l’epilogo del sogno Sprint 6C.
Solo due prototipi furono realizzati, entrambi con ampie modifiche estetiche e funzionali. Il primo, presentato a Monza nel 1982, conservava l’estetica della Sprint originale ma con parafanghi allargati, spoiler posteriore ventilato e interni in pelle grigia con moquette rossa. La seconda versione, più avanzata, adottava soluzioni da auto da corsa pura, con finestrini posteriori in plastica, cofano e portellone compositi, scarico sdoppiato e fanali integrati.
Oggi, la Sprint 6C è una vera reliquia per appassionati e collezionisti. Un progetto incompiuto ma affascinante, figlio di un’epoca irripetibile.