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Stellantis Termoli: addio al motore Fire

La notizia che era stata già anticipata ad inizio mese dai sindacati è stata confermata durante un consiglio di fabbrica

Motore Fire

Adesso è ufficiale: entro la fine del mese di maggio 2025 lo stabilimento Stellantis Termoli chiuderà per sempre lo storico reparto dedicato al mitico motore Fire. Si tratta di una chiusura che rappresenta la fine di una vera e propria era per questo stabilimento e più in generale per l’intera industria automobilistica italiana.

Addio al motore Fire entro fine maggio nello stabilimento Stellantis di Termoli

La notizia che era stata già anticipata ad inizio mese dai sindacati è stata confermata durante un consiglio di fabbrica. Questa notizia preoccupa e non poco sindacati e lavoratori per quanto concerne il futuro dello stabilimento in cui operano circa 450 dipendenti. Dopo la diffusione della notizia Fim, Uilm, Fismic e Uglm hanno espresso forte apprensione. Questo non solo per l’addio al motore Fire ma anche per le incertezze che riguardano la fabbrica nel suo insieme.

La produzione del motore Fire benzina da 2000 centimetri cubici (GME), destinata in larga parte al mercato automobilistico degli Stati Uniti, sarà interrotta in vista della transizione verso una nuova versione del propulsore che verrà realizzata direttamente negli stabilimenti produttivi situati sul territorio americano. Parallelamente, le linee di assemblaggio dedicate alla realizzazione dei motori da 1000 e 1500 centimetri cubici (GSE) stanno attualmente operando con volumi significativamente inferiori rispetto alla loro piena capacità produttiva, rendendo necessario un ricorso sempre più frequente agli strumenti di cassa integrazione per gestire il calo della domanda e l’utilizzo ridotto degli impianti.

Stellantis Termoli

Un barlume di speranza è rappresentato dalla prospettiva, ancora incerta nei tempi, della futura produzione della nuova Fiat 500 in versione ibrida, che potrebbe portare nuova linfa allo stabilimento. Tuttavia, a complicare ulteriormente il quadro, si aggiunge la sospensione del progetto di riconversione dell’impianto in una Gigafactory dedicata alla produzione di batterie per veicoli elettrici, la cui realizzazione era inizialmente prevista per il 2026. Questo rallentamento, secondo quanto denunciato dai sindacati, rischia di generare un preoccupante vuoto produttivo che potrebbe mettere seriamente in discussione la continuità operativa e occupazionale del sito industriale oltre la soglia del 2030.