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Denso senza commesse, nuova emergenza occupazionale nello stabilimento Stellantis di Cassino

Stavolta, a mobilitarsi sono i 52 dipendenti della Denso, colosso giapponese che opera all’interno dello stabilimento Stellantis di Cassino.

Stellantis Cassino

Torna ad aleggiare l’ombra della crisi sull’intero comparto industriale del basso Lazio. Ancora una volta, lo spettro delle difficoltà occupazionali si presenta davanti ai cancelli dello stabilimento Stellantis di Cassino.

Dopo mesi turbolenti segnati da dure vertenze sindacali in aziende come De Vizia, Trasnova, Logitech e Teknoservice, ora a mobilitarsi sono i 52 dipendenti della Denso, colosso giapponese che opera all’interno dello stabilimento Stellantis di Cassino, dove si occupa dell’assemblaggio e del sequenziamento di componenti per il raffreddamento motori e impianti HVAC destinati alle Alfa Romeo Giulia e Stelvio.

Stellantis Cassino, denso in sciopero

Il vero nodo a questo punto sarebbe l’assenza di ordini per i modelli futuri previsti a Cassino a partire dal 2026. Secondo le sigle sindacali Fim, Fiom, Uilm e Fismic, la mancanza di chiarezza da parte della multinazionale nipponica rischia di trasformarsi in una tragedia occupazionale. Per questo motivo, è stato proclamato uno sciopero a oltranza, che potrebbe bloccare l’intera filiera proprio nel momento in cui Stellantis si appresta a riprendere la produzione dopo un periodo di sospensione per cassa integrazione in solidarietà.

Il timore a Cassino è concreto: se non arriveranno nuove commesse, i 52 operai rischiano il licenziamento. La Denso, interpellata, si è chiusa nel silenzio, dichiarando di non essere in grado di fornire risposte. Un comportamento che ha scatenato l’indignazione dei sindacati, i quali chiedono interventi urgenti e strutturali da parte della politica e delle istituzioni locali e regionali.

Stellantis Cassino

Come sottolinea Gennaro D’Avino (Uilm), “A Cassino non si può continuare a navigare a vista. È necessario definire una strategia industriale concreta, prima che sia troppo tardi”. Parole condivise anche da Maurizio Stabile (Fismic), che chiede una reazione immediata da parte del territorio. Le preoccupazioni sono estese a tutto l’indotto. Infatti, oltre ai 2.400 dipendenti diretti di Stellantis, l’intera area industriale conta su una rete di subfornitori che coinvolge oltre 6.000 lavoratori. La possibilità di una riconversione verso il settore farmaceutico circola da tempo, ma i sindacati mostrano scetticismo e chiedono azioni concrete.

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