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Cesare Romiti: “Italia vittima di Fiat all’estero”

Cesare Romiti Fiat estero

Cesare Romiti, ex direttore generale del gruppo Fiat, è intervenuto per analizzare la mossa di portare la casa che fino a poco tempo fa era al cento per cento italiana all’estero, incapace di riscuotere successo nei suoi confronti per diversi motivi. A rimetterci, infatti, sarebbe stata proprio l’Italia, stando alle dichiarazioni rilasciate in data odierna ai colleghi de Il Giornale.

A 91 anni compiuti, Cesare Romiti non ha certo abbandonato la sua passione per Fiat, la casa che quasi quarant’anni fa cominciò la partnership con lui come direttore generale. Diverso, tuttavia, è il discorso se si parla delle scelte effettuate dalla dirigenza del Gruppo FCA, che hanno ricevuto qualche critica da Romiti.

“L’Italia deve riprendere un percorso ormai interrotto da tempo e ricominciare a costruire, perché dopo questo arresto è necessario uno scossone per riprendersi”, esordisce Cesare Romiti, che parla poi a fondo del momento economico molto delicato nel Paese: “E’ un momento economico difficile e bisogna puntare sui trentenni per arrivare allo sviluppo, ci sono loro in prima linea e non noi“.

Nel corso dell’intervista, Romiti ha poi affrontato il caldo argomento della Fiat, rimproverando le ultime decisioni: “Cerco sempre di non parlare di Fiat, perché rischierei di dire cose fuori luogo su una casa dove ho lavorato per ben 25 anni“. Dopo aver lasciato trapelare amarezza nelle sue parole, l’ex numero uno del marchio approfondisce la quastione: “E’ importante per tutti i paesi avere un’industria automobilistica a livello nazionale che è leader nel settore, perciò chi ce l’ha lotta per tenersela. Per questo motivo, l’entità del danno fatto dal trasferimento di Fiat all’estero verso l’Italia è molto alta, al contrario di quanto possono pensare gli azionisti, dal punto di vista dei quali si può invece trattare di una mossa positiva“, ha concluso Cesare Romiti.

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