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Fiat Uno Turbo vs Autobianchi Y10 Turbo

Ecco un confronto ideale fra due piccole bombe della scuola italiana.

y10 turbo vs uno turbo

Nella storia del Gruppo Fiat non sono mancate le piccole auto dall’indole sportiva. Ad avere questi connotati, nell’era moderna, ci sono state due creature degli anni ottanta: la Fiat Uno Turbo i.e. e l’Autobianchi Y10 Turbo. Diversi i segmenti dimensionali e prestazionali in cui andavano ad inserirsi, ma erano le bombe in formato ridotto dell’industria Made in Italy del tempo. Questo le accomuna, in un fil rouge ideale. Scopriamole più da vicino, riportando un po’ indietro le lancette del tempo.

Autobianchi Y10 Turbo

Più piccola e compatta della Uno Turbo i.e., aveva anche una minore verve prestazionale, ma andava molto bene. Notevole la sua spinta, specie rispetto alla tela dimensionale. L’Autobianchi Y10 Turbo, sul piano estetico, non differiva tantissimo dalle sorelle aspirate. A segnare lo stacco visivo ci pensavano i paraurti diversi, le minigonne e i cerchi di disegno specifico. L’insieme, così, risultava più aggressivo. Per il resto, le note stilistiche erano quelle della celebre utilitaria prodotta dal 1985.

L’elemento più caratterizzante era il portellone posteriore verticale, in nero satinato. Una scelta forte, che rende inconfondibile il modello. Molto curata la veste aerodinamica, almeno in relazione agli standard del suo periodo storico. Per la versione sovralimentata si scelse il motore della Y10 touring, pompato da un turbocompressore IHI con intercooler. In questa veste, il piccolo cuore da 1050 centimetri cubi di cilindrata riusciva a sviluppare una potenza massima di 85 cavalli a 5750 giri al minuto, con un picco di coppia di 122,6 Nm a 2750 giri al minuto. Cifre in assoluto non sbalorditive, ma decisamente forti rispetto alla cilindrata, al peso e alle caratteristiche generali del modello.

Il quadro delle performance non deludeva affatto. Basti dire che l’accelerazione da 0 a 100 km/h veniva liquidata in soli 9.5 secondi. La velocità massima si spingeva nel territorio dei 180 km/h. Brusca l’erogazione, con il marcato turbo lag tipico del tempo. Questo rendeva difficile la gestione al limite, specie per chi non aveva ottime doti di guida e di interpretazione del mezzo. Ovviamente le modiche al propulsore non riguardarono il solo innesto delle turbine, ma interessarono anche le valvole, i collettori ed altri elementi. Oltre che nello stile esterno, l’Autobianchi Y10 Turbo si differenziava dalle sorelle minori anche per l’allestimento dell’abitacolo, di carattere più “racing”. All’interno si notava la presenza di un volante più sportivo, di sedili più avvolgenti e di un quadro strumenti più ricco ed esotico, che rendeva l’idea di trovarsi a bordo di una versione pepata.

Fiat Uno Turbo

Il look non si allontanava troppo da quello delle versioni più tranquille della gamma, a differenza di altri allestimenti, proposti dalla concorrenza del tempo, per le loro utilitarie sprint. La casa torinese scelse il basso profilo, ma i pochi interventi eseguiti sulla carrozzeria consentivano di riconoscere il modello sovralimentato sin dal primo sguardo. I pararti rivisti, le minigonne, i cerchi in lega di disegno specifico, gli archetti passaruota e lo spoiler integrato nella parte alta del portellone creavano un sufficiente differenziazione visiva rispetto alle sorelle più tranquille della gamma, senza sporcare la purezza del design iniziale di Giorgetto Giugiaro. Molto intrigante il terminale di scarico cromato e piatto. Alcuni adesivi completavano il quadro.

Gli interventi riguardarono anche l’abitacolo, reso più sportivo nella scelta dei tessuti, nella foggia dei sedili, nella trama cromatica e nella ricchezza della strumentazione, che trasmetteva subito l’idea di trovarsi dentro un’auto ad alto indice prestazionale. La Fiat Uno Turbo i.e. prese forma in due serie. Qui ci occupiamo della prima, per la maggiore affinità cronologica ed energetica con l’altra vettura messa a confronto. Il suo ciclo produttivo prese le mosse nel 1985. Sue rivali del tempo erano le Renault 5 GT Turbo, Peugeot 205 GTi e Golf GTI.

La spinta faceva capo ad un vigoroso motore sovralimentato da 1301 centimetri cubi di cilindrata, che sviluppava una potenza massima di 105 cavalli. Come abbiamo riferito in un altro post, ogni colpo d’acceleratore si traduceva in una frustata sulle spalle, per il modo impetuoso con cui la coppia veniva scaricata sul suo corpo vettura particolarmente leggero. Le emozioni erano alle stelle, ma anche il rischio di farsi male era alto. Notevoli le performance, testimoniate dallo scatto da 0 a 100 km/h, messo in archivio in 8.3 secondi, e dalla velocità massima, che oltrepassava la soglia dei 200 km/h. Buona la qualità del progetto, ma l’erogazione era per pochi eletti. Solo loro potevano esplorarne i limiti, sempre con molta cautela. Dal 1988, sulla Fiat Uno Turbo i.e., fu reso disponibile l’Antiskid.

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