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Perché Stellantis, e i costruttori europei, temono le elettriche cinesi

Negli ultimi tempi Stellantis, per bocca del suo CEO Carlos Tavares, ha preso una importante posizione nei confronti delle elettriche cinesi

Carlos Tavares

Negli ultimi tempi, e anche in questi ultimi giorni, Stellantis, per bocca del suo CEO Carlos Tavares, ha preso una importante posizione nei confronti delle elettriche cinesi. Una condizione che il CEO di Stellantis ha voluto puntualizzare, ma che porta alla luce un fenomeno non esclusivamente relegato al Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA. Sono infatti molteplici i costruttori europei che temono il possibile strapotere che potrebbero ottenere i costruttori cinesi di auto elettriche nei prossimi anni, ecco perché.

È noto ormai che le vetture a trazione cinese hanno da tempo abbandonato la prerogativa di essere prodotti di bassa o scarsa qualità. Questo cambio di passo ha permesso di guardare all’immenso Paese orientale come si guarda ad un costruttore delle nostre latitudini, cosa che ha quindi permesso di introdurre una seria minaccia per i costruttori europei i quali temono l’imposizione dei sempre più diffusi modelli cinesi nel Vecchio Continente con evidente preoccupazione per la tenuta del comparto.

Secondo Stellantis (e secondo Carlos Tavares) la differenza di prezzo fra le parti non è un bene

Fra le preoccupazioni tracciate in questo caso da Stellantis, quindi da Carlos Tavares, c’è sicuramente quella relativa ai prezzi di vendita che fra quelli applicati ai modelli dei costruttori europei e quelli messi a punto da quelli cinesi “è fortemente significativa”. Una condizione che “se non cambierà nulla, farà in modo che i potenziali clienti della classe media europea si rivolgeranno sempre di più ai modelli cinesi”, ha ammesso proprio Carlos Tavares durante un recente intervento al CES di Las Vegas.

Tale differenza analizzata dal CEO di Stellantis risiede in una condizione analizzata di recente dal CEO di Forvia, ovvero il nuovo Gruppo nato dalla fusione tra Faurecia ed HELLA. Patrick Koller, sempre al CES di Las Vegas, ha ammesso che i costruttori cinesi possono realizzare un nuovo veicolo elettrico risparmiando oltre 10.000 euro rispetto a quanto esprimibile dai costruttori europei; un vantaggio quindi non indifferente che secondo il CEO di Forvia finirà per mettere sotto pressione i costruttori europei, come appunto Stellantis, nel loro mercato di riferimento ovvero quello del Vecchio Continente.

Negli ultimi cinque anni l’industria cinese legata all’automotive ha compiuto passi da gigante che ha permesso al Paese orientale di divenire un vero e proprio riferimento in molteplici settori. Una condizione che potrebbe riservare maggiori grattacapi all’Europa piuttosto che agli Stati Uniti, perlomeno a sentire ancora il parere di Koller rilasciato all’agenzia Reuters: ciò in virtù degli importanti dazi che hanno limitato le importazioni cinesi negli USA.

Carlos Tavares
Il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, ha fatto sentire la propria voce in merito ai rischi dell’elettrico e a quelli legati allo strapotere dei modelli cinesi alimentati a batteria

Al centro c’è anche un’inversione di tendenza nei prezzi

Il consolidamento della posizione sempre più dominante della Cina per ciò che riguarda il mercato dell’elettrico in Europa deriva anche da una evidente inversione di tendenza nei prezzi medi dei veicoli a batteria. Se in Europa il prezzo delle elettriche, a partire dal 2015, è cresciuto da un valore medio di 48.942 euro fino a 55.821 euro e negli USA da 53.038 euro a 63.864 euro, in Cina il dato è sceso da 66.819 euro a 31.829 euro; secondo un’analisi di JATO Dynamics, il dato è persino inferiore a quelle delle auto alimentate a benzina.

Il fatto che in Cina si possono produrre veicoli elettrici a un costo inferiore rispetto a quanto praticabile in Europa è da imputare, secondo Koller, ai costi inferiori in termini di ricerca e sviluppo, ai livelli inferiori di spesa in conto capitale e ai costi del lavoro inferiori rispetto ai concorrenti europei come nel caso di Stellantis.

Oggi si può ammettere, secondo quanto riportato dalla società di consulenza automobilistica francese Inovev, che la Cina detiene circa il 5,8% della quota europea relativa ai veicoli elettrici e si prevede, inoltre, un forte aumento del dato nei prossimi anni man mano che i costruttori cinesi costruiranno modelli ancora più economici. Differente è la condizione negli Stati Uniti dove i veicoli di fabbricazione cinese hanno finora mantenuto una quota trascurabile in merito alla quota di mercato in virtù degli alti dazi imposti dal legislatore. Di conseguenza, difficilmente Stellantis, e gli altri costruttori europei, potranno adeguarsi a livelli di costo in termini produttivi proposti in Cina; tuttavia l’Europa potrebbe fare la propria parte per salvaguardare i costruttori del Vecchio Continente da una sempre più corposa “invasione” elettrica a trazione cinese.

D’altronde l’UE potrebbe avere molto di cui preoccuparsi se vorrà mantenere intatti i livelli produttivi e i valori occupazionali odierni per ciò che riguarda il comparto automobilistico e quello della sua filiera. In qualche modo bisognerà reagire in tempo, o nel minor tempo possibile.

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