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Colonnine di ricarica col prezzo nascosto: esplode la protesta

Le federazioni dei benzinai parlano di discriminazione che si è venuta a creare fra operatori: colonnine di ricarica col prezzo nascosto, va esposto come per il carburante

colonnine di ricarica

La richiesta è delle federazioni dei benzinai al Governo Draghi. Colonnine di ricarica col prezzo nascosto: discriminazione, rispetto ai distributori che invece fanno vedere il prezzo del carburante. La norma, infatti, obbliga i gestori degli impianti di distribuzione carburante a comunicare i prezzi praticati. Con periodicità settimanale (e in caso di aumento del prezzo al pubblico, anche con periodicità più breve).

Obbligo per tutte le tipologie di carburanti. Benzina, gasolio, gpl e metano, compreso quello proveniente da rigassificazione L-GNC e quello erogato in forma liquida GNL. E per tutte le forme di vendita (con priorità per la modalità self service, se attiva durante l’intero orario di apertura).

Colonnine di ricarica col prezzo nascosto: perché?

I sindacati si rivolgono al Governo. Poiché l’Osservatorio ha registrato, puntualmente, il trend del mercato aggiungendo anche prodotti per la mobilità per autotrazione “nuovi e innovativi” rispetto all’assetto iniziale. Parliamo del nuovo “carburante” destinato a sostituirsi progressivamente, come propellente ai quelli usati per i motori endotermici, cioè l’elettricità.

Questo determina una discriminazione nei confronti dell’utente. Che, approvvigionandosi da colonnine di ricarica elettrica lungo la strada (che siano slow o fast) non sa quanto sarà l’addebito (a posteriori) per quel “rifornimento”.

Obiettivo: “creare regole uguali per tutti”. Le Federazioni invitano il MiSE e il MiTE a predisporre un’integrazione del DM del 17.01.2013. Introducendo l’obbligatorietà della comunicazione del prezzo praticato. Presso ogni per singolo punto di erogazione pubblico (così come per ogni singolo impianto di prodotti per la mobilità “tradizionali”).

Se no, c’è una differenza: fra soggetti in capo dei quali viene posto un obbligo (i Gestori degli impianti tradizionali) e quelli che possono eludere la norma.

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Prezzo della corrente elettrica: trasparenza

Senza contare che tale mancata trasparenza del prezzo della ricarica, potrebbe avere un ruolo determinante per favorire la scelta (disinformata ed inconsapevole), da parte dei consumatori, di un sistema di alimentazione anziché un altro. E quindi determinare gli orientamenti del mercato in maniera inversa: prima era il prezzo del tipo di carburante a orientare le preferenze (gasolio o benzina), oggi è l’assenza di trasparenza sul costo del “carburante-elettricità” a poter influenzare le scelte.

La mancata trasparenza nella formazione del prezzo è penalizzante per alcuni operatori economici (gestori) e di esclusivo vantaggio di soli e pochi soggetti che risultano essere “privilegiati” in quanto esclusi da adempimenti di comunicazione cogenti che, ove non rispettati, vengono sanzionati amministrativamente, in maniera significativa.

L’attività “di monitoraggio e informazione al consumatore tutela del consumatore e la normativa tecnica, rappresenta un importante passo avanti verso uno degli obiettivi fondamentali del ministero: la valorizzazione della trasparenza nei mercati e, in particolare, nel mercato dei prodotti per la mobilità, come contributo necessario alla politica di tutela dei consumatori.

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