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Ferrari Purosangue: così non la si era mai vista [RENDER]

La celebre designer russa Aksyonov Nikita ha pubblicato sul web un render della Ferrari Purosangue che sa di provocazione.

Ferrari Purosangue render

A volte, meno si parla di una cosa e più l’effetto buzz che vi si crea attorno è maggiore. Di esempi ne potremmo trovare innumerevoli, anche per quanto riguarda l’industria dei motori. Siccome chi lavora in quel di Maranello sa perfettamente in che modo solleticare la curiosità degli appassionati di auto da sogno, escono allo scoperto solamente quando l’occasione lo richiede. Nel caso della Ferrari Purosangue hanno finora preferito evitare il più possibile di rivelarne delle immagini, almeno in via ufficiale.

Ferrari Purosangue: si scrive fuv, si legge suv

Il modello che andrà a impreziosire la gamma del Cavallino segnerà una grossa svolta nelle strategie attuate dal Costruttore. Difatti, sarà il primo nella sua storia ad avere la conformazione di un suv. In tal proposito, i dirigenti hanno lungamente dato prova di volerci sentire poco. Del resto, il timore è di facile intuizione: snaturare la natura del marchio e macchiarne un po’ l’immagine.

Se dici Ferrari pensi a sportive d’eccellenza, probabilmente le migliori su piazza (de gustibus non est disputandum). Compiere un salto nel buio infonde sempre una certa paura: quella di rovinarsi con le proprie stesse mani. Da un lato sei tentato a lanciarti, dall’altra emergono i timori.

La Ferrari Purosangue è un atto di fede. Certo, la nostra è una esasperazione, ma neppure troppo. Che gli sport utility facciano strage di cuori è risaputo, bisogna, però, vedere se varrà altrettanto pure nel caso dell’iconica Rossa.

Onde evitare di essere scambiata per una qualunque, l’azienda fondata dal Drake ha deciso di concedersi un’autocelebrazione parlando del segmento presidiato dalla vettura. Nelle note ufficiali e nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa dai portavoce del Cavallino, non si è, infatti, mica usato il termine suv. Nossignore. La scelta è ricaduta su un neologismo coniato per la circostanza: fuv, acronimo di Ferrari Utility Vehicle. C’erano gli estremi per farlo? Secondo il dipartimento di marketing assolutamente sì, viste le ragioni appena evidenziate.

Le vicissitudini degli anni: dall’ostilità di Sergio Marchionne (che parlò di violentare la storia) al ripensamento

La gestazione del f(s)uv ha vissuto inizialmente un periodo di totale chiusura, quando ancora Sergio Marchionne presidiava la stanza dei bottoni. Nel 2015 l’allora amministratore delegato non ci andò leggero nel scartare l’ipotesi avanzata da alcuni. Secondo le stime degli analisti avrebbe potuto consentire alla Casa del Cavallino di abbattere in un sol colpo le 10 mila unità immatricolate all’anno. Interpellato in merito, il manager italo-canadese evidenziò l’importanza di portare risultati economici. Ma – proseguì – di riuscirci senza distruggere il marchio e il DNA della compagna.

Ammirava i cimeli esposti nel museo, eredità di un passato glorioso. La storia occorreva farla evolvere, ma era proibito violentarla, sentenziò categorico Marchionne. L’ex CEO spiegò che non era un’opzione contemplabile quella di “vendere l’anima al diavolo” per costruire un suv a causa di mere ragioni commerciali. Quindi, gli addetti ai lavori si focalizzarono soltanto sul territorio delle sportive, l’habitat naturale del Cavallino.

Poi, nel giro di qualche anno, lo stesso Marchionne corresse il tiro. Da figura molto attenta ai bilanci comprese l’esigenza di mettere un po’ da parte questo snobismo. Contava andare incontro alla domanda della clientela e i segnali raccolti erano eloquenti. Anche senza particolare doti di decodifica dei segnali lasciati dal mercato, l’evoluzione dei gusti era fin troppo palese. Già nel 2018 la Ferrari annunciò il piano per un mezzo adatto al piacere di guida offroad e la definizione ufficiale dell’auto non era suv, bensì fuv. Nonostante i propositi iniziali fossero di introdurlo nel portafoglio prodotti già nel 2020, i ritmi della tabella di marcia hanno finito per rallentare.

Rinvii obbligati

Tra l’improvvisa scomparsa di Marchionne e il successivo scoppio della pandemia da Coronavirus gli uomini al potere hanno rallentato il passo. Il nome Purosangue rappresenta forse una risposta velata ai fan, come per sottolineare che, ancora oggi, si realizzano modelli originali. Insomma, la Ferrari ha insistito e insiste sulla purezza di spirito.

Ma c’è chi ha da ridire in merito. La produzione di Ferrari Purosangue starebbe a indicare che alla fine il denaro vince su tutto. E non ci sono “F” che tengano, malgrado qualcuno credeva di “passarla liscia”. Di scampare a commenti graffianti, così come a render provocatori.

Ferrari Purosangue: il render fuori dagli schemi della designer Nikita

Ferrari Purosangue render

Se le battute sono giunte a profusione sui social, per suscitare un po’ di ilarità con rappresentazioni visive occorreva l’intervento di Aksyonov Nikita. Per strappare delle risate agli amanti delle quattro ruote (con un po’ di ironia…) la designer russa ha condiviso in rete una riproduzione virtuale della declinazione che la quintessenza del Made in Italy avrebbe potuto prediligere.

L’artista non è nuova a “colpi di testa” simili, in passato autrice, ad esempio, di una Ferrari P80/C fuori dall’ordinario: il vero bolide era stato realizzato per un ricco cliente di Hong Kong, la reinterpretazione di Nikita diede forma (su tela) a una roadster.

Cosa sarebbe successo se…?

Ebbene, con la Ferrari Purosangue ha deciso di sorprendere ancora una volta. Perché anche se a titolo ufficiale la Rossa ha pubblicato appena un’immagine teaser ritraente il frontale – oltretutto in penombra – di sicuro non assomiglierà al render che qui sotto vi mostriamo. Nella più rosea delle ipotesi, la creazione della maestra del CGI può essere scambiata (o forse no) per un parente alla lontana del vero fuv. Che sfoggerà un look ben differente. A cominciare dal frontale e dai gruppi ottici più discreti ed eleganti, per proseguire con il cofano meno aggressivo, il profilo dall’aspetto più pulito al design del posteriore più semplice. In realtà, le uniche somiglianze riguardano i fanali posteriori, entro certi limiti.

Inoltre, non vi è nessuna indicazione proveniente dalla Casa che sarà dotato di un propulsore ibrido plug-in; quindi, si può aggiungere la porta di ricarica, montata sul parafango anteriore sinistro, all’elenco di cui sopra. La chiave di lettura – proposta su Behance – tenta di rispondere in qualche modo alla fatidica domanda: “cosa sarebbe successo se…?”. Da consuetudine, c’è chi la adorerà e chi la giudicherà un “oltraggio alla bandiera”. Per avere un’idea più precisa della controparte reale vi invitiamo a guardare le foto spia degli ultimi giorni, nei canonici test su strada. L’assenza di camouflage lascia supporre sia ormai vicina la presentazione, pur rimanendo la data top secret.

Le differenti teorie sul motore (o sui motori): implementato sulla top di gamma, il V12 aspirato da 6,5 litri potrebbe mettere d’accordo tutti

Avendolo prima menzionato, apriamo, infine, una parentesi sul motore. Purtroppo, al momento nessuno può azzardare, senza nessuna esitazione, il “cuore” che le verrà trapiantato. Una corrente sostiene si tratterà del V6 biturbo da 2,9 litri tratto dalla 296 GTB, mentre altri ritengono sarà il V8 biturbo da 4,0 litri, coadiuvato da tre unità elettriche, della SF90 Stradale.

Ad avviso del portale Auto Evolution un V12 aspirato da 6,5 litri potrebbe alimentare un’ipotetica variante al vertice della categoria e, in tal caso, ci sarebbe spazio a sufficienza per entrambi i sistemi. Di sicuro, alla voce prestazioni gli ingegneri saranno chiamati a compiere un lavoro sublime, degno di una Ferrari.

Contro giganti del calibro di Lamborghini Urus e Aston Martin DBX707

Ferrari Purosangue render

A prescindere dalla soluzione finale, la Purosangue andrà a misurarsi con forze della natura quali  la connazionale (ma orbitante attorno alla galassia Audi-Volkswagen) Lamborghini Urus e Aston Martin DBX707. Stando alle recenti fughe di notizie, immagini e al teaser, la prèmiere dovrebbe andare in scena tra poche settimane o al massimo mesi.

Le consegne probabilmente avranno inizio nel 2023, sebbene una flebile speranza di una clamorosa anticipazione a fine 2022 rimanga viva. Comunque sia, lo sbarco pare dietro l’angolo, ed è ciò che importa. Annunciata nel 2018, la Ferrari Purosangue sarebbe dovuta dapprima uscire nel 2020 e ormai era diventata una specie di Godot. Ma, almeno lei, arriverà per davvero.

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