in

Stellantis, ennesimo stop per Melfi: le date e i motivi

Come annunciato da Fim Cisl in una nota ufficiale, lo stabilimento di Melfi è nuovamente costretto a cessare l’attività produttiva.

stellantis melfi

Stellantis dispone un nuovo stop alla produzione per lo stabilimento di Melfi, dopo quello di Cassino di cui vi abbiamo parlato nelle scorse ore. A darne l’annuncio, attraverso un comunicato stampa diramato agli organi di informazione, è la sigla Fim Cisl.

Stellantis Melfi costretta a un nuovo stop per le vacanze pasquali: la preoccupazione è tutta contenuta nella lettera della Fim Cisl della Basilicata

Stellantis Melfi

Chi scrive è il segretario generale di Fim Cisl della Regione Basilicata, Gerardo Evangelista. Come egli sottolinea, si annuncia un’altra settimana ben poco serena per lo stabilimento di Melfi del gruppo italo francese. Da martedì 19 a sabato 23 aprile compresi le linee sconteranno uno stop. Una decisione sofferta, ma resa inevitabile dai problemi logistici di cui stanno soffrendo tutti gli operatori della filiera. La carenza dei microchip, ormai divenuta cronica, ha comportato lo stop.

Nel corso di tale periodo, l’azienda avrà modo di comandare al lavoro il personale necessario in relazione a specifiche esigenze tecniche, produttive e organizzative, nonché di salvaguardia degli impianti. Il personale interessato riceverà in separate sede la comunicazione da parte dell’azienda, in modo individuale. Ergo, solamente chi verrà contattato direttamente dai rappresentanti di Stellantis avrà modo di tornare in fabbrica, mentre gli altri sconteranno una pausa.

Una pausa forzata, che andrà ulteriormente ad aggravare una situazione ben poco idilliaca. I disagi sofferti dall’intera industria delle quattro ruote sono risaputi. A partire dallo scoppio dell’emergenza epidemiologica da Covid i player della filiera non hanno trovato un attimo di pace. Il conflitto tra Russia e Ucraina ha peggiorato l’andamento.

Di male in peggio

Stellantis

Le criticità sofferte dalla compagnia nell’approvvigionamento delle materie prime ha posto un forte freno. I nuovi rallentamenti del regime produttivo – ha proseguito Evangelista di Fim Cisl – comportano ulteriori conseguenze negative per l’impianto e le famiglie che vi prestano servizio. Si tratta dell’ennesimo segnale sconfortante che va a incidere sui bilanci dei circa 13 mila dipendenti della struttura Stellantis e del suo indotto.

La mancata partenza dei 20 turni con 4 squadre paventati nelle settimane precedenti e la riduzione da 17 a 15 turni hanno contribuito a un esubero provvisorio di circa 1.500 operatori.

Attualmente Stellantis è impegnata in una partita davvero difficile, che ne determinerà le prospettive. Si parla del progresso tecnologico, uno degli elementi cruciali che il centro di Melfi ha il compito di affrontare. Ciò poiché servirà attrezzarsi in vista della transizione ecologica stabilita per i prossimi anni. Dal 2024 usciranno dalla catena di montaggio i quattro nuovi modelli multi-marchio a trazione 100 per cento elettrica. Nel frattempo, si fatica a vedere il bicchiere mezzo pieno. Il susseguirsi di eventi non giova al benessere della compagnia e del complesso.

Siamo in presenza di una fase complicata e irta di numerose sfide per il mondo del lavoro. Il compito a carico del personale è doppio: da un lato ha l’onere di custodire la realtà industriale di Melfi; dall’altro c’è l’esigenza di tracciare un sentiero per arrivare al 2024 preservando le occupazioni e gli occupati. Altrimenti si avrà un quadro desolante, con le ripercussioni sull’intera economia del territorio. La fabbrica di Melfi è, infatti, uno dei principali fornitori di lavoro e l’incapacità di affrontare l’evoluzione del domani invita a stare poco sereni.

Per tale ragione il sindacato sta esercitando delle pressioni affinché il management prenda atto dei bisogni e cerchi di risolvere le questioni più impellenti. La domanda avanzata alla compagnia è di partecipare e condividere informazioni sulla gestione della manodopera. Perché i molteplici cambiamenti produttivi non devono andare a ripercuotersi sul destino del personale. Diversamente, è cruciale intervenire sugli sprechi, valorizzando i prestatori d’opera, che al giorno d’oggi – ha concluso Evangelista – non stanno vivendo la fabbrica ma la stanno subendo.

 

Lascia un commento