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Stellantis: Melfi si ferma fino al 14 marzo e iniziano esuberi indotto

Non è buona la situazione che si vive a Melfi nello stabilimento Stellantis dove arriva la notizia di una nuova fermata fino al 14 ma non solo

Stabilimento Melfi

La realtà si scontra con i progetti ambizioni e imponenti di cui ha parlato il CEO di Stellantis, Carlos Tavares. Si, perché da un lato il manager portoghese ha presentato per grandi linee il piano industriale del gruppo che mira a raddoppiare la produzione e a diventare azienda di punta nell’elettrico per il 2030. Dall’altro però ci sono le realtà delle fabbriche, con lo stabilimento di Melfi, in Basilicata, che vede di nuovo chiudere i cancelli e mettere in cassa integrazione i lavoratori.

E sempre da Melfi, in provincia di Potenza, giungono notizie di autentici tagli di occupazione, nell’indotto. I sindacati iniziano a muoversi, e chiedono sostegno dal governo Regionale di Basilicata. Vediamo quali sono le ultime notizie provenienti dall’importante polo produttivo di Stellantis in località San Nicola di Melfi.

La nuova chiusura di Stellantis Melfi fino al 14 marzo

La solita, cronica carenza dei semiconduttori ha portato all’ennesima chiusura dello stabilimento di Melfi. La notizia è stata diffusa da un comunicato congiunto dei sindacati Fim Cisl, Uilm, Fismic, Ugl e Aqcf. A margine di un summit con la direzione aziendale dello stabilimento lucano di Stellantis, alla presenza delle RSA della fabbrica, i sindacati hanno deciso di uscire con una nota con cui ufficializzano quanto deciso dall’azienda.

Dal momento che continua la carenza di microchip e proseguono le difficoltà di approvvigionamento di questi semiconduttori (la maggior parte di provenienza asiatica, tra Cina, Corea e Taiwan), lo stabilimento Stellantis di Melfi resterà fermo fino alle ore 6 del 14 marzo prossimo. Questo è il contenuto del comunicato di cui tratta anche l’Ansa.

La crisi dei semiconduttori non è l’unico problema

Nel comunicato delle parti sociali non poteva mancare certo un collegamento alla crisi ucraina e alla guerra con la Russia. La situazione dei semiconduttori che ha portato a questa ennesima decisione di fermarsi, si aggrava dalle notizie che provengono dai teatri della guerra tra Ucraina e Russia. Ipotizzare periodi ancora più bui non è azzardato. Resta il fatto però che i sindacati nel comunicato, proprio alla luce delle tante e forse troppe problematiche della difficile situazione politica internazionale spiegano cosa sono riusciti a spuntare dall’azienda.

Le parti sociali hanno dapprima richiesto e poi ottenuto, dalla Direzione aziendale dello stabilimento lucano di Stellantis,  la garanzia della maturazione dei ratei a tutti i lavoratori. Le perdite reddituali inevitabili in periodi di cassa integrazione, per lo meno vengono contenute dal fatto che questi periodi non influiranno sulla maturazione dei ratei dei lavoratori.

L’indotto in pericolo, tagli già iniziati di lavoratori

stellantis I sindacati hanno chiuso il comunicato spronando il governo regionale a seguire la situazione dello stabilimento Stellantis di Melfi. Uno stabilimento la cui importanza per Stellantis è enorme, visto che si producono circa la metà di tutte le auto che il colosso nato dalla fusione tra PSA ed FCA produce in Italia annualmente. Ma lo è ancora di più come importanza, per l’economia regionale. Una importanza che va ben oltre i lavoratori di Stellantis che svolgono attività a Melfi.

Va considerata la mole di persone che lavorano nell’indotto per esempio, e va considerato che lo stabilimento di Melfi, per la zona dei Melfi, per tutta la Regione e per le Regioni limitrofe, è fondamentale per economia, redditi delle famiglie e PIL.

La salvaguardia dei posti di lavoro resta prioritaria

La salvaguardia dei livelli occupazionali deve essere prioritaria nell’operato delle istituzioni. Questo i sindacati lo sanno. Ma proprio dall’indotto arrivano cattive notizie. Ieri 2 marzo davanti i cancelli della Sit Rail, la Fiom ha prodotto una iniziativa, un presidio accompagnato da un comunicato. Una manifestazione dei lavoratori dell’indotto, con il rischio occupazionale che proprio nell’indotto Stellantis di Melfi è enorme.

Giorgia Calamita, per la Fiom Cgil Basilicata, dopo aver presieduto davanti ai cancelli della Sit Rail, nell’area industriale di Melfi ha sottolineato che a seguito di un recente incontro con la Las Automotive Melfi (azienda della logistica nell’indotto Stellantis Melfi), è emerso che alcune attività di questa azienda della logistica, passeranno dentro Stellantis. In pratica, si toglie lavoro a questa azienda, con tutte le inevitabili ricadute occupazionali che una tale decisione può produrre.

SI taglia lavoro alle aziende dell’indotto, con decisione apicale da parte dei vertici di Stellantis e con la scusa della maggiore efficienza.

L’indotto che vive sulle commesse Stellantis è in pericolo?

Non sono poche le piccole e medie imprese che ogni giorno vanno avanti grazie alle commesse Stellantis. Inevitabile che se queste vengono a mancare o se questa passano all’interno della Stellantis vera e propria, i primi a pagare sono i lavoratori. Sempre la Calamita della Fiom, come si legge sul sito “Basilicata24.it”, sottolinea come la Las Automotive Melfi ha annunciato che questa decisione di passare alcune attività dall’esterno all’interno di Stellantis, produce un esubero di 2 lavoratori per ogni  turno in totale,  6 lavoratori. Poi ci sarebbero altri 3 esuberi in un’altra azienda della logistica, la Fdm.

A pagare dazio l’indotto e soprattutto i lavoratori in somministrazione di questi piccole realtà. Il taglio dei lavoratori provenienti dalle Agenzie di lavoro interinale è già iniziato. La Fiomchiede chiarezza maggiore da parte dell’azienda, anche perché non vanno esclusi nuovi tagli se la questione di una maggiore efficienza per Stellantis, continuerà a significare togliere lavoro all’indotto.

La Fiom continua a chiedere la costituzione di un tavolo permanente con l’azienda e minaccia, stavolta per voce del segretario della Cgil Basilicata, Angelo Summa, una mobilitazione davanti i cancelli della sede della Regione Basilicata.

Il fatto che ci siano state poche indiscrezioni e praticamente nessun accenno ai programmi futuri di Melfi, anche dopo il primo marzo, con Tavares che ha presentato il piano, allarma e non poco. Secondo la Fiom infatti, Tavares nel sostenere che le prospettive future dipendono dal mercato ha aumentato i dubbi e le perplessità di tutti.

I 4 nuovi veicoli elettrici da costruire a Melfi dal 2024 o dal 2025, per ora sono solo una promessa. In attesa che qualcosa emerga nel nuovo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico in calendario per il 10 marzo prossimo, la situazione continua a non essere rosea.

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