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Stellantis, ottimi dati: gli analisti ci credono e guardano alla Cina

La galassia Stellantis gestita da un valido Carlos Tavares ha chiuso il suo primo anno con risultati che convincono

Stellantis
Stellantis

Con la transizione verso l’elettrico che rappresenta il perno centrale attorno al quale ruota il mondo dell’automotive del presente e del futuro, pare chiaro che il modello di riferimento per molti costruttori e gruppi automobilistici rimane Tesla. Una condizione attorno alla quale possiamo far ruotare anche il dato prodotto da Stellantis in questo primo anno di attività dal momento della fusione tra FCA e PSA.

Il potente Gruppo automobilistico gestito da un valido Carlos Tavares ha chiuso il suo primo anno con risultati che convincono e che potrebbero condurre ad un punto di vista che va al di là di ogni interessante aspettativa. Un panorama di eventualità alle quali gli analisti hanno fornito un beneplacito non indifferente, riponendo fiducia in una realtà capace di garantirsi posizioni al top a livello globale per ciò che riguarda il futuro elettrico dell’automobile.

In questo panorama complessivo, colpisce positivamente il fatto che Stellantis ha registrato un’ottima annata, con le azioni che hanno superato di gran lungo il dato registrato da Tesla.

Da Stellantis si attendono progressi anche in Cina

Le possibilità da offrire all’interno del mercato Europeo assieme alla volontà di risolvere alcune criticità in Cina, rappresentano due nodi importantissimi nella gestione dei progressi che gli analisti si attendono proprio da parte di Stellantis. Sebbene le azioni del Gruppo abbiano subito un aumento superiore al 60% dal momento del debutto in borsa fissato un anno fa (il 18 gennaio 2021), rispetto all’aumento di Tesla relegato ad un più misero 27%, il valore di mercato di Stellantis è ancora pari a poco meno di 60 miliardi di euro: un dato che rappresenta solamente il 6% del riscontro fornito da Tesla oggi.

Una valida prima annata come quella fatta registrare da Stellantis fornisce però una chiave di lettura sicuramente positiva. Gli analisti di Jefferies, come sottolineato da Automotive News Europe, vedono in Carlos Tavares la guida ideale per il Gruppo in accordo con una serie di iniziative strategiche che stanno garantendo i frutti previsti.

Il CEO di Stellantis ha infatti già fissato una strategia legata all’elettrificazione da 30 miliardi di euro, oltre a stipulare accordi con aziende al top nel comparto della tecnologia: a cominciare da Amazon e Foxconn. Vanno poi citati i piani già posti in essere per lo sviluppo di cinque nuove Gigafactory oltre alla stipula di accordi con i sindacati per aggirare possibili responsabilità in termini di occupazione.

Stellantis
Carlos Tavares

Se si esclude Faurecia, i livelli occupazionali di casa Stellantis sono rimasti pressoché invariati in questo primo anno di attività mantenendo quindi le prerogative di Carlos Tavares che all’indomani della fusione aveva promesso di non tagliare posti e di non voler chiudere stabilimenti. Tutto ciò nonostante un’annata non semplice fra incombenze legate alla Pandemia e crisi dei semiconduttori. Insomma, Tavares e Stellantis hanno convinto gli analisti anche in accordo con strategie intraprese che appaiono ragionevoli. Ora quanto espresso fin qui andrà consolidato dal primo piano industriale che Stellantis presenterà il prossimo 1 marzo.

La concorrenza interna dei 14 marchi

In ogni caso Stellantis dovrà anche gestire l’apporto di un parterre di marchi che conta ben 14 brand differenti. Un complessivo non indifferente che potrebbe anche condurre a condizioni di concorrenza interna fra questi. Se paragonato ancora a Tesla, nel caso del costruttore texano parliamo di un singolo marchio capace di condurre verso il futuro elettrico il comparto dell’automotive in generale.

Tavares ha ammesso da sempre che ogni aspetto all’interno del Gruppo è perfettamente ponderato, comprese le necessità e le possibilità offerte da tutti i marchi della galassia Stellantis. Ma secondo alcuni c’è anche il rischio che, qualora fosse necessario in termini strettamente economici, il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA potrebbe decidere di escluderne qualcuno. Il termine ultimo, in questo momento, è fissato in 10 anni utili a percepirne il valore e le possibilità da offrire.

Rimane, come si diceva, l’incognita Cina dove fino ad ora sia FCA che PSA detenevano quote di mercato non particolarmente interessanti: all’interno di un mercato che rimane il più ampio e redditizio a livello globale. Secondo gli analisti, Stellantis potrebbe pensare di sfruttare l’appeal di marchi come Jeep e Maserati per pianificare uno sviluppo serio e redditizio in quella zona del Globo. Al momento però gli investitori guardano a ciò che succede in Europa, quindi la parentesi Cina potrebbe essere meritevole di attenzione in un secondo momento.

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