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Ferrari: genesi della Serie Icona e della Daytona SP3

Con la nuova Ferrari Daytona SP3 il costruttore di Maranello ripropone le caratterizzazioni della Serie Icona nata nel 2018

Ferrari Daytona SP3

Con l’approdo della nuova Ferrari Daytona SP3 il costruttore di Maranello ha stupito chiunque, riportando però in auge le caratterizzazioni tipiche della Serie Icona inaugurata nel 2018. Il ragionamento sulle Ferrari appartenenti alla Serie Icona comincia infatti proprio tre anni fa, quando il Cavallino Rampante presentava le Ferrari Monza SP1 e SP2. Entrambe si ispiravano alle barchette da competizione di un tempo, divenendo le prime ad avviare un percorso di ricerca particolarmente interessante.

La nuova Daytona SP3 va quindi ad affiancarsi alle precedenti sportive del Cavallino Rampante appartenenti alla Serie Icona. La sportiva va quindi ad arricchire il comparto di quelle sportive destinate a pochi eletti, capaci di celebrare il mito Ferrari e la storia del costruttore più apprezzato al mondo.

A sorprendere della Ferrari Daytona SP3 non è soltanto l’impressionante V12 da 870 cavalli di potenza, ma anche uno stile ricercato e fortemente ispirato ai miti di un tempo.

Ispirazione dal passato per ogni Ferrari della Serie Icona

L’ispirazione di ogni Ferrari appartenente alla Serie Icona proviene sempre dal ricco passato del Cavallino Rampante. Nello specifico a Maranello l’obiettivo che si tiene in considerazione è quello di riferirsi ad un preciso periodo storico. A spiegare le motivazioni che dal 2018 vedono Ferrari concentrata sulla Serie Icona è stato Enrico Galliera, Chief Marketing and Commercial Officer di Ferrari, durante la presentazione della nuova Daytona SP3: “non vuole essere una mera, riproposizione di stilemi passati, quanto piuttosto la volontà di distillare l’essenza di un’epoca utilizzandola come base di partenza per creare concetti nuovi, aventi il potenziale per diventare essi stessi iconici per le future generazioni. Si parte dal progetto ispirandosi al passato per portarlo al giorno d’oggi con tecnologia al top e materiali d’avanguardia dando al design la leadership per elaborare le soluzioni migliori”.

Ferrari 330 P4
La Ferrari 330 P4

Quindi Galliera ha sottolineato ancora che le sportive appartenenti alla Serie Icona, “sono caratterizzate da soluzioni esclusive, diverse da quelle utilizzate nel resto della gamma, e sono destinate solo ai migliori clienti e collezionisti Ferrari. Da oggi insieme alla Monza SP1 e SP2 la gamma si arricchisce con la Daytona SP3, non solo un’auto ma una vera e propria opera d’arte che, come spesso ci hanno detto i nostri clienti, lascia senza parole”.

Da dove deriva lo stile della Daytona SP3

Proviamo ora a comprendere da dove deriva quindi lo stile applicato sulla Ferrari Daytona SP3, ultima nata della Serie Icona e sulla quale ha lavorato il Centro Stile Ferrari diretto da Flavio Manzoni. L’ispirazione principale proviene dai gloriosi Anni Sessanta, a cominciare dalle Ferrari Sport Prototipo 330 P4, 330 P3/4 e 412 P che nel 1967 chiusero la 24 Ore di Daytona con una celeberrima parata rimasta negli annali dell’automobilismo sportivo.

Ferrari Daytona SP3
L’imponente posteriore della Ferrari Daytona SP3 si ispira a quello della Ferrari 250 P5 di Pininfarina

La straordinaria vittoria del Cavallino Rampante alla 24 Ore di Daytona venne anticipata da tre affermazioni alla 24 Ore di Le Mans fra il 1963 e il 1966. Nel ’67 infatti l’allora direttore sportivo della Ferrari, Franco Lini, aveva portato a Daytona tre vetture Sport Prototipo. Tra queste c’è la vettura che fa da base all’attuale Daytona SP3 appartenente alla Serie Icona.

Si tratta della Ferrari 330 P4 che introduceva interessanti concetti di aerodinamica capaci di produrre validi vantaggi oltre ad un propulsore V12 aspirato da 4 litri che nella disposizione dei cilindri ricorda l’attuale unità installata sulla Daytona SP3. Accanto alla 330 P4 ci sono una 330 P3/4 Spider, evoluzione della stessa P3 con specifiche P4, e la 412 P: l’arrivo in parata venne approntato dallo stesso Lini che volle dimostrare così a Ford la supremazia del Cavallino Rampante in territorio americano.

Ferrari 250 P5 - 3
Questa la sezione posteriore della Ferrari 250 P5 del 1968

Bisogna ammettere anche che al centro dell’ispirazione della sezione posteriore non può che esserci la Ferrari 250 P5 realizzata da Pininfarina presentata al Salone di Ginevra del 1968. La 250 P5 adottava un V12 di Formula 1 di 3.0 litri con testate DOHC e tre valvole per cilindro in accordo con un’accensione a doppia candela e iniezione Lucas. Tuttavia, oltre alla disposizione dei cilindri del propulsore a fornire l’ispirazione massima al team di Manzoni è stata la sezione posteriore dominata da un set di alette orizzontali a tutta larghezza. Una scelta stilistica messa da parte, ma ora ritornata su una Ferrari della Serie Icona che ha già stupito tutti.

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