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Bollo auto e superbollo: cattive e buone novità nel decreto Fiscale

Sono proposte per ora, emendamenti al decreto Fiscale: riguardano bollo auto e superbollo. Il Parlamento deciderà per il 20 dicembre 2021

bollo auto superbollo

Mobilità protagonista degli emendamenti al decreto Fiscale: il Parlamento deciderà per il 20 dicembre 2021. La bella notizia riguarda il superbollo: può essere abolito. Si tratta della sovrattassa sulle macchine potenti. Inasprita dai tecnici del Governo Monti: l’esito di questa idea del 2012? Se il Governo Draghi vuole eliminare il superbollo da mesi, allora un motivo ci sarà: tanta spesa, poca resa per lo Stato. Ma c’è anche una notizia cattiva che riguarda il bollo auto: la tassa di proprietà da pagare alla Regione.

Come spiega l’ASI, Automotoclub Storico Italiano, si profila all’orizzonte un altro balzello per le quattro ruote. Riguarderà i veicoli storici, per questo è scesa subito in campo per opporsi ad una manovra che potrebbe danneggiare l’intero settore. Quindi parliamo di bollo auto storiche: solo di quello.

È stato appena presentato un emendamento per il disegno di legge di conversione del decreto Fiscale. Chiede l’abolizione dell’agevolazione fiscale per i veicoli che hanno ottenuto e riportato a libretto il certificato d’interesse storico e collezionistico. In particolare quelli con età compresa fra 20 e 29 anni. Attualmente, questi veicoli pagano l’imposta ridotta del 50% come forma di tutela che facilita la loro conservazione ed evita la loro rottamazione o la vendita all’estero.

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Bollo auto storiche: polemica

Ecco la bozza: gli autoveicoli e motoveicoli di interesse storico e collezionistico con anzianità di immatricolazione compresa tra i venti e i ventinove anni, se in possesso del certificato di rilevanza storica di cui all’articolo 4 del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 17 dicembre 2009, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19 marzo 2010, rilasciato dagli enti di cui al comma 4 dell’articolo 60 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n.285, e qualora tale riconoscimento di storicità sia riportato sulla carta di circolazione, sono assoggettati al pagamento della tassa automobilistica con una riduzione pari al 50 per cento.

Si tratta di un provvedimento che metterebbe in difficoltà un settore già provato dalla pandemia e che, invece, andrebbe incentivato come eccellenza del “made in Italy”.

Morale, dice l’ASI: con la benzina a due euro al litro, parcheggi sempre più cari, assicurazioni che dopo il Covid torneranno a salire, possibile che sia di nuovo l’auto a dover essere colpita? in base ai dati della Motorizzazione al 2 novembre 2021, sono in tutto 66.050. Cioè lo 0,14% dei 47.564.572 autoveicoli circolanti in Italia e l’1,12% dei 5.908.824 autoveicoli ventennali. Aggiungo che, oltre ad essere pochi, hanno chilometraggi annui bassissimi (1.000 chilometri circa) e che l’inquinamento da loro prodotto è assolutamente residuale.

Per mesi, molti siti Internet hanno sparato la fake news: bollo auto cancellato dal Governo Draghi. Ora, arriva il bollo auto per le macchine storiche. Cosa scriveranno quei siti? Il contrario di prima?

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