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Stellantis: i francesi sfottono gli operai italiani

I lavoratori transalpini contro i nostri operai che presto verranno ospitati in Francia presso un loro stabilimento, diversi gli epiteti lanciati contro i nostri lavoratori, dal semplice “Les Italians” a “Macaronì”.

Stellantis

Quasi come quello che accade da sempre al confine con la Svizzera, dove gli elvetici vedono male la presenza di lavoratori italiani in territorio elvetico, così adesso i lavoratori italiani di Stellantis vengono visti in Francia.

Stellantis, gruppo internazionale dell’industria automobilistica, quarto produttore mondiale di auto, nato dalla fusione tra gli italiani di FCA e i francesi di PSA, ha visto fin da subito una contrapposizione netta tra francesi ed italiani.

Molti sostengono che adesso chi comanda è la Francia e che la tanto sbandierata fusione, che doveva essere alla pari, va considerata una acquisizione francese per la nostra vecchia e cara Fiat (o FCA, Fiat Chrysler Automobiles). Acquisizione significa che adesso l’egemonia all’interno del gruppo è transalpina.

E adesso i lavoratori francesi di Stellantis iniziano a sfottere i lavoratori del gruppo provenienti dall’Italia. Soprattutto adesso che alcuni nostri operai faranno capolino in Francia presso uno degli stabilimenti d’oltralpe del colosso dell’Automotive.

 

Francia-Italia, polemiche sull’importanza francese superiore a quella italiana all’interno del gruppo

Il primo accenno di quello che poi è effettivamente accaduto lo si è avuto fin dalla prima visita di Carlos Tavares a Mirafiori. In quell’occasione, il CEO di Stellantis, il manager portoghese che ha il ruolo che un tempo fu del compianto Sergio Marchionne, naturalmente di provenienza Peugeot (che insieme a Citroen ed Opel compone la PSA), disse che in Italia andava cambiato registro.

In pratica, Tavares asserì che costruire auto in Italia era ben più costoso che farlo altrove, soprattutto in Francia. E successivamente l’Amministratore delegato di Stellantis, parlò di impossibilità di mantenere lo status quo dei lavoratori. In buona sostanza, avremmo dovuto iniziare ad imparare a lavorare come lavorano in Francia, niente di più niente di meno.

E già mesi fa, Stellantis Italia a Melfi, presso lo stabilimento sito in Basilicata, vicino Potenza, chiese ai lavoratori la loro disponibilità ad andare in Francia a “studiare”. Lavoratori mandati in trasferta in Francia per vedere come si lavorava lì. Noi che di auto ne sappiamo più di altri, perché tutto si può dire tranne che l’Italia sia un Paese che non sa costruire auto (Fiat, Ferrari, Maserati, Alfa Romeo, Lancia, la storia dell’auto passa dal Bel Paese).

Eppure adesso sembra che siamo diventati marginali, ridotti a sparring partner dei colleghi transalpini fin dal primo giorno in cui Fiat Chrysler Automobiles e PSA si sono uniti, a prescindere che la formula sia la fusione o l’acquisizione.

Gli sfottò francesi iniziano ad essere tanti verso i lavoratori Stellantis italiani

romano prodi stellantis

Perfino noti esponenti politici come la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni o l’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi hanno avuto da dire sulla fusione. Pure secondo questi volti noti della politica nostrana, è evidente la maggiore rilevanza della componente francese all’interno di Stellantis. Non fosse altro perché la Francia intesa come Stato, ha una quota di partecipazione in Stellantis che il nostro Stato non ha.

Adesso la notizia è che lo stabilimento Stellantis di Noidans-les-Vesoul, in Alta Savona, ospiterà circa 200 operai metalmeccanici italiani. Si tratta di operai che arriveranno in territorio francese, nel Comune francese sede di uno degli stabilimenti Stellantis d’oltralpe, provenienti da Pomigliano d’Arco e da Melfi. Si, anche dall’imponente polo produttivo di località San Nicola di Melfi. Stabilimento che produce circa la metà delle auto che ogni anno l’azienda produce nella Penisola.

Stellantis fa tornare indietro nel tempo la memoria di tutti all’emigrazione

C’è chi vede in questo viaggio dei lavoratori italiani, un ritorno al passato, come si legge sulle pagine del Giornale. Un ritorno ai tempi dell’emigrazione dei nostri lavoratori, che andavano in Francia (ma anche in Germania, Belgio e così via) a cercare fortuna.

E come allora, che gli italiani venivano riempiti di sfottò ed epiteti, anche adesso accade la stessa cosa con i vicini francesi. Les Italiens in senso dispegiativo o Macaronì, sono questi gli epiteti che i francesi adesso utilizzano per questi operai italiani che arriveranno in Francia, e che vi resteranno, molti di questi 200, fino a giugno prossimo. Macaronì è un termine che rimanda al passato come dicono quelli del quotidiano “la Nazione”, perché in riferimento alla nostra pasta, in Belgio così venivano chiamati in senso dispregiativo gli italiani che andavano lì a lavorare nelle miniere.

Lo stabilimento francese sito nell’Alta Savona nella regione della Borgogna-Franca Contea, dove finiranno questi lavoratori, li ospiterà per mesi e mesi. Ed i sindacati stanno già facendo muro contestando quello che loro chiamano ricatto per i nostri lavoratori. Infatti i nostri operai andranno in Francia senza bonus e benefit particolari, se si esclude il contributo per vitto e alloggio. Operai che potranno tornare in Italia solo ogni 45 giorni e con lo stesso salario italiano.

La stampa transalpina contro i lavoratori Stellantis provenienti dal Bel Paese

Non è la prima volta che in Francia la stampa o i giornali satirici non sono molto buoni con gli italiani. Lo hanno fatto anche per cose ben più serie di un semplice campanilismo anche se di cattivo gusto che riguarda il mondo del lavoro. Lo hanno fatto per calamità naturali come il terremoto che anni fa scosse il centro Italia.

E adesso la stampa francese se la prende con i lavoratori italiani che dagli stabilimenti Stellantis nostrani si trasferiranno in quelli transalpini.

“In città si riconoscono dai vestiti invernali come se stessero sciando, cappello all’altezza delle orecchie, grande piumino chiuso fino al mento”, questa la descrizione degli italiani, uscita su alcuni giornali francesi.  “Questi italiani di Melfi e Pomigliano vicino a Napoli si incontrano alla Bella Vita, una pizzeria gestita da un italiano che fa loro da interprete e che è diventata il fulcro di buoni affari per trovare un alloggio economico”, questo invece lo scenario che un altro giornale transalpino fa di un tipico dopo lavoro di un operaio italiano di Stellantis, in trasferta in Francia.

Alla base di questi epiteti il fatto che gli italiani, cioè gli operai in trasferta in Francia, avrebbero sostituito alcuni operai francesi, che avevano contratti precari e che evidentemente non sono stati rinnovati.

I sindacati transalpini protestano

 

 

Ottimizzare i costi di produzione è ciò che l’azienda fa anche in Francia. E proprio la scelta di usare operai a tempo indeterminato italiani, anziché stabilizzarne altri, è eloquente della politica adottata dal colosso dell’Automotive. Il trasferimento degli italiani nasce dal fatto che mentre nelle fabbriche che producono auto, la produzione è a bassi regimi, ferma da tempo per la carenza dei semiconduttori, non è così per le fabbriche Stellantis dedite alla produzione di ricambistica. E lo stabilimento di Vesoul è proprio uno di questi. Ecco perché lì c’è ancora lavoro mentre a Pomigliano d’Arco e Melfi, ma anche in altri poli produttivi di auto anche in Francia, la situazione non è rosea al momento.

Jean-Pierre Mercier, delegato sindacale CGT a Stellantis, ha denunciato la volontà dell’azienda di “trasformare i dipendenti in nomadi dell’industria automobilistica”, così scrivono sul quotidiano “Il Giornale”. Sempre Mercier poi, continua con il mettere in luce il fatto che nonostante gli italiani e i precedenti trasferiti dalle fabbriche di Mulhouse e di Sochaux, i ritardi di consegne per via del troppo lavoro, a Vesoul resterà tale.

E poi Mercier attacca niente poco di meno che Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis.

Secondo il sindacalista francese, il CEO di Stellantis “vuole dislocare in giro per l’Europa, italiani, francesi e polacchi, per guadagnarci. Vorrebbe metterci in competizione tra di noi. È una politica davvero mortale per noi dipendenti, una vera politica di concorrenza tra i lavoratori”.

 

Aumentare i profitti nonostante la carenza dei semiconduttori, l’azienda ci prova

Stellantis Italia Public Relations e Communication

Polemici i sindacalisti francesi contro l’azienda. Infatti secondo le sigle sindacali transalpine, Stellantis, vuole solo aumentare ulteriormente i profitti nonostante la crisi dei semiconduttori, sempre penalizzando i lavoratori. E così vanno sempre più giù i salari, e peggiorano sempre di più le condizioni lavorative dei lavoratori.

Condizioni di lavoro che anche in Italia non sono certo buone, il che ha portato questi lavoratori a dire di si al trasferimento in Francia. In Italia la cassa integrazione è una costante e le giornate di lavoro un po’ ovunque sono due o tre a settimana. Sono queste alcune delle cose che ai giornali francesi hanno raccontato dei lavoratori italiani adesso in Francia.

Un trasloco dettato quindi dalla necessità di non perdere stipendio, ratei e benefit. Un trasferimento dettato dalla necessità quindi, dalla ricerca di dignità che in Italia sembra si stia perdendo.

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