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Dispositivi vietati alla guida adesso: quali multe

Che cosa succede se le Forze dell’ordine pizzicano un guidatore che si distrae con un dispositivo al volante: nuovo Codice della Strada

Dispositivi vietati alla guida

Siccome il Codice della Strada è del 1993, di certo non poteva includere smartphone e dispositivi vietati alla guida simili. Così, sono nati diversi equivoci, col conducente, specie giovane, che non sapeva se si potesse tenere un certo comportamento alla guida. Vediamo allora il nuovo Codice della Strada, in base al decreto Infrastrutture, che ora è legge.

Dispositivi vietati alla guida: ieri e domani

Ieri, l’articolo 173 del Codice della Strada diceva: è vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle Forze armate. È consentito l’uso di apparecchi a vivavoce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie (che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani).

Domani, la legge dirà invece così: divieto di uso improprio di smartphone, computer portatili, notebook, tablet e dispositivi analoghi che comportino anche solo temporaneamente l’allontanamento delle mani dal volante. Divieto di parlare, chattare, fotografare, navigare mentre si guida.

Per chi sgarra,  multa di 165 euro col taglio di 5 punti della patente. Alla recidiva, cioè alla ripetizione dell’infrazione in 2 anni, sospensione della patente di guida da uno a 3 mesi: lo deciderà il Prefetto.

Dubbi su smartphone in mano al volante

Domanda: al semaforo, fermi, la multa scatta? Secondo l’interpretazione prevalente sì, la sanzione c’è lo stesso. Perché è come essere in circolazione.

Seconda questione: chi non viene fermato, ricevendo la multa a casa per guida con smartphone in mano, può vincere un ricorso?  Per la Cassazione (ordinanza 10840/2019), no, la multa è valida anche a distanza. Ossia se le Forze dell’ordine sono impossibilitate a dare l’alt: dovranno però specificare il motivo nel verbale.

Invece, dopo gli esami delle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera, le proposte di giro di vite non sono andate in porto. Si parlava di multa di 422 euro, sospensione della patente da 7 giorni a due mesi, più la decurtazione di 5 punti. In caso di recidiva, 644 euro, sospensione da uno a 3 mesi e i punti decurtati in meno 10. Si ventilava l’ipotesi di ritiro immediato della patente.

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