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Sevel Atessa: la Fiom chiede chiarezza sugli stipendi

“Si discute se e come i lavoratori avranno lo stipendio”, questo ciò che la Fiom chiede.

Sevel Atessa

Non era stata praticamente mai nominata durante i primi mesi di vita di Stellantis, e nemmeno in occasione della scelta di dove collocare la Gigafactory di Stellantis. Della Sevel di Atessa in Abruzzo, non si è praticamente mai discusso. Nessuna novità era arrivata per la fabbrica in provincia di Chieti. Poche polemiche e poche discussioni.

Sarà perché in quella fabbrica la produzione è andata sempre discretamente. Ma forse dipende dal fatto che la Sevel è una fabbrica diversa dalle altre, dove si producono furgoni e non auto. Società Europea Veicoli Leggeri, questa la tradizione della sigla/acronimo Sevel.

In pratica, la fabbrica dove si produce il famoso furgone commerciale, Fiat Ducato. Adesso la fabbrica di colpo è balzata agli onori della stampa perché pare che i sindacati siano lì lì per procedere con la proclamazione di uno sciopero.

Tra i sindacati più esposti, la Fiom Cgil. E come di legge sul sito “ChietiToday”, non sono poche le richieste che la Fiom fa. Richieste al governo, agli altri sindacati, ma anche e soprattutto alla forza lavoro dello stabilimento abruzzese.

Alla Sevel Atessa la Fiom chiede un percorso unitario

La Fiom in prima linea sulle vicissitudini della Sevel di Atessa, chiede un percorso unitario alle altre sigle sindacali più rappresentative. Il problema riguarda il fatto che in Val di Sangro, la riapertura dello stabilimento dopo la pausa estiva è slittata. Un problema di non poco conto soprattutto perché è la stessa cosa che per esempio è successa a Melfi. Nell’ex stabilimento FCA della Basilicata, dove vengono prodotte da sempre più della metà delle auto del gruppo in Italia, la riapertura è slittata al 13 settembre.

La paura che Stellantis voglia smobilitare in diverse fabbriche d’Italia non è tanto campata in aria. Anche perché fondamentalmente, il CEO Tavares ed i vertici aziendali continuano a considerare troppo alti i costi di produzione negli stabilimenti nostrani.

Ed è per questo che i sindacati sono sul pezzo, monitorano la situazione e chiedono chiarimenti. Richieste di chiarezza che per quanto concerne la Sevel di Atessa, riguardano pure ciò che sembra stia accadendo in Polonia, nell’ex stabilimento Opel di Gliwice. Uno stabilimento questo polacco, dove prima veniva prodotta la Opel Astra e dove adesso la produzione viene riconvertita verso i furgoni leggeri, tra cui anche il Ducato.

A Gliwice la nuova produzione doveva scattare ad aprile 2022. Invece, a sorpresa, si partirà a febbraio, due mesi prima del previsto. In Polonia poi sono stati adottati provvedimenti di agevolazioni fiscali sugli investimenti che le aziende fanno (si chiama Zes), anche quelli di Stellantis.

Alla Sevel si posticipa l’apertura, a Gliwice si anticipa invece, e questo non è passato inosservato alle forze sindacali. Che adesso chiedono aiuto anche al governo nazionale, la cui politica industriale per la Fiom, soprattutto nel settore Automotive, non è particolarmente chiara.

Chiarezza sulla Sevel Atessa ma anche chiarezza per quanto concerne la concorrenza di Gliwice

Che adesso la Polonia e in particolare la cittadina industriale di Gliwice sia scesa in concorrenza con la Sevel in materia furgoni commerciali è assolutamente un dato di fatto. Che poi, in Italia si fa un gran parlare di incentivi all’esodo, contrati di espansione e tagli di occupazione, mentre a Gliwce si parla di nuove assunzioni è altrettanto un dato di fatto.

E la Fiom lo sa bene e lo manda a dire anche al governo. “Mentre in Sevel non si sa che fine hanno fatto gli investimenti previsti per la verniciatura vecchia a Gliwice, la Geico Taikisha di Cinisello Balsamo fornisce l’impianto di verniciatura più moderno d’Europa”, cos’ si è espressa la Fiom.

“Lo stesso vale per la linea di produzione. Linea che, a differenza di quella Sevel, progettata nel 2000 e customizzata per l’attuale pianale, prevede la capacità di adattarsi a diversi tipi di pianali. Il tutto grazie alle piattaforme modulari realizzate da PSA che consentono facili adattamenti per produrre più modelli. Visto che dopo la fusione, Stellantis non nasconde di voler spingere di realizzare i nuovi veicoli sui pianali di sua progettazione, la preoccupazione aumenta”, di questo si lamenta la Fiom.

La Fiom avanza dubbi sugli stipendi dei lavoratori della Sevel Atessa

Il discorso che la Fiom fa sulla fabbrica abruzzese può essere tranquillamente esteso a tutte le altre fabbriche italiane. Stabilimenti italiani di quello che a tutti gli effetti è il quarto produttore mondiale di auto del Mondo. E adesso che si parla tanto di passaggio all’elettrificazione, occorre che le fabbriche e gli stabilimenti si adeguino.

Nuove tecnologie, nuovi strumenti e adattamenti diversi sono necessari e in Italia sembra siamo piuttosto indietro. In PSA erano già più avanti e la storia della nostra Sevel rispetto alla ex Opel di Gliwice, lo dimostra.

L’obbiettivo di Stellantis è chiaro, adattare i marchi alle nuove tecnologie

“È chiara la strategia di Stellantis, cioè mantenere i marchi e adattarli alla loro tecnologia. Come ben si capisce non si sta discutendo se è stato corretto o meno firmare il contratto collettivo specifico, non si sta discutendo di situazioni importanti ma marginali rispetto a quello che si sta prefigurando, si sta discutendo se e come porteranno lo stipendio a casa migliaia di lavoratori nei prossimi anni”, questo l’autentico allarme rilasciato dai metalmeccanici della Cgil.

“Stiamo discutendo di lavoratori della Sevel e dell’indotto che si stanno ponendo la domanda di come continuare a mantenere i propri figli all’università o di come pagare il mutuo della casa. Per questo, come Fiom riteniamo necessario e urgente la costruzione di un percorso unitario per cercare di fermare un percorso che sembra già delineato”, questo il messaggio della Fiom alle istituzioni, alle altre sigle sindacali e anche a tutti gli operai e lavoratori in genere della Sevel e dell’indotto.

Appello della Fiom recepito da UIL e Cisl

L’appello alle altre forze sindacali che è stato già stato recepito ed accettato, almeno dalle altre sigle della triplice, cioè Uilm e Fim Cisl.

“Come Fiom accogliamo favorevolmente l’apertura di dialogo con la Uilm e la Fim e siamo in attesa di concordare una riunione per costruire insieme un percorso di lungo respiro per fronteggiare questa situazione, partendo dal coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori”, questa infatti è la soddisfazione all’apertura del dialogo ottenuta da Fiom.

Occorre chiarezza sulle strategie sulla Sevel Atessa

“Ora c’è la necessità di sapere quali strategie ha Stellantis per lo stabilimento Sevel e di conseguenza quali saranno le ripercussioni per le aziende dell’indotto. C’è bisogno di un percorso unitario. Una strada che coinvolga anche altre categorie sindacali e le confederazioni perché il problema non riguarda solo i metalmeccanici, ma tutti i lavoratori che direttamente e indirettamente lavorano per Sevel. Non è possibile permettere di ritornare al passato, quando la Val di Sangro veniva chiamata la valle della morte”, così chiude la nota la Fiom.

E sicuramente se ne riparlerà ancora per molto della questione relativa alla Società Europea Veicoli Leggeri, dove tra le altre cose, in assenza di risposte chiare da parte del governo e dei vertici aziendali, i sindacati tutti hanno già predisposto mobilitazioni.

Le notizie che arrivano dalla Polonia, con intere fiancate di furgoni che dall’Italia partono alla volta della Polonia e con alcune industrie dell’indotto che di fatto forniscono Gliwice, non sono certo tranquillizzanti e danno ossigeno alle teorie di smobilitazione che qualcuno mette in giro su Stellantis, e non solo sulla Sevel.

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