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Sinistro stradale: ecco quando si rischia l’accusa di omicidio colposo

Omicidio stradale e quando la morte di una persona può far finire nei guai un automobilista.

sinistri auto con decesso

Essere coinvolti in un sinistro auto è senza dubbio un incubo per molti automobilisti, figuriamoci se dal sinistro si verifica l’evento peggiore, cioè la morte di una persona. Ma l’incubo può materializzarsi in maniera ancora più forte nel caso in cui si prefiguri il reato di omicidio colposo.

Reato, perché di questo si tratta. Ma quando un automobilista coinvolto in un sinistro stradale può essere accusato di omicidio colposo? Ecco cosa dice la normativa vigente e cosa in genere da la giurisprudenza italiana.

Omicidio colposo, responsabilità penale e colpa in caso di sinistro

Quando si verifica la morte di una persona in un incidente stradale, le conseguenze non sono certamente leggere. E la situazione è da prendere con le pinze, perché l’omicidio colposo è a tutti gli effetti un reato di cui si può essere perseguiti in maniera più facile di ciò che si può pensare.

La prima cosa da sottolineare è che non è necessario che ci sia volontarietà nel fare male ad una persona per finire in un autentico tunnel normativo e giudiziario. La stessa definizione di omicidio colposo infatti declina il principio di volontarietà. Colpa non è dolo, e pertanto, non si può essere certamente accusati di aver voluto cagionare la morte di una persona di spontanea volontà.

L’omicidio colposo si basa sul principio del caso fortuito. In altri termini, la morte è sopraggiunta per cattiva sorte, ma anche perché chi l’ha causata non ha tenuto una condotta priva di responsabilità. Quando si guida una auto piuttosto che un camion, un furgone o qualsiasi altro veicolo, la legge impone di adottare comportamenti che siano in linea con i dettami del Codice della Strada e che siano pieni di attenzione, prudenza e concentrazione.

Mettere a rischio l’incolumità di un terzo è sempre reato, fino a prova contraria

Su queste situazioni, anche diverse da quelle legate alla circolazione stradale la legge è precisa. “Per legge, ogni volta che si mette a repentaglio l’incolumità di un’altra persona si commette reato, anche quando non c’era assolutamente l’intenzione di arrecare alcun danno a quella persona”.

In materia di incidenti auto, più che di omicidio colposo si deve parlare di omicidio stradale. Terminologie differenti ma medesimo significato alla fine. Un omicidio stradale infatti si manifesta nel momento in cui in un sinistro ci scappa il morto e l’automobilista che è responsabile del sinistro ha tenuto una condotta non in linea con leggi e regole di comportamento prima descritte.

Meno grave ma pur sempre un reato è quello di lesioni personali stradali, che possono essere gravi o gravissime a seconda degli effetti che tali lesioni hanno sulla vittima.

Cosa dicono gli ermellini dei tribunali italiani in materia omicidio colposo da sinistro stradale

Condotte prudenti, attente e con assoluta concentrazione dicevamo e così che anche i Giudici che spesso vengono chiamati a dirimere casi di questo tipo, lo confermano. Come si legge sul sito “laleggepertutti.it”, una recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione ha confermato che “risponde di omicidio stradale anche colui che, pur marciando regolarmente nella propria corsia, non adotta tutte le altre precauzioni dettate dal Codice della strada per chi si trova alla guida di un veicolo”.

Questa pronuncia è eloquente nel dimostrare ciò che prima abbiamo detto in materia di comportamenti alla guida di un veicolo.

Nello specifico della sentenza degli ermellini della Suprema Corte di Cassazione, hanno condannato per omicidio stradale un automobilista che, incurante della possibilità che un altro veicolo potesse sopraggiungere in senso opposto, circolava troppo vicino alla linea di mezzeria.

Naturalmente si tratta di un caso limite, ma è lapalissiano che i rischi di questo genere sono all’ordine del giorno in materia di circolazione in auto.

Una cosa è violare le norme, un’altra la scarsa attenzione

Naturalmente non si può certo fare di tutta l’erba un fascio nel senso che ci sono sinistri e sinistri e ci sono situazioni e situazione. Parlando di penale va detto che l’omicidio stradale può essere punito, come il Codice Penale prevede, con la reclusione tra i due ed i sete anni.

Ma va sottolineato che secondo il Codice Penale, tali pesanti pene sono appannaggio di chi “cagiona per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale”. Se l’omicidio stradale è causato da un soggetto che era alla guida in stato di ebrezza o sotto l’effetto di sostanze illecite e stupefacenti, la reclusione sale da un minimo di 8 ad un massimo di 12 anni.

Condotte in evidente contrasto con le normative del Codice della Strada, per questo le sanzioni e le pene sono di un certo peso. Naturalmente diverso il caso di chi per esempio investe un pedone che di colpo attraversa la strada, anche se sulle strisce.

La legge impone la prudenza e perfino il dover rallentare la velocità di marcia in maniera tale da anticipare eventuali comportamenti strani del pedone, ma ciò non vuol dire che si finisce in prigione sempre e comunque.

In caso di omicidio stradale però, la cosa che scatta automaticamente già prima del relativo approfondire le indagini da parte degli inquirenti, è la sospensione della patente. Con durata naturalmente variabile in base al singolo caso, e se la gravità è evidente, si può perdere anche il documento di guida.

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