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Stellantis, i sindacati chiedono nuovo vertice

Proseguire i lavori del 15 giugno scorso, questa la richiesta dei sindacati, ma evidentemente qualcosa non va.

stellantis mise

Se davvero lo scorso 15 giugno al Mise, ciò che uscì fuori fu commentato positivamente da tutti, sindacati compresi, e se davvero qualche giorno fa su Melfi, sindacati e azienda hanno trovato un accordo, allora perché si chiede un nuovo vertice?

Infatti pare che le sei sigle sindacali più rappresentative a livello aziendale, cioè i sei sindacati presenti al summit del 15 giugno scorso, hanno chiesto al governo un nuovo incontro.

Lo conferma anche l’UGL che ieri ha riunito la segreteria provinciale di Potenza, con la presenza del Segretario Nazionale dell’UGL Metalmeccanici, Antonio Spera.

L’esito della riunione è stato riportato da un comunicato ufficiale della stessa Unione Generale del Lavoro, di cui da notizia pure il sito di informazione locale, “Sassilive.it”.

Evidentemente c’è qualcosa da approfondire

La fumata bianca per l’accordo tra sindacati e azienda, la conferma dei 4 nuovi veicoli elettrici da costruire a Melfi dal 2024, l’ipotesi ancora in piedi per la Gigafactory (fabbrica di batterie per auto elettriche) da costruire nel polo produttivo della Basilicata, ma anche il taglio di una linea produttiva (quella della Jeep Compass che passerà ad essere costruita dove oggi di fanno Jeep Renegade e Fiat 500X).

Questo il punto della situazione per Stellantis Melfi. Una situazione che ha lasciato il malcontento nei lavoratori, che chiedevano chiarimenti sul continuo ricorso alla cassa integrazione e chiedevano smentite riguardo agli ipotizzati esuberi di personale con ricadute importanti sull’indotto.

La soddisfazione dei sindacati, uscita a chiare lettere a margine del summit, non è stata la stessa degli operai. Ma quello che si legge nel comunicato dell’UGL mette in luce qualcosa che non va nemmeno da quest’altra parte, quella dei rappresentanti dei lavoratori.

UGL metalmeccanici, le richieste dei sindacati uniti

“ Il gruppo Stellantis mantenga gli impegni dando seguito alle integrazioni delle piattaforme e investimenti per garantire occupazione e volumi produttivi”, così inizia la nota dei sindacati, dopo la riunione di ieri a Melfi, presso la sede dell’UGL. Come si legge sul sito prima citato, presenti i vertici del sindacato, dal Segretario Nazionale di UGL Metalmeccanici, Antonio Spera, a tutti i quadri e i dirigenti metalmeccanici lucani, da Giuseppe Palumbo a Costanzo Florence.

Importante ciò che ha detto il Segretario Nazionale, Antonio Spera. “Sul sito automobilistico di Stellantis Melfi siamo pronti ad accettare le sfide come da sempre e con grande senso di responsabilità abbiamo fatto ed a volte anche sottoscrivendo accordi che sembravano inizialmente impopolari. C’è bisogno però che il gruppo Stellantis mantenga gli impegni e dia seguito alle integrazioni delle piattaforme e investimenti per garantire occupazione e volumi produttivi. A tal proposito noi sei sindacati più rappresentativi tra quelli presenti nei consigli di fabbrica, Ugl metalmeccanici, Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm, AqcfR e Fismic abbiamo richiesto a livello nazionale, ai Ministri Giorgetti e Orlando, e al capo delle relazioni industriali De Biasi, di riconvocare un vertice al Mise con Stellantis, per proseguire il confronto sul futuro piano industriale e le garanzie occupazionali per tutti gli stabilimenti italiani e nella transizione energetica per tutti a partire dal confronto sindacale tenutosi a Melfi fino alla necessità di costruire in Italia una Gigafactory e di assegnare a tutti gli impianti dai motori all’assemblaggio agli enti di staff una missione produttiva e di attività che garantisca l’occupazione e le prospettive per il futuro”, queste le parole del Segretario Nazionale che di fatto conferma l’unità di intenti dei sindacati presenti a Roma lo scorso 15 giugno. E tutti insieme chiedono al governo di riconvocare il summit per proseguire i lavori.

Su Melfi occorre maggiore chiarezza

Saranno state le recenti lamentele di diversi gruppi di operai, scontenti di quanto emerso al vertice di Roma del 15 giugno, ma fatto sta che anche i sindacati adesso chiedono un nuovo tavolo di discussione, evidentemente perché non possono bastare le promesse fatte per il 2024, dai 4 nuovi modelli da produrre a Melfi, alla fabbrica di batterie elettriche.

Ciò che forse è più delicato resta il fatto che l’azienda ha deciso autonomamente di chiudere una linea di produzione a Melfi. E l’altra linea attiva che ospiterà lavorazioni e lavoratori oggi impegnati in quella in procinto di essere cessata, rischia di diventare un problema. Questo perché sembra pressoché certo che si tronerà ai 20 turni, anche se una settimana si e una no. Ed anche perché i programmi aziendali sono ambiziosi, perché si parla di 400.000 auto da produrre a prescindere dal fatto che le linee di produzione da due passino ad una.

E rassicurazioni o meno da parte dell’azienda, sulla salvaguardia dei livelli di occupazione nello stabilimento di Melfi, il fatto è che se davvero l’assemblaggio oggi piazzato da Stellantis alle aziende dell’indotto, passerà all’interno dell’azienda, nella linea cessata, va storcere il naso a molti. È innegabile che siano a rischio posti di lavoro delle piccole aziende dell’indotto, che vivono sulle commesse di Stellantis e senza queste ultime, chiusure e riduzioni di attività e di lavoratori, non sono una cosa strana da prevedere. E su Melfi il Segretario Spera ha utilizzato parole molto importanti.

“Su Melfi l’UGL si è nuovamente assunta una grossa responsabilità unitamente alle altre Organizzazioni Sindacali concludendo una trattativa tra Stellantis che ha portato alla firma di un accordo importante per lo stabilimento di Melfi dove dal 2024. A Melfi sarà allocata la produzione di 4 nuovi modelli completamente elettrificati ognuno di un brand diverso ed in più un’area di assemblaggio batterie elettriche; nel contempo a Melfi si continuerà con la produzione delle vetture attualmente in loco e non solo, anche l’evoluzione delle stesse previste e confermate nel piano industriale 2018/2022.”, così Spera ha ribadito la bontà di quanto emerso nel primo summit.

“Il nostro incontro è incentrato anche e principalmente per avere la contezza su cosa avviene nel mondo industriale Italiano: il sindacato oggi deve stare al passo dei tempi per garantire lavoro, occupazione e produzione tenendo sempre occhio vigile sulla crisi che sta colpendo l’automotive e sulle ripercussioni che potrebbero interessare tutti i siti, dovuto anche alla transizione verso l’elettrificazione”, questo ciò che ha detto Spera, sottolineando quasi a voler dare ragione all’azienda, la fase di crisi del settore Automotive, anche se c’è chi ad affermazioni del genere risponde con i dati delle vendite di Stellantis del primo trimestre 2021, che tanto negative non sono.

In definitiva, i sindacati vogliono un nuovo tavolo, perché ad oggi ci sono le promesse e l’accordo su Melfi già siglato, ma si resta sempre in attesa del nuovo piano industriale di Stellantis. E se Melfi è una priorità evidente, essendo il sito produttivo dove vengono già oggi prodotte più della metà di tutte le auto del gruppo che si costruiscono in Italia, il ragionamento dei sindacati non può non guardare oltre. Infatti non si può non guardare a tutti i siti Italiani che vivono situazioni di difficoltà identiche a quelle che si vivono all’interno dello stabilimento di Località San Nicola di Melfi in Basilicata.

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