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Stellantis, cassa integrazione anche a giugno e luglio, ma poi ripresa

Il settore cambi dello stabilimento Stellantis di Termoli ancora in sofferenza per l’estate, ma dopo lo slittamento, partirà la produzione del motore ibrido.

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Dopo l’annuncio della cassa integrazione per il mese di giugno nello stabilimento Stellantis di Melfi, una notizia simile, anche se non ancora ufficializzata arriva dal Molise. Infatti anche a Termoli, presso un altro stabilimento Stellantis, i prossimi mesi vedranno fermate di produzione non indifferenti.

Ma ad una cattiva notizia si affianca una buona, perché pare che tutto sia pronto per l’avvio della produzione dei motori ibridi che dovrebbero dare slancio e ripresa a uno dei poli produttivi più importanti della piccola Regione Molise.

Anche in questo caso nessuna conferma ufficiale sull’avvio di questa nuova produzione che tra l’altro doveva essere già partita ma che ha subito alcuni rallentamenti.

Ancora cassa integrazione nel settore cambi a Termoli

L’incertezza per quanto riguarda i lavoratori degli stabilimenti Stellantis in Italia regna sovrana. Notizie di cassa integrazione e di piani aziendali mancanti arrivano ogni giorni e da tutte le Regioni dove hanno sede gli stabilimenti Stellantis nel Bel Paese.

Abbiamo affrontato in questi giorni le vicissitudini dello stabilimento Stellantis di Melfi, in Basilicata, con giugno che vedrà in cassa integrazione almeno 1.000 operai. Anche a Termoli, in Molise le notizie non sono buone. Infatti a giugno e luglio anche nello stabilimento in Molise, si farà i conti con la sofferenza dei cicli produttivi. Tradotto in termini pratici, anche a Termoli cassa integrazione al via.

Sembra infatti che siano  stati annunciati ulteriori periodi di cassa integrazione, che al momento dovrebbe riguardare solo il settore cambi, ma si aspettano comunicazioni ufficiali. Come dicevamo, è l’assenza di un definitivo piano industriale a far  regnare l’incertezza, ma le voci che circolano sembrano far intravedere una luce in fondo al tunnel, perché pare che a settembre si partirà con la produzione del nuovo motore ibrido.

Nuovo vertice per stabilire il futuro e per fugare le incertezze

Stiamo volontariamente usando l’ipotetico proprio perché si brancola nel buio, in attesa che il vertice tra Azienda e sindacati che dovrebbe essere convocato per la prima metà di giugno, faccia chiarezza. Così come l’ex stabilimento FCA di Melfi, anche per Termoli in Molise, i sindacati chiedono che vengano fugati i dubbi circa il futuro dello stabilimento.

Anche la notizia che a settembre, cioè dopo l’estate, dovrebbe partire la produzione del motore ibrido non tranquillizza, soprattutto perché questa lavorazione e questa produzione, dovevano partire prima dell’estate e sono state rinviate incomprensibilmente e senza spiegazioni ufficiali da parte dell’Azienda.

Proprio la carenza di informazioni ufficiali mette angoscia e manda in fibrillazione i lavoratori. Un modus operandi che Stellantis fin dalla sua nascita ad inizio anno, dopo la fusione tra i francesi di PSA e gli italiani di FCA ha adottato. Manca chiarezza, questo ciò che i sindacati in tutti gli stabilimenti lamentano, riportando le voci dei lavoratori, seriamente preoccupati.

 Restano infatti solo le giustificazioni riguardanti la crisi del settore auto, perché è sempre il mercato e la crisi post pandemia che viene usata dall’azienda a giustificare questa incertezza e questo costante richiamo, un po’ ovunque, alla cassa integrazione.

Anche il rinvio della produzione dei motori ibridi è, secondo le voci che provengono da fonti vicine ai vertici aziendali, dovuta alla crisi generale che porta gli utenti a rinviare l’acquisto di nuovi veicoli.

E pensare che proprio l’avvio della produzione dei motori ibridi è l’evento che nello stabilimento di Rivolta del Re a Termoli, attendono con ansia visto che porterà la fabbrica a produrre più o meno 2.000 motori al giorno.

Mercato e crisi che stridono con i numeri del primo trimestre di Stellantis alla voce utili. Ecco perché la preoccupazione regna sovrana anche a Termoli, perché in attesa del nuovo motore, l’azienda ha deciso di far ricorso nuovamente alla cassa integrazione per il settore cambi. Ad oggi sembra confermata la cassa integrazione  dal 7 giugno al 20 giugno e dal 1 luglio al 4 luglio. E a luglio la cassa integrazione riguarderà anche i lavoratori del settore C546.

I sindacati si lamentano, ecco cosa dicono dalla UILM di Termoli

 “Ma la chiarezza arriverà soprattutto dal piano industriale che tuttora non ci è stato presentato. Senza quello è difficile fare previsioni” questo il commento che proviene dala UILM, a voce di Francesco Guida, segretario territoriale. Tra l’altro la Uilm di Termoli ha già chiesto un summit urgente con i vertici aziendali proprio per dirimere tutte le questioni riguardanti lo stabilimento del Molise.

Ciò che i sindacati chiedono e che venga fatta chiarezza sul futuro, anche perché pur se ottimo dal punto di vista del futuro delle lavorazioni, l’ibrido non può bastare e fa specie il fatto che anche i vertici aziendali sembrano confermare come in Italia sul full electric siamo ancora indietro. E proprio l’elettrico è il futuro per le auto e per gli stabilimenti, ed è li che i sindacati chiederanno conferme circa la volontà di Stellantis di non lasciare indietro l’Italia e i suoi stabilimenti, rispetto alle altre nazioni dove Stellantis ha fabbriche e che sembrano più avanti sul cambio di rotta verso i motori a propulsione elettrica.

Inoltre verrà chiesto all’azienda di verificare la possibilità di nuove assunzioni che oggi appaiono distanti. Per non ridurre l’occupazione in fabbrica e dal momento che per il Molise lo stabilimento Stellantis di Termoli è più di una risorsa come lo è lo stabilimento di Melfi per la Basilicata (parliamo di Regioni piccole e con economia non certo paragonabile alle Regioni del settentrione), occorrerebbe un piano di turnover che tenga conto del fatto che non saranno pochi i lavoratori dello stabilimento del Molise che lasceranno l’occupazione per pensionarsi entro fine anno con l’ultimo periodo di utilizzo di quota 100.

Ed occorrerebbe prevedere assunzioni di giovani, che oggi, con un mercato che sembra si riprenderà solo a fine pandemia, a 2022 inoltrato se tutto va bene, appaiono lontane e forse impossibili da prevedere.

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