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Stellantis: cassa integrazione in Italia e assunzioni all’estero

Stellantis assume in Francia e negli USA, mentre in Italia cassa integrazione.

Termoli Stellantis

Mentre John Elkann diventa cavaliere del lavoro (insieme ad altri 24), mentre i numeri delle vendite di Stellantis del primo trimestre 2021 sono discreti e mentre all’estero l’azienda investe, in Italia si continua a fare ricorso alla cassa integrazione.

A Melfi infatti, nel grande stabilimento Stellantis della Basilicata, è notizia di ieri l’annuncio che per 1.000 lavoratori dell’ex stabilimento FCA di Melfi,  ci sarà ancora cassa integrazione anche nel mese di giugno appena entrato. Ciò che fa più preoccupare, oltre naturalmente alla cassa integrazione, anche il futuro degli stabilimenti in Italia, perché stride il fatto che come si legge sul quotidiano “La Verità” diretto da Maurizio Belpietro, Stellantis prevede assunzioni in Francia e negli Stati Uniti d’America.

Due pesi e due misure quindi, perché se è vero che la scusa madre del richiamo alla cassa integrazione in Italia è la carenza di componentistica oltre alla crisi del mercato, non si capisce perché altrove si pensi ad investire. E tornano in mente le parole del Ceo, Carlos Tavares che ha contestato il troppo elevato costo della produzione in Italia. Una accusa che a qualcuno ha fatto pensare che Stellantis stia per smobilitare nel Bel Paese.

Investimenti di Stellantis un po’ ovunque, ma in Italia crisi

Come dicevamo, dopo mesi e mesi di cassa integrazione e di fermate della produzione, il trend non migliora affatto. E in quello stabilimento dove si producono da sempre più della metà delle auto che si costruiscono in Italia, cioè nell’ex stabilimento FCA di Melfi,  1000 dipendenti finiranno ancora una volta in cassa integrazione.

La cosa che fa discutere è che secondo la Verità, l’ex FCA, che adesso si chiama Stellantis dopo la fusione con PSA e che è diventato il quarto costruttore di auto al Mondo, in Francia e negli USA assume. Segno indelebile questo del fatto che Stellantis adesso sembra voglia investire negli USA, come è normale che sia essendo un mercato enorme, ma anche in Francia, che poi è lo Stato a cui gli italiani guardano visto che è quello di origine di PSA (Peugeot, Citroen e Opel), con cui l’ex Fiat si è unita con una fusione che sa tanto di cessione.

Prima l’invito a recarsi in Francia a studiare i metodi di produzione transalpini, invito recapitato tramite mail agli operai italiani di Melfi, poi il fatto che la Francia intesa come Stato, ha una partecipazione in Stellantis mentre l’Italia no e il fatto che i programmi produttivi ed industriali francesi sembrano già definiti mentre in Italia si brancola quasi nel bui, hanno portato quello che una volta era campanilismo tra Italia e Francia ad una competizione vera e propria, con i nostri “cugini” che sembrano in netto vantaggio.

La cassa integrazione è distruttiva per gli operai e per la loro forza reddituale

Le vittime di tutta questa situazione restano gli operai. Innanzi tutto dal punto di vista dello stipendio, una cosa è quando si lavora, un’altra quando si è in cassa integrazione. Si prende meno di stipendio, questo è evidente.

I sindacati però guardano oltre, perché in cassa integrazione vengono meno anche benefit e perfino diritti che durante le giornate di lavoro i dipendenti maturano mentre in cassa integrazione no.

“Drammatica situazione di mancate giornate lavorative”, di questo parlano i sindacati. E chi ha un occhio attendo alle dinamiche di Stellantis non solo in territorio italiano ha notato che per esempio, in Francia e nel sito produttivo di Poissy, vicino Parigi, ci sono numerose offerte di nuove assunzioni da parte di Stellantis. In tutto 700 nuove assunzioni, questo ciò che programma in Francia Stellantis, con la stragrande maggioranza dei nuovi addetti che vengono ricercati proprio all’ex stabilimento PSA di Poissy, con circa 500 nuove assunzioni previste.

Ma per esempio, sempre per quanto si legge sulla Verità, 80 assunzioni sono previste per l’ex sede della Chrysler ad Auburn Hills, nel Michigan e quindi anche in America. E i ben informati sostengono che presto anche la Germania sarà interessata da piani di investimenti di questo genere.

A Melfi situazione in ebollizione

Nello stabilimento di Melfi, in Basilicata, manifestazioni, presidi e iniziative tanto dei sindacati che degli operai, con inviti a governo ragionale e statale a monitorare la situazione sono stati molti in queste ultime settimane. Evidentemente  però sono serviti a poco se anche a giugno, un operaio su 7 (in totale sono circa settemila i lavoratori di Stellantis nell’ex FCA di Melfi), resterà a casa in cassa integrazione guadagni.

La notizia è stata ufficializzata ieri 31 maggio dopo un vertice tra i rappresentanti locali dell’azienda e i sindacati. Motivo del nuovo ricorso all’ammortizzatore sociale per eccellenza, cioè alla cassa integrazione è sempre il “perdurare della crisi di mercato”. Una crisi che però, per quanto prima detto e per quanto sembra stia facendo Stellantis altrove, appare una giustificazione che non trova conferma.

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