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Guida in stato d’ebbrezza: multa anche per chi ha assunto farmaci

L’aver preso medicine non esclude la punibilità nella guida in condizioni alterate da alcol

stato d’ebbrezza

Stangata della Cassazione sugli ubriachi al volante. Con sentenza 11457/2021, si fa chiarezza sulla guida in stato d’ebbrezza: la multa è valida anche per chi ha assunto farmaci. L’aver preso medicine non esclude la punibilità nella guida in condizioni alterate da alcol.

Quello che conta, per i guidatori esperti, è il limite di mezzo grammo di alcol ogni litro di sangue. Per i neopatentati (chi ha la patente da meno di 3 anni), invece, c’è la tolleranza zero: non possono bere neppure un goccio di alcol prima di andare in macchina. Lo stabilisce il Codice della Strada.

Parliamo di un guidatore che ha sfondato quota 3 grammi di alcol per litro di sangue: una mina vagante a bordo di un veicolo.

Più precisamente, la Cassazione dice che spetta al conducente accertarsi della compatibilità dell’assunzione dei farmaci con le regole poste a tutela della sicurezza stradale. Incorre nel reato  di guida in stato di ebbrezza chi che assume farmaci a elevata componente alcolica. Che alzano il livello di alcol nel sangue, già presente per qualche bevuta.

Fra parentesi, vale davvero rammentare che certe medicine pesanti possono essere in contrasto con la guida. Infatti, la rivalsa Rc auto scatta per incidenti in stato d’ebbrezza, o sotto l’effetto di droghe, oppure di sostanze psicotrope, come alcune medicine. La compagnia risarcisce i danni, ma poi si fa indennizzare dal cliente che era in stato alterato.

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Antidepressivi e guida: massima cautela

Il ricorrente sostiene che lo stato di alterazione rilevato dall’apparecchio sia stato determinato dall’assunzione di farmaci antidepressivi, unitamente a un piccolissimo quantitativo di alcol. Insomma, ha alzato il gomito nello stesso periodo in cui prendeva medicine di un certo peso: possono causare sonnolenza, stanchezza, giramenti di testa. Col guidatore meno pronto e reattivo.

Infatti, una regola del 2007, mai attuato con decreto, impone alle case famaceutiche di ricordare sui farmaci come alcune medicine siano poco compatibili con la guida. Ma poi, per motivi misteriosi, quella norma non è mai entrata in vigore.

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