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Meno vittime fra ciclisti e pedoni: campagna di educazione stradale

Al Giro d’Italia, l’Aci lancia #rispettiamoci, per favorire la convivenza fra automobilisti e utenti deboli

#rispettiamoci 2

Basta viaggiare nel centro di qualsiasi città italiana per capire quanto sia difficile la convivenza fra automobilisti e utenti deboli. In occasione del Giro d’Italia, l’Automobile club d’Italia lancia allora #rispettiamoci, campagna di educazione stradale con l’obiettivo di abbassare il numero di vittime fra ciclisti e pedoni. E monopattinisti, visto il numero enorme di sinistri che li coinvolge.

Durante le 21 tappe della corsa rosa, si terranno iniziative per responsabilizzare e sensibilizzare alla sicurezza stradale, ma anche per sostenere  turisticamente i territori.

#rispettiamoci 2

Otto i punti forti di #rispettiamoci

  • Rispetto di tutti per tutti: dall’automobilista all’utente vulnerabile, e viceversa. Osservando le regole del Codice della Strada.
  • Al volante stai attento a bici e pedoni, soprattutto di notte e in condizioni di scarsa visibilità: è in quei frangenti che si verificano più impatti mortali.
  • Non sorpassare veicoli in prossimità degli attraversamenti pedonali: l’utente debole potrebbe essere “nascosto” da altri veicoli.
  • Non sostare su piste ciclabili, marciapiedi e strisce: si crea intralcio e si danneggia la sicurezza stradale.
  • In auto come a piedi e in bici, non distrarti con lo smartphone: comunque, quando si guida, è vietato tenere il cellulare in mano.
  • Rallenta nei cambi di direzione per la possibile presenza di pedoni e ciclisti.
  • Presta attenzione prima di aprire lo sportello, specie nelle vie sempre più strette e trafficate.
  • In bici, soprattutto di notte, renditi sempre ben visibile; ma questo vale anche su monopattino elettrico.

Le telecamere amiche della sicurezza stradale?

La strada è chiaramente molto lunga: c’è diffidenza spesso fra automobilista e ciclista, se non astio. Col monopattino elettrico che ha fatto peggiorare le cose, intasando la mobilità. Va detto che le cosiddette piste ciclabili sono spesso pericolose: non protette, esposte a mille rischi, con numerosi attraversamenti di ogni genere. Anche gli Enti locali devono fare la loro parte, con una mobilità alternativa che sia sicura.

Inoltre, l’invasione delle telecamere al posto degli agenti delle Forze dell’ordine in carne e ossa non può certo far calare gli incidenti: lo dimostrano le statistiche in Italia.

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