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Investe pedone fuori dalle strisce: colpevole anche sotto il limite

Così si pronuncia la Cassazione, dopo anni di battaglia legale

investimento di un pedone

I fatti: nel 2011, in Campania, un automobilista guida sotto il limite di velocità e investe un pedone fuori dalle strisce. Che muore. Guidatore colpevole? Per i giudici, sì: reato di omicidio colposo aggravato, ossia per imperizia, negligenza e imprudenza. Sulla stessa linea la sentenza della Cassazione numero 16694/2021. Infatti, il conducente viaggiava a una velocità troppo alta in relazione alla strada, al traffico, alle condizioni meteo, alla visibilità e ad altri elementi che possono entrare in gioco. 

Nel fatto esaminato, c’era una curva con visuale non libera, intersezione presegnalata con obbligo di arresto, zona urbana con presenza di caseggiati a bordo strada, assenza di marciapiedi. Insomma, un’area a forte rischio incidente. Di sera, in una strada cittadina poco illuminata, in un punto situato nei pressi di una fermata della metropolitana. Con persone intente all’attraversamento pedonale nonostante ci fosse un sottopassaggio.

Il pedone investito, sceso dalla portiera anteriore dell’autobus in sosta lungo il lato destro della carreggiata, era passato davanti al mezzo ed era stato investito dall’imputato. In una situazione scottante, che richiedeva di procedere davvero pianissimo, pronti a frenare o a evitare pedoni.

strisce pedonali

Il problema delle strisce pedonali

Ovviamente, il pedone è tenuto (quando possibile) ad attraversare sulle strisce. Tuttavia, l’automobilista deve sempre essere pronto a reagire, in qualsiasi momento, a prescindere dal rispetto del limite di velocità. Ma il comportamento del pedone, nel caso in esame, non è imprevisto e imprevedibile, non c’è caso fortuito: se l’automobilista avesse circolato a velocità più bassa, avrebbe evitato l’impatto frenando per tempo.

Perché il principio base del Codice della Strada è uno e sacro: viaggiare nella massima prudenza, non solo sotto il limite di velocità imposto dal cartello stradale. O vigente su quel tipo di strada. Un secondo principio cardine dice che l’utente della strada è responsabile anche del comportamento imprudente altrui, purché rientri nel limite della
prevedibilità.

Il conducente deve pertanto essere in grado di padroneggiare il veicolo in ogni situazione, tenendo altresì conto di eventuali imprudenze altrui, purché ragionevolmente prevedibili.

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