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Auto elettrica in Italia: Draghi spinge, ma Cingolani esprime dubbi

Non pare che il premier e il ministro siano sulla stessa linea d’onda

Auto elettrica in Italia

Ci sono 248 miliardi di euro cui l’Italia può accedere grazie al recovery Fund dell’Ue: arrivano se la Commissione europea dà l’ok al Piano di Draghi. Nel quale ci sono numerose misure di ogni tipo, anche soldi per le stazioni di ricarica. Ma niente incentivi auto elettrica. Tuttavia, va segnalato che il ministro della Transizione ecologica, Cingolani (fisico e ricercatore), va esprimendo da settimane i propri dubbi sull’auto elettrica in Italia, preferendo l’idrogeno.

Sentiamo Cingolani: “Quando il 72% dell’elettricità sarà prodotta con zero emissioni, allora avrà senso rendere di uso comune la mobilità elettrica. Che senso ha guidare un’auto a batteria se per ricaricarla si brucia petrolio o carbone?“. Eppure Draghi nel Piano parla di 6 milioni di veicoli elettrici circolanti in Italia nel 2030, da raggiungere solo costruendo un’enormità di stazioni di rifornimento. Poche colonnine, poche elettriche in giro; e viceversa.

Questa pare una stranezza nella compagine che comanda: da una parte Draghi che spinge per l’elettrico, dall’altra il ministro della Transizione ecologica che preferisce l’idrogeno. E comunque, mancano gli incentivi per le vetture a batteria dentro il Piano che si intende presentare all’Unione europea.

Elettrificazione della gamma, offensiva Stellantis

Il tutto mentre Tavares, ad Stellantis, continua a parlare di elettrificazione della gamma, con parecchi modelli elettrici al 100%, inclusi quelli dell’Alfa Romeo. Per produrre le elettriche, servono anche fabbriche che sfornino batterie, da creare in Italia: questo significa lavoro, occupazione, sviluppo. Delle quali il nostro Paese ha necessità come ossigeno.

In particolare, a esprimere dubbi sull’assenza di incentivi per le elettriche nel Piano Draghi è Motus-E, l’autorevole associazione per lo sviluppo della mobilità elettrica: sulla mobilità sostenibile, e in particolare quella elettrica, sembrano mancare interventi a sostegno della domanda e dell’offerta. Sulla domanda, non c’è nessun elemento, sull’offerta si può immaginare una modulazione sulle voci a beneficio dell’industria. 

Ma il problema è proprio la domanda: cosa dev’essere? Un sostegno a chi deve acquistare un’auto elettrica, e un supporto all’industria che deve vendere, soprattutto all’industria nazionale italiana che sta puntando inesorabilmente sull’elettrico. 

Prendiamo la Germania. Dedica 2,5 miliardi a sostegno degli acquisti di auto elettriche e ibrido plug in, oltre ai 700 milioni di euro già allocati a budget. Inoltre, hanno stanziato 2 miliardi per la trasformazione dell’industria automotive, e un miliardo per lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica pubblica. 

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