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Green Pass per gli spostamenti in auto: 3 critiche del Garante Privacy

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Green Pass per gli spostamenti in auto

Guerra totale al coronavirus: l’ha dichiarata l’Esecutivo. Nella strategia, c’è anche il Green Pass per gli spostamenti in auto (e con altre mezzi). Sono le misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia. Il provvedimento dispone, innanzitutto, la proroga dello stato di emergenza, dal 30 aprile al 31 luglio 2021. Ma cosa c’entra l’auto? C’entra eccome, visto che la limitazione degli spostamenti è una delle chiavi di volta.

Se guidi l’auto, o se sei un passeggero, sappi che gli spostamenti in entrata e in uscita dai territori collocati in zona arancione o rossa sono consentiti per comprovate esigenze lavorative o per situazioni di necessità o per motivi di salute. Nonché per il rientro ai propri residenza, domicilio o abitazione, anche ai soggetti muniti delle certificazioni verdi. Il Green Pass. Per chi sgarra, multa di 533 euro. Reato per chi mente.

Green Pass per gli spostamenti in auto: cosa dice

Si aspetta il certificato verde interoperabile europeo, per la libera circolazione all’interno dell’Unione, l’introduzione. Ora c’è quello italiano. Tali certificazioni sono rilasciate al fine di attestare una delle seguenti condizioni:

  • avvenuta vaccinazione anti Covid, al termine del prescritto ciclo;
  • o avvenuta guarigione dal corona, con contestuale cessazione dell’isolamento prescritto in seguito a infezione da Covid.
  • effettuazione di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo al virus.

Le certificazioni di vaccinazione e quelle di avvenuta guarigione avranno una validità di sei mesi, quella relativa al test risultato negativo avrà una validità di 48 ore.

Green Pass per gli spostamenti in auto

Ma il Garante Privacy storce la bocca. Tre le sue critiche.

  • La norma appena approvata per la creazione e la gestione delle certificazioni verdi, i cosiddetti pass vaccinali, presenta criticità. Tali da inficiare, se non opportunamente modificata, la validità e il funzionamento del sistema previsto per la riapertura degli spostamenti durante la pandemia. È quindi necessario un intervento urgente a tutela dei diritti e delle libertà delle persone.
  • Il decreto non definisce con precisione le finalità per il trattamento dei dati sulla salute degli italiani, lasciando spazio a molteplici e imprevedibili utilizzi futuri.
  • Per garantire, ad esempio, la validità temporale della certificazione, sarebbe stato sufficiente prevedere un modulo che riportasse la sola data di scadenza del green pass. 

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