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Alfa Romeo negli anni di Nicola Romeo

Le storie delle grandi case sono fatte da grandi uomini: anche per Alfa Romeo è stato così.

Alfa Romeo RL Targa Florio
Un'Alfa Romeo RL Targa Florio

Nicola Romeo ha scritto pagine importanti nella storia dell’Alfa Romeo. Il fatto che il suo cognome compaia nella sigla della casa automobilistica milanese non è casuale. L’ingegnere napoletano, nato il 28 aprile 1876, fu anche senatore del Regno d’Italia, ma il merito della sua grande notorietà va ascritto alle sue attività imprenditoriali.

Come investitore, nel 1915 rilevò l’Anonima Lombarda Fabbrica Automobili (A.L.F.A.). Dopo il suo ingresso, il nome dell’azienda fu trasformato in Alfa Romeo. Qui Nicola Romeo rimase fino al 1928, ma torniamo agli anni precedenti, per raccontare la storia del marchio del Portello, dalle sue origini fino all’uscita di scena dell’ingegnere napoletano.   

Alfa Romeo: i primi passi di una storia brillante

La vita dell’Alfa Romeo è costellata di tappe avvincenti, che hanno scritto l’impalcatura di un marchio capace di far sognare gli appassionati, a tutte le latitudini del mondo. Dal punto di vista legale, la nascita dell’Alfa (acronimo di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) risale al 24 giugno 1910. Nello stesso anno, presso le officine milanesi del Portello, furono concepite due vetture destinate a fissarsi per sempre nella storia aziendale, come primi modelli a sua firma: la 24 HP e la 12 HP, che nella sigla riferiscono la potenza fiscale ad esse imputabile.

Queste vetture a quattro cilindri furono le creature iniziali del “biscione”, sbocciate dall’intesa fra il cavaliere Ugo Stella e il progettista piacentino Giuseppe Merosi. Alcuni mesi fa, l’esemplare più vigoroso della coppia, con una carrozzeria torpedo realizzata da Ercole Castagna, è stato scelto da FCA Heritage per guadagnare le luci dei riflettori a Rétromobile 2020, nella suggestiva cornice del Paris Expo Porte de Versailles, in occasione del 110° anniversario della casa milanese.

Non vogliamo però correre all’attualità: riavvolgiamo il nastro e riportiamo indietro le lancette del tempo, per capire l’evoluzione del cammino dell’Alfa che, nella fase iniziale della seconda decade del secolo scorso, sembrava disporre di un buon potenziale. Le dotazioni tecniche dell’impianto produttivo e le caratteristiche delle auto erano valide credenziali per un sano ottimismo, ma le cose non andarono nel modo sperato.

L’arrivo dell’imprenditore Nicola Romeo

Alfa Romeo RL Targa Florio del 1924

Il sopraggiungere della Prima Guerra Mondiale, azzoppò infatti il cammino dell’Alfa, incidendo pesantemente sui passi iniziali. Inevitabile la crisi aziendale e la liquidazione, ma non tutti i mali vengono per nuocere. Il brand, con la forza delle sue caratteristiche, suscita l’interesse dell’ingegnere Nicola Romeo, giovane e visionario imprenditore napoletano, che nel 1915 fa suo il controllo dell’Anonima Lombarda Fabbrica Automobili. Questa, nel 1918, aggiunge il suo cognome alla sigla, diventando Alfa Romeo: l’atto ufficiale di nascita della nuova denominazione è datato 3 febbraio.

Nel 1919 riprende la commercializzazione della 15-20 HP: l’anno dopo è il turno della 20-30 HP. Il conflitto mondiale è ormai alle spalle, mutano le prospettive e un vigoroso rilancio sembra ormai possibile. Giunge l’Alfa Romeo 20-30 ES del 1921, seguita a ruota dalla G1 (la G2 si fermò allo stadio di progetto e non venne mai prodotta), ma il vero cambio di passo viene segnato nel 1921 dall’arrivo della famiglia RL, destinata a brillare nel motorsport. Una delle versioni più note della serie è la RL Super Sport Targa Florio, sbocciata nel 1923, anno in cui vince la mitica gara automobilistica siciliana, con Ugo Sivocci al volante.

Questa creatura porta al debutto il leggendario quadrifoglio, poi diventato il simbolo dell’Alfa Romeo nel mondo delle corse. Dopo di lei, gli onori della cronaca vanno alla Gran Premio Tipo P2, progettata da Vittorio Jano, che nel 1925 guadagna la gloria nel primo Campionato del Mondo per vetture Gran Prix.

Cresce il prestigio del marchio, ma Nicola Romeo esce dai giochi

La striscia dei successi si allunga e insieme a lei cresce la fama internazionale dell’Alfa Romeo. Il cuore sportivo si tonifica fortemente, con riflessi positivi sulla produzione commerciale, che vede crescere progressivamente il proprio lignaggio. Il dado è tratto: ormai la linea da seguire è tracciata.

Nel 1927 debutta in società un’altra creatura vincente: la 6C 1500, declinata anche nelle versioni Sport e Super Sport, che fa valere la forza di Alfa Romeo sui campi di gara, dove si impone con una certa frequenza. Per Nicola Romeo sono le ultime soddisfazioni sul ponte di comando aziendale. Fra i risultati più luminosi di questa creatura, merita di essere citato il primo posto alla Mille Miglia del 1929, con Campari e Ramponi al volante.

Con le 6C e le successive 8C il marchio del biscione raccoglie un numero imprecisato di affermazioni, sia in pista che nelle più leggendarie gare su strada, come la Targa Florio e la Mille Miglia. Siamo, però, nella nuova era e l’ingegnere napoletano è già fuori di scena.

Fonte | Alfa Romeo

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