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Auto elettriche costose: la strana evoluzione verso i prezzi alti

Non si diffondono le macchine a pila a costi ragionevoli

Auto elettriche costose

“L’elettrificato in questo momento ha registrato una forte spinta”. Queste le parole di Dario Duse, Managing Director di AlixPartners, al #FORUMAutoMotive. “In Europa, nell’ultimo trimestre del 2020, abbiamo registrato 86 milioni di miglia percorribili dai nuovi veicoli elettrici immatricolati. Un’evoluzione che sarebbe stato auspicabile partisse dal basso, ma invece scende dai segmenti alti e meno accessibili. Valide alternative per la mobilità  sostenibile già oggi disponibili sono idrogeno e biodiesel”. Quindi, c’è il problema delle auto elettriche costose.

Gli fa eco Lorenzo Tavazzi, Partner e Responsabile Area Scenari e Intelligence di The European House – Ambrosetti: “La transizione verso l’elettrico è oggi resa ancora più complessa dai cambiamenti innescati dalla pandemia. Che ha ridotto significativamente i livelli di ricchezza della popolazione”, ha osservato , “tanto che stimiamo che prima del 2025 non si tornerà ai livelli pre-Covid. Oggi registriamo investimenti significativi sull’elettrificazione da parte delle Case automobilistiche europee con un boom nell’offerta di modelli, ma sul timing del return on investment oggi la pandemia pone forti interrogativi”.

Sulle auto elettriche costose, si esprime Gianluca di Loreto, Partner di Bain & Company ha analizzato il mercato automotive affermando che oggi, “la corsa all’elettrico, doverosa negli obiettivi, in Europa però spesso dimentica il punto da cui partono i singoli Paesi. In Italia nel 2020 sono state immatricolate 32 mila vetture elettriche pure, solo il 2,3%. In Inghilterra oltre 100mila, la Germania ne ha immatricolate sei volte quanto noi. Non siamo in traiettoria. Da noi si scrive elettrico, ma si legge ibrido”.

Da questa corsa scaturirà anche un impatto diretto sulla componentistica. Un ruolo strategico nel settore automotive lo stanno giocando le operazioni di fusioni e acquisizioni che spesso riguardano proprio i ‘componentisti’ e che nel 2021 potrebbero, come sempre nei tempi di crisi, ridisegnare parte del panorama competitivo.

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