Forse, e sottolineiamo forse, un anno fa (con l’esplosione del Covid), la videoperizia assicurativa dell’auto danneggiata aveva un senso. Il perito, da casa sua, analizzava i danni della vettura. Immortalata con foto e video dell’automobilista, vittima dell’incidente. Ma adesso e in futuro, avrà ancora senso tutto questo? Il danneggiato si vede riconoscere il risarcimento giusto in base a una perizia corretta?
Tre punti caldi sulla videoperizia
Luigi Mercurio, numero uno di Aiped, Associazione italiana periti estimatori danni, ribadisce che è allarme. Per 3 motivi.
- L’assenza di una norma che regoli questo metodo di valutazione.
- La mancanza di un contraddittorio tra operatore e danneggiato.
- E la carenza di tutela di tutti gli “attori” coinvolti nel sinistro stradale.
L’Aiped attacca chi definisce perizia un’attività di accertamento e stima effettuata a distanza. E con l’ausilio di mezzi informatici che non permettono l’intervento diretto del tecnico sulla valutazione.E sulla la quantificazione dei danni.
Mercurio denuncia il tutto a chi di dovere. Cioè? Ivass: Istituto di vigilanza sulle assicurazioni. E Agcm: Garante del mercato e della concorrenza. Lo fa anche agli organi di stampa e alle associazioni dei consumatori.
Secondo Mercurio, la videoperizia non è uno strumento inconfutabile e legittimo per la quantificazione delle cose danneggiate.
Cosa dice la legge sulla perizia Rca
Non basta. L’utilizzo di tali strumenti non rispondono ai requisiti minimi di obiettività, correttezza e trasparenza previsti all’articolo 156 del decreto legislativo 209/2005: l’Aiped segnalerà alle autorità tutte le situazioni nella quali le valutazioni e le stime determinate con il metodo della videoperizia avranno un valore economico distante da qualsiasi oggettività dell’accertamento e stima delle cose danneggiate. “Dove si manifesti il solo interesse e profitto delle compagnie assicurative”, chiosa Mercurio.
Non ultimo, rammentiamo cosa scrive ilCarrozziere.it: “L’automobilista danneggiato fa vedere la vettura al perito. Questi riceve fortissime pressioni dalle Compagnie a fare perizie basse, con meccanismi di incentivo affinché i risarcimenti siano sotto lo standard. Alla fine, il cittadino riceve un rimborso inferiore al dovuto. Direttamente dalle mani del perito, che diventa un liquidatore per conto delle Compagnie, non indipendente. E a guadagnarci sono le Assicurazioni”.