Contestare una multa per una infrazione al Codice della Strada è senza dubbio possibile e le vie sono molteplici. Ci sono casi in cui la contestazione può essere fatta in maniera autonoma tramite quell’istituto che viene chiamato autotutela.
Si tratta di quello strumento che rappresenta il filo diretto tra cittadino e Pubblica Amministrazione. Uno strumento che ha alcune caratteristiche che lo rendono unico nel suo genere perché è rapido, facile e gratuito.
Grazie a questo strumento il cittadino può da solo chiedere l’annullamento della multa comunicando direttamente con l’autorità che ha emesso il provvedimento.
Autotutela, perché conviene
Oltre alla facilità di impugnazione della multa, alla rapidità di risoluzione della controversia ed alla pressoché nulla pesantezza burocratica, è il fattore economico che determina il vantaggio maggiore di usare lo strumento dell’autotutela.
Ricorrere al giudice di pace per esempio, prevede dei costi, perché il solo contributo unificato a volte vale un terzo della sanzione piena e spesso per multe di importo non elevato, conviene piuttosto pagare la multa che adire le vie legali (il contributo unificato non è mai inferiore a 43 euro). Non secondario poi il costo del legale, se l’interessato non voglia seguire da solo il procedimento con relativa difesa, che invece presenta non poche problematiche di tempo, con la necessità di prendere intere giornate di ferie per poter seguire le varie udienze.
Meno costoso è il ricorso al Prefetto, ma è la via di ricorso più rischiosa in primo luogo perché viene meno l’imparzialità del soggetto a cui si ricorre e poi perché in caso di sconfitta, si arriverebbe a pagare il doppio dell’importo originario.
Ricorso in autotutela, come fare?
Per presentare ricorso in autotutela la procedura come detto è alquanto semplice. Si tratta di una richiesta in carta semplice che il cittadino inoltra alla Pubblica Amministrazione, all’autorità o all’Ente che ha comminato la multa. E con la richiesta si sollevano dubbi sulla legittimità dell’atto chiedendo l’immediata cancellazione dello stesso.
Se l’errore da cui è scaturito il verbale è evidente, l’Ente o la PA a cui ci si rivolge con il ricorso in autotutela, non può fare altro che annullare la pretesa. Questo perché è interesse dello stesso Ente cancellare una situazione che per via di un vizio qualsiasi potrebbe essere impugnato dal cittadino di fronte ad un giudice che potrebbe condannare l’Ente anche al pagamento delle spese processuali.
Il ricorso in autotutela poi non ha scadenze che invece riguardano i ricorsi al Prefetto (30 giorni) o al Giudice di pace (60 giorni). Il ricorso in autotutela può essere esperito quando ormai sono già scaduti i termini ordinari per il ricorso al giudice ed anche se si è già provveduto a pagare la multa.
L’istanza può essere presentata senza l’ausilio di un legale e va inoltrato con una raccomandata con ricevuta di ritorno o con l’invio tramite una casella di posta elettronica certificata.