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Charles Leclerc: imparare dagli errori per diventare Campione

Il monegasco si appresta a iniziare la sua terza stagione in Ferrari: la prima senza Sebastian Vettel

Leclerc

A soli 23 anni Charles Leclerc si appresta a vivere la sua terza stagione da pilota Ferrari, divenendo il pupillo sul quale a Maranello puntano tutto e più di tutto. Il monegasco di belle speranze è diventato infatti il punto focale del team che produce le monoposto rosse che tutti i piloti del Circus almeno una volta nella vita vorrebbero domare per ammettere di essere stati piloti Ferrari.

La terza stagione di Charles Leclerc in Ferrari è quella che lo vede per la prima volta non di fianco al quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel; al tedesco, Charles ha strappato doti e virtù da prima guida e durante questa stagione se lo ritroverà competitor di un team come Aston Martin che potenzialmente potrebbe anche stare davanti alle nuove SF21 che vedremo solamente il prossimo 10 marzo.

Viva la motivazione

Dopo una stagione 2020 complicatissima a causa delle scarse performance derivanti da una SF1000 disastrosa sotto ogni punto di vista, Charles pare non abbia mai perso la motivazione di lottare né tanto meno abbia deciso di arrendersi nonostante la classifica piloti lo abbia relegato a fine stagione in ottava piazza. Si sa che molte volte dai disastri si può ricavare una lezione e la possibilità di incrementare le capacità peraltro già ottime per natura.

Il monegasco ha dimostrato lo scorso anno di sapersi adattare al meglio alle avversità di una stagione che ha prodotto patimenti soprattutto in Sebastian Vettel, mai a suo agio con la SF1000: la differenza in termini di risultati e prestazioni fra i due è apparsa evidente, introducendo quindi un Charles Lelcerc capace di riuscire a prendere comunque e sempre la palla al balzo.

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Ciò che è chiaro è che Leclerc è uno dei migliori oggi in Formula 1 nel riuscire a tirar fuori qualche cosa di buono da una monoposto tutt’altro che bilanciata e competitiva ed è sicuramente un’abilità rara. Molti piloti sono migliori di altri quando le condizioni si fanno avverse: è una delle cose che può separare gli ottimi piloti che possono eccellere quando le cose vanno bene dalle potenziali superstar che devono prevalere all’interno di una vasta gamma di condizioni spesso imprevedibili. Alla fine della scorsa stagione, Charles Leclerc si esprimeva in questo modo: “penso che i problemi della SF1000 mi abbiano reso un pilota migliore, perché nei momenti difficili ho trovato la mia determinazione in altri modi: concentrarmi su me stesso, cercando di migliorare. Anche se non si tratta di lottare per il podio o per le vittorie, stiamo lottando per altre posizioni. Alla fine, conta tanto per me. Non credo di essere stato un ragazzo molto paziente in passato, ma ora devo esserlo nella situazione in cui mi trovo ora. Mi sento come se fossi migliorato anche in questo. Quindi sicuramente sono un pilota più forte rispetto a quello che ero all’inizio della stagione. Se è a causa della situazione in cui ci troviamo al momento, non ne sono sicuro. Ma il mio approccio non è cambiato molto, alla fine cerco sempre di analizzare i miei punti deboli e di migliorare su quelli”.

Qualche errore

Tutto questo non vuol dire che Leclerc fosse perfetto. Il più giovane vincitore della storia della Ferrari in Formula 1 ha commesso troppi errori la scorsa stagione, forse a causa dell’adozione di un approccio tutto o niente che lo ha aiutato a tirare fuori il massimo dalla macchina il più delle volte. Ha distrutto entrambe le SF1000 al tornante durante il primo giro del Gran Premio della Stiria e ha silurato Sergio Perez alla curva 4 all’inizio del Gran Premio del Sakhir. Ha anche condotto Lance Stroll contro il muro al primo giro a Sochi, guadagnandosi la reputazione di essere occasionalmente eccessivamente aggressivo al primo giro.

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Charles Leclerc e Max Verstappen si ritirano al primo giro

Di certo sono errori che non possono essere trascurati. Difficile da digerire (per lui) anche l’errore durante l’ultimo giro del Gran Premio di Turchia che gli è costato il secondo posto dopo una guida in gran parte esemplare, terminando alle spalle di Perez e Vettel. Ma forse l’errore peggiore è quello che spesso viene messo da parte ovvero quando è uscito disastrosamente alla Parabolica di Monza dopo essere balzato fino al sesto posto grazie al tempismo della Safety Car.

Chiaramente, questi errori devono essere eliminati se Charles vuole cominciare a sfruttare sul serio il suo concreto potenziale e diventare campione del mondo. Ma ha dato comunque prova di grandi cose più che sufficienti per dimostrare che non è una specie di missile terra-aria, contando sulla fortuna e sul suo ingegno per tenere sotto controllo una monoposto complicatissima.

In una stagione normale con una monoposto competitiva che gli permette di lottare per il mondiale, le cose potrebbero definitivamente essere diverse: quando finalmente arriverà il momento per lui di lottare per il campionato del mondo, verrà messa alla prova la capacità di minimizzare gli errori. Ciò che è chiaro è che i cinque errori nei 17 appuntamenti dello scorso anno sono troppo frequenti.

Ma a Leclerc non manca la capacità di migliorarsi e non si lascia andare per i suoi errori assumendosi sempre la responsabilità quando è necessario. Ciò riflette la sua feroce determinazione a stabilire standard più elevati possibili che gli permettano di migliorare se stesso. E dovrà farlo se in futuro vuole vincere in una lotta per il campionato del mondo contro Hamilton o Max Verstappen. Ma per ora, si tratta di assicurarsi che sia nella migliore forma possibile come pilota per vincere il campionato del mondo quando sarà il momento. Realisticamente un obiettivo da escludere per il 2021. Col cambiamento dei regolamenti atteso per il 2022, le cose potrebbero andare diversamente.

Nel frattempo Leclerc ha guardato anche al passato ammettendo lo shock dell’approdo in Formula 1 nel 2018: “nelle prime gare è abbastanza uno shock trovarmi a correre insieme a tutti i piloti che ero solito guardare in TV. Quindi nei primi Gran Premi devo dire che ero abbastanza intimidito da questo. Ma poi non puoi continuare così. Dopo qualche gara ci si abitua e ora ogni volta che combatto con un pilota in pista non penso a quello che questa persona ha raggiunto. Ho un enorme rispetto per tutti sulla griglia. Lewis ha ottenuto tantissimo in questo sport. Ma ogni volta che indosso il casco, cerco di lottare con lui come con chiunque altro”. Dichiarazioni che certificano la rinnovata voglia di tornare a far bene.

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