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La regola dell’alternanza tra parcheggi grati e a pagamento, multa contestabile per gli automobilisti

Parcheggio strisce blu, multe legittime se mancano parcheggi gratis? Ecco cosa dice la giurisprudenza

Coronavirus strisce blu ZTL Roma

Anche le multe per auto parcheggiate sulle strisce blu senza pagamento del correlativo ticket possono essere contestate sia al Prefetto che al Giudice di Pace. Naturalmente per contestarle occorre che ci sia un valido motivo dal momento che perdere ricorsi significa andare a pagare di più rispetto all’importo della multa stessa.
I parcheggi blu diffusi in molti Comuni e in tutte le grandi città italiane rappresentano una valida entrata di danaro per le casse dei Comuni stessi e sono uno dei motivi di maggiore diffusione delle multe. Ma i Comuni devono seguire specifiche regole per inserire nel loro territorio aree di parcheggio a pagamento. Infatti occorre alternanza tra parcheggi a pagamento e parcheggi gratuiti.
Ed è proprio rispetto a questo obbligo dei Comuni che potrebbe nascere una valida motivazione che può spingere un automobilista multato a contestare la multa.

Parcheggi blu alternati a parcheggi bianchi

Stando ad una pronuncia della Corte di Cassazione, è fatto obbligo ai Comuni che intendono inserire nel loro territorio aree di sosta a pagamento, garantita un’alternanza di aree di sosta a pagamento e aree di sosta gratuite. La Cassazione non fa altro che rimarcare quanto già previsto dal Codice della Strada.
“È onere della Pubblica Amministrazione, in qualità di gestore degli spazi di sosta nell’area urbana, riservare un’adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza controllo o senza dispositivi di controllo di durata della sosta”, cioè, è fatto obbligo per l’Amministrazione Comunale garantire parcheggi gratuiti nelle vicinanze di quelli a pagamento.
Naturalmente ci sono dei vincoli a questo obbligo per i Comuni, perché tramite apposita delibera le locali Giunte possono specificare il perché non è possibile adempiere a tale obbligo. Zone a traffico limitato, particolari caratteristiche di circolazione stradale oppure particolari motivi legati al traffico sono alcune delle motivazioni che i Comuni possono addurre.
Per questo, nonostante la Cassazione ed il Codice della Strada sono abbastanza chiari nel prevedere aree di sosta a pagamento solo a condizione che siano presenti nelle vicinanze aree di parcheggio gratuite, prima di promuovere ricorso meglio controllare che il Comune non abbia deliberato in altro modo.
In assenza di delibere e atti delle Amministrazioni Pubbliche la multa per mancata esposizione del ticket per il parcheggio su strisce blu, è suscettibile di contestazione da parte del multato.

La questione delle ZPRU

Con l’acronimo di ZPRU si intendono le Zone di Particolare Rilevanza Urbanistica. E sono zone che se qualificate così da parte di un Comune, possono essere utilizzate da quest’ultimo, come giustifica del fatto che manchino i parcheggi gratis e che tutti siano a pagamento.
La legge però non permette ai Comuni di approfittare di tutto ciò per costruire una zona dove si è liberi di incassare soldi a scapito degli automobilisti.
Adibire l’intera area di strisce blu adducendo a ZPRU, se questa caratteristica della zona non ha evidenze, porta alla nullità della delibera e al contestuale vizio dell’eventuale multa per un automobilista.

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