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Incidente con capriolo sulla statale: la Regione rimborsa l’automobilista

animali selvatici

Su alcune strade, capire di chi sia la responsabilità di un sinistro non è facile: vedi qui. Pertanto, la Cassazione è stata chiamata a dire la sua su un incidente con capriolo sulla statale: la Regione rimborsa l’automobilista. Così fissa l’ordinanza 3023/2021.

Incidente con capriolo sulla statale: 3 punti fermi

La Cassazione fissa 3 punti base.

  1. I danni cagionati dalla fauna selvatica sono risarcibili dalla pubblica amministrazione a norma dell’articolo 2052 del Codice Civile. Il criterio di imputazione si fonda sulla proprietà o, comunque, sull’utilizzazione dell’animale. Le specie selvatiche protette  rientrano nel patrimonio indisponibile dello Stato e sono affidate alla cura dei soggetti pubblici.
  2. Nell’azione di risarcimento del danno cagionato da animali selvatici,  la legittimazione passiva spetta in via esclusiva alla Regione. Ecco il cuore del problema. Perché? Perché titolare della competenza normativa in materia di patrimonio faunistico. E delle funzioni amministrative di programmazione, di coordinamento e di controllo delle attività di tutela e gestione della fauna selvatica. la Regione può rivalersi nei confronti degli enti ai quali sarebbe in concreto spettato il controllo.
  3. Grava sul danneggiato l’onere di dimostrare il nesso tra il comportamento dell’animale e l’evento. Spetta alla Regione fornire la prova liberatoria del caso fortuito: ha fatto il possibile per evitare il sinistro? Se sì, niente rimborso. Se no, risarcimento. Deve dimostrare che la condotta dell’animale si è posta del tutto al di fuori della propria sfera di controllo. Non evitabile neanche mediante l’adozione delle più adeguate e diligenti misure di gestione e controllo del patrimonio faunistico.

L’automobilista risarcito dalla Regione per l’incidente con l’animale selvatico

Alla fine, non è la Provincia che risarcisce l’automobilista per l’incidente con l’animale selvatico. Ma la Regione. Così, la Provincia vince il ricorso per Cassazione. Dopo che, in primo e secondo grado, era stata condannata a pagare.

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