I primi due anni di militanza in Ferrari per Charles Leclerc sono stati intensi di emozioni e sensazioni a volte contrastanti. Il fatto di dover dividere il box con Sebastian Vettel gli ha dato la possibilità di misurare le sue doti con un quattro volte campione del mondo, e non è mica cosa che succede tutti i giorni.
Se Charles ha espresso comunque una grossa maturità, c’è da dire che spesso la sua irruenza (soprattutto al via, e soprattutto nel 2020) lo ha condotto verso errori sicuramente evitabili frutto probabilmente di una oggettiva mancanza di esperienza. Tra gli episodi più concreti di questa gestione a tratti non perfetta c’è sicuramente quanto accaduto in Austria ad inizio stagione e ciò che invece si è visto al Gran Premio del Sakhir dopo una prestazione eccellente in qualifica.
Gli errori per crescere
In un giovane come lui, gli errori si commettono e ti servono per crescere e per imparare a comprendere i limiti. D’altronde a 24 anni di età il monegasco si trova a dover affrontare la sua terza stagione in Ferrari, con le clausole di chi è comunque definito dai più un predestinato.
La sua convivenza con gli errori è comunque interessante se si pensa che Charles possiede dalla sua parte un concentrato di esperienza comunque già particolarmente valida per l’età che si ritrova. Bisogna affinare qualcosa e avendo a disposizione una monoposto maggiormente competitiva della SF1000 del 2020 potrebbe escludere ogni possibilità di errore che sopraggiunge quando vuoi portare al limite qualcosa che è lontana dalle tue aspettative.
Ad ammettere la volontà di migliorarsi, e di imparare dagli errori, è proprio Leclerc che ne ha parlato con Armani di cui è ambasciatore: “non sono una persona che guarda tanto al passato. Ogni volta che faccio un errore lo guardo come una cosa positiva: vuol dire che la volta dopo non lo commetterò più. Vuol dire che imparerò da questo sbaglio e sarò una persona e un pilota migliore. È vero di natura sono impaziente, ma più passano gli anni e più ho imparato ad aspettare”.