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FCA Italy denunciata: le sue mascherine non sarebbero a norma

La denuncia è stata presentata da USB, Rete Iside Onlus e OSA

mascherine fca italy

Dalla scorsa estate, FCA Italy ha avviato la produzione di mascherine anti COVID negli stabilimenti di Mirafiori e Pratola Serra. Il progetto è molto ambizioso e garantisce la produzione di 11 milioni di mascherine monouso ogni giorno andando a coprire circa il 70% del fabbisogno delle scuole italiane. Sin dai primi lotti di produzione, però, sono emersi dei dubbi sull’effettiva qualità delle mascherine prodotte da FCA Italy.

Nei giorni scorsi, USB Basilicata aveva diffuso i risultati di alcuni test di laboratorio che confermavano il mancato rispetto degli standard produttivi per le mascherine realizzate da FCA Italy. In particolare, i dispositivi di protezione analizzati presenterebbero un “potere filtrante” inferiore rispetto a quanto previsto dalle normative. 

Nella giornata di oggi, USB, Rete Iside Onlus e OSA hanno annunciato di aver sporto denuncia alla Procura della Repubblica di Roma ed alla Procura regionale del Lazio presso la Corte dei Conti in merito al caso delle mascherine prodotte negli stabilimenti di FCA Italy che vengono poi indirizzate alle scuole ed alle aziende. Alla base della denuncia ci sarebbe il presunto mancato rispetto dei parametri stabiliti dal Dpcm del 17 marzo 2020 (n.18).

Alla magistratura è stato chiesto di verificare l’esistenza del reato di frode in pubbliche forniture e di pericolo per la salute pubblica. Da valutare, secondo i denuncianti, anche la possibilità che sia stato concretizzato un danno erariale. Con la denuncia viene richiesto di adottare provvedimenti cautelari, come il sequestro, per evitare la produzione di ulteriori mascherine non a norma con i relativi rischi per i cittadini. Da notare, inoltre, anche la richiesta di individuare gli eventuali responsabili.

Cosa dicono le analisi delle mascherine di FCA Italy

Stando al comunicato diffuso da USB nella giornata di oggi, alla base della denuncia ci sono le analisi eseguite da Archa srl, società accreditata da Accredia, l’ente designato dal Governo italiano per “attestare competenza, indipendenza e imparzialità dei laboratori che verificano la conformità di beni e servizi alle norme”. I test in questione si sono concentrati sul “potere filtrante” di due lotti di mascherine di FCA Italy.

Il primo lotto è stato realizzato nel settembre del 2020 ed era riservato ad una scuola. Il secondo, invece, è stato prodotto a novembre del 2020 ed era destinato ai lavoratori del gruppo FCA. Secondo i risultati dei test, le mascherine pediatriche presenterebbero un potere filtrante dell’83-86% mentre quelle per adulti arriverebbero sino a 89-90%. Per entrambe le mascherine, la normativa prevede il raggiungimento del 98%. 

Per ora la produzione di mascherine continua

Al momento, FCA Italy, oggi parte del gruppo Stellantis, non ha commentato la denuncia presentata da USB, Rete Iside Onlus e OSA. Stando alle ultime informazioni, l’azienda continua la produzione delle sue mascherine senza modifiche al processo produttivo. Nelle scorse settimane, il progetto era stato prorogato almeno sino al prossimo mese di settembre 2021, per quanto riguarda lo stabilimento di Pratola Serra.

Ricordiamo che nel sito irpino la produzione di mascherine ha consentito di ridurre il ricorso agli ammortizzatori sociali, grazie all’impiego stabile di circa 300 addetti sulle linee produttive. L’azienda non ha ancora confermato la durata del progetto di produzione di mascherine per lo stabilimento di Mirafiori.

In attesa di un commento ufficiale, quindi, la produzione di mascherine di FCA Italy per i lavoratori del gruppo e le scuole italiane continua. Maggiori dettagli sulla questione, in ogni caso, arriveranno senza alcun dubbio nel corso delle prossime settimane quando si potrà verificare se la denuncia presentata oggi troverà effettivamente seguito. Continuate a seguirci per tutti gli aggiornamenti.

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