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Sinistri auto, si parte sempre dal concorso di colpa: ecco i due principi per avere ragione

Quando si verifica un sinistro la tendenza originaria è sempre quella di una co-responsabilità dei due conducenti, per poi stabilire la parte lesa e il responsabile.

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I sinistri auto sono un argomento spesso controverso e dibattuto che lascia sempre qualche dubbio interpretativo, soprattutto per quanto concerne le responsabilità dell’uno o dell’altro conducente.

Non è raro trovare ad un incrocio piuttosto che all’uscita da un parcheggio, due automobilisti che litigano dopo essere stati vittima di un sinistro auto. Litigio relativo alla responsabilità dell’evento naturalmente, con le accuse reciproche sulla colpa dell’accaduto.

Ma come si fa a stabilire chi sia davvero il responsabile in caso di sinistro tra due autovetture? Vediamo cosa prevede la normativa vigente e come è la tendenza utilizzata dalla giurisprudenza per stabilirlo.

Dal concorso di colpa alla responsabilità al 100% con infrazione del Codice della Strada

 

La cosa interessante per legge è che in genere, quando si verifica un sinistro auto si presume che ciascuno dei conducenti coinvolti abbia concorso, in uguale misura con l’altro, all’evento, cioè il concorso di colpa. In altri termini si presume la responsabilità equamente divisa tra i due conducenti e così anche l’eventuale risarcimento del danno.

Per stabilire l’eventuale colpa al 100% di uno o dell’altro conducente, in linea di massima si usano due principi. In primo luogo, la risultanza circa la violazione di qualche norma del Codice della Strada. In pratica, se uno dei due conducenti ha trasgredito ad uno o più norme del Codice della Strada, è probabile che la colpa al 100% del sinistro ricada su quest’ultimo. E naturalmente servono le prove della trasgressione. Da questo punto di vista gli esempi possono essere molteplici, dal passaggio con il semaforo rosso, al mancato uso di indicatori di direzione e così via.

Le regole sulla circolazione sono tutte messe nero su bianco dal Codice della Strada, così regole di comportamento, precedenze, obblighi e segnaletica. Trovare qualche violazione è assai semplice, ma sono le prove probabilmente quelle più difficili da asserire. In questo spesso sono d’aiuto el Forze dell’Ordine chiamate a fare i rilievi nei luoghi dei sinistri.

 

Si è fatto tutto il possibile per evitare l’incidente?

Il secondo principio che può, per così dire scagionare un conducente dal prendersi la colpa al 100% di un sinistro auto è la prova di aver fatto tutto ciò che era possibile fare per evitare l’incidente. Un principio questo che davvero è abbastanza difficoltoso in quanto ad interpretazione, ma che spesso i Tribunali chiamati ad intervenire, utilizzano. In buona sostanza, la colpa di uno dei conducenti coinvolti nel sinistro, non esclude quella dell’altro che non ha adottato misure e manovre, anche di assoluta emergenza, per evitare lo scontro.

Il secondo principio quindi, si scontra di fatto con il primo perché anche se il conducente che ha violato il Codice della Strada è inevitabilmente responsabile del sinistro, anche l’altro, se non ha prestato attenzione e non ha cercato in tutti i modi di evitare l’impatto, può essere ritenuto ugualmente co-responsabile del sinistro.  Quando si arriva davanti ad una Corte infatti, i giudici oltre a sancire le violazioni commesse da uno o da entrambi i conducenti, deve verificare se entrambi gli automobilisti coinvolti hanno adottato tutte le misure adottabili per evitare l’incidente.

Anche in questo caso le situazioni che si possono verificare circolando per le strade sono molteplici. Una auto che fa improvvisamente retromarcia per svoltare dopo aver sbagliato strada e impatta con quella che la seguiva. Manovra illegale della prima vettura, velocità della seconda, assoluta mancanza di riflessi del conducente dell’auto che seguiva. Sono questi molti dei rilievi che un giudice fa nel momento di emettere sentenza.

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