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Mattia Binotto: delusione e malinconia

Il team principal della Scuderia di Maranello ha espresso il suo punto di vista su una stagione deludente e sull’addio di Vettel

Vettel

C’è una certa differenza a ritrovarsi sesti in campionato quando subito dopo l’avvio di stagione si provava a ragionare in ottica terza piazza mondiale. Mattia Binotto lo sa e non era presente ad Abu Dhabi per motivi di salute che lo hanno fatto rientrare anzitempo in Italia da dove però ha chiaramente seguito le vicende legate all’ultimo appuntamento stagionale.

Ad Abu Dhabi si è vista una Ferrari che è lo specchio della Scuderia vista per tutta la stagione, ovvero quella vista anche per quanto riguarda il tris di appuntamenti di fila disposti in Medio Oriente a chiusura di una stagione complicatissima.

Un risultato che “mancava” da quarant’anni

La sesta posizione finale nella classifica del Mondiale Costruttori è indicativa di una visione che in casa Ferrari non si vedeva dal lontanissimo 1980. Ad Abu Dhabi sono mancati nuovamente i punti, un epilogo disastroso di una stagione che rappresenta una delle pagine più oscure dell’intera storia del Cavallino Rampante in Formula 1.

È chiaro quindi che a Mattia Binotto manchino le parole per fornire un giudizio concreto sulla vicenda: “c’è poco da dire, purtroppo, sulla gara di oggi: è la conclusione deludente di una stagione deludente ora dobbiamo voltare pagina e pensare al futuro, senza dimenticare quello che abbiamo imparato in questi mesi molto duri e difficili. Dobbiamo risalire la china, lavorando senza sosta sulla vettura del prossimo anno per recuperare il deficit di prestazione che ci separa dai migliori”, ha ammesso senza troppi giri di parole il team principal della Scuderia.

In ogni caso, Binotto ha anche espresso un pensiero su Sebastian Vettel che ha ufficialmente chiuso con la Ferrari dopo aver disputato il suo ultimo Gran Premio da pilota Ferrari: “è il terzo pilota della Ferrari più vincente nella nostra storia in Formula 1: solo Michael Schumacher e Niki Lauda hanno fatto meglio di lui. Basta questa statistica per definire quale sia l’impronta che ha dato nei suoi sei anni con noi. Seb era arrivato a Maranello con tante speranze ed era stato accolto con molta attesa: ci lasciamo con molte gioie in archivio ma anche con qualche rimpianto per quello che poteva essere e non è stato. Un peccato, ma fa parte della vita, di quella di un pilota e di una squadra. Quello che è certo è che anche se dall’anno prossimo sarà un avversario in pista lui resterà per sempre parte della famiglia Ferrari”, ha concluso con un velo di malinconia Binotto.

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