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Se n’è andato Aldo Brovarone: designer di molte Alfa Romeo e Ferrari

Aldo Brovarone si è spento a 94 anni: è stato uno dei più importanti interpreti dello stile di vetture iconiche soprattutto di marchi italiani

Brovarone

A 94 anni si è spento tre giorni fa Aldo Brovarone. Il grande designer erano nato a Vigliano Biellese il 24 giugno del 1926 e sebbene da giovane i suoi sogni si intrecciavano con la volontà di diventare un bravo pilota d’aereo, il destino gli ha configurato mezzo secolo di matite tra le mani e idee a profusione.

L’umiltà che gli permetteva di esprimersi senza apparire spocchioso probabilmente derivava da un passato non semplice, visto che aveva conosciuto gli orrori della guerra e quelli della deportazione in Polonia, senza poi farsi mancare nemmeno l’emigrazione in Argentina. Ma proprio in Argentina la sua strada si incontra con quella di Piero Dusio che aveva fondato la Cisitalia e che in Sudamerica aveva già a disposizione una fabbrica di automobili, la Autoar (Automotores Argentinos). Qui nel 1950 debutta con la gestione grafica di un depliant pubblicitario che presentava un modello della Autoar proposto in tre esemplari proprio sulla base del design ideato da Brovarone.

Pininfarina, Ferrari, Alfa Romeo e Maserati

Ma la Cisitalia ormai virava verso cattive acque che l’avrebbero condotta poi ad un inesorabile fallimento. Brovarone, tornato nel frattempo a Torino, viene assunto in Pinin Farina nel 1953 divenendo uno dei disegnatori più apprezzati del carrozziere piemontese: vi rimane per 35 anni come disegnatore e capo dell’ufficio stile.

La lunga carriera di Aldo Brovarone è stata costellata di realizzazioni uniche, legate profondamente ad uno stile divenuto praticamente inconfondibile. Il suo nome è facilmente accostabile a nomi come Maserati, Ferrari e Alfa Romeo. Per Maserati disegna la A6 GCS già nel 1953, un progetto che in realtà doveva essere destinato alla Cisitalia che è anche il primo suo lavoro per Pinin Farina. Per Ferrari disegna invece la Dino Berlinetta Speciale del 1965 che sfruttava lo stesso telaio della Dino da competizione: di questa diceva che l’avrebbe fatta “più Ferrari” ma le resistenze del Drake chiaramente vinsero sulle volontà di Brovarone. Ma per la stessa Ferrari lavora anche sulla 250 Le Mans, sulla 375 America Speciale (per Gianni Agnelli), sulla Superfast II e negli ultimi anni prima della pensione anche sulla mitica F40.

Aldo Brovarone
Aldo Brovarone

Il nome di Brovarone rimane comunque legato anche all’Alfa Romeo. Per il Biscione si dedica infatti alla Spider (la Duetto) sebbene Brovarone su Ruote Classiche aveva espresso qualche parola in più sulla genesi di quella specifica vettura: “alcune novità stilistiche si possono riconoscere nei miei schizzi di dieci anni prima. La coda allungata, le scanalature nella fiancata o i fari con le cupole in plexiglass. Posso dire però che la showcar del 1961 fu un lavoro di gruppo: Battista Farina controllava l’ultima Alfa della sua vita, Martinengo e Salomone a sudare sui piani di forma e ogni tanto l’ingegner Carli diceva la sua”. C’è poi la contestata Alfa Romeo 2600 Speciale del 1962 di cui non è comunque chiara la paternità, ma per Alfa firma comunque anche la Giulia Coupé Speciale del 1965 e le concept Eagle e 6C 3000 Superflow.

Tornando alle vetture strettamente di serie, il suo contributo viene fornito anche sulla Lancia Gamma Coupé e per la Peugeot 504. In ogni caso dal 1988, già in pensione, continuò a collaborare con Stola, Studio Torino e Fioravanti.

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