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Cara Ferrari, ora c’è da riflettere

La Ferrari che esce dalla sfida del Nurburgring delude le aspettative che in Qualifica erano parse interessanti, c’è da capire il perché

Vettel Leclerc

L’illusione stabilita dalle Qualifiche del sabato aveva fornito il La per sperare chissà che cosa la domenica. Ma quello che si è visto al Gran Premio dell’Eifel disputatosi ieri sull’iconico tracciato del Nurburgring è purtroppo il solito copione recitato da una Ferrari che vede nella sua SF1000 probabilmente il più vasto dei suoi mali. Si può tranquillamente ammettere che quella che abbiamo visto ieri al Nurburgring pare una situazione decisamente simile a quanto visto al Mugello durante il Gran Premio che celebrava i 1000 appuntamenti disputati dalla Cavallino Rampante. La speranza del sabato ha lasciato ben presto spazio alla disillusione di una domenica che ha condotto Leclerc soltanto al settimo posto al traguardo.

Vettel

Al Mugello Leclerc partiva dalla quinta piazza per poi terminare in ottava posizione, ieri al Nurburgring era partito quarto (miglior risultato in Qualifica di questa stagione) per poi chiudere in settima posizione. La lenta ripresa paventata da più parti dopo aver visto il monegasco in una posizione che in questo 2020 non compete alle Rosse non c’è stata, o meglio, si è vista solo in qualifica a serbatoio scarico: in gara si è ritornati sui propri passi.

Vettel

Lo stesso Leclerc ha infatti fissato proprio nella questione serbatoio una disparità evidente tra sabato e domenica: “già dall’inizio dell’anno con poca benzina, quindi in Qualifica, riuscivamo ad estrarre il massimo dalla SF1000 mentre poi in gara quando le quantità cambiano cominciamo a faticare” aggiungendo anche qualche problema di gomme che questa monoposto sembra riscontrare ormai quasi ovunque “con le medie il ritmo non era male ma con le soft avevo del graining ed è stato un disastro”.

Discorso simile, anche se il bilancio appare ancora più complicato, per Sebastian Vettel. Il tedesco, a casa sua, è tornato a casa a mani vuote per la sesta volta durante questa stagione collezionando un 11esimo posto finale che produce punti pari allo zero finendo dietro ad un bravo Antonio Giovinazzi con l’Alfa Romeo Racing. Il tedesco si è reso protagonista anche di un testacoda, ammettendo poi di aver rischiato troppo in quel frangente: “ci siamo presi troppi rischi. Nonostante la Safety Car non sono riuscito a guadagnare dei punti. La partenza forse non è stata malvagia ma poi sono rimasto bloccato dietro l’Alfa Romeo” mentre sugli aggiornamenti Sebastian ha ammesso che forse non hanno fornito quei dati che si aspettavano a Maranello.

Manca fortemente il ritmo corretto

Già subito dopo il via si era compreso che la SF1000 non avrebbe avuto il passo corretto per provare a tenere a bada chi stava dietro a Leclerc. Basti pensare che in soli cinque giri di gara il monegasco disponeva già di un distacco dalla vetta pari a oltre 12 secondi. Successivamente ha dovuto far passare chi gli stava dietro per l’impossibilità di contenere gli attacchi di Renault, McLaren e Racing Point. Quindi nel giro di poche tornate tutto si è ristabilito secondo la ormai consueta normalità che lambisce una Ferrari azzoppata e complicata. Alla fine il distacco è stato quantificato in circa 30 secondi da Lewis Hamilton.

Vettel Leclerc

Una differente strategia non avrebbe probabilmente cambiato nulla visto che la Scuderia non disponeva di Pirelli Rosse da montare durante il regime di Safety Car, il monegasco ha comunque elogiato il lavoro del muretto per aver ragionato su una strategia azzeccata e comunque rivelatasi giusta in fin dei conti. Niente da fare quindi: il miracolo del sabato si è tramutato in un incubo la domenica. Di certo Charles è apparso più in palla rispetto a Vettel che appare ormai ulteriormente oscurato dal compagno di squadra, ma il tedesco soffre anche uno scarsissimo adattamento alla monoposto attuale che non ha mai sentito sua.

Ferrari

Forse in Ferrari stavolta ha anche pesato il fatto di non aver potuto simulare i long run visto che venerdì non ha girato nessuno a causa del maltempo che ha investito l’Eifel. Se poi invece la SF1000 dovesse soffrire i climi freddi, allora a Portimao e Imola si potrebbe configurare una situazione molto simile a quella vista ieri al Nurburgring e in quel caso ci sarebbe poco da fare in così poco tempo. Ci si augura di no, chiaramente. Bisogna poi comprendere se questa Ferrari soffre solo in gara e va quindi meglio in qualifica. Il nuovo fondo previsto per Portimao potrebbe fornire qualche risposta in più, ma Mattia Binotto nel frattempo ha ammesso che gli aggiornamenti in step visti in queste settimane sulla SF1000 forniscono un indirizzo valido per la stagione 2021 che verrà.

Vettel

Si vuole mitigare a tutti i costi il comportamento disastroso della monoposto provando a ragionare sul 2021 per sfruttare al meglio la transizione tra il declino e la possibile rinascita fissata al 2022. D’altronde pare che il motore che già gira al banco a Maranello stia producendo ottimi riscontri, ma meglio non riporre massima fiducia sulle parole visto che ormai da anni in Ferrari ciò che viene prodotto in numeri difficilmente si tramuta in pratica quando si va in pista. A Portimao si spera di ragionare su altre sensazioni sperando di ragionare su un concreto cambio di passo in gara che possa camminare sullo stesso sentiero tracciato in qualifica che ora pare andare verso direzioni più interessanti. L’impressione è che la soluzione ai problemi sia stata individuata, ma serve del tempo per riprendere da zero una monoposto che purtroppo fa acqua da tutte le parti.

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