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Per favore ridateci la Ferrari capace di vincere

Il sabato di Spa-Francorchamps è stato un disastro per la Scuderia che soffre un assetto scarico e una gestione delle gomme problematica

Leclerc

Ragionare su una qualifica così difficile come quella patita da una Ferrari lontana da sé stessa appare più difficile del previsto. Il risultato messo in atto da Sebastian Vettel e Charles Leclerc ieri a Spa-Francorchamps è uno dei più clamorosi degli ultimi anni visto che entrambe le Ferrari non rimanevano fuori dalla Q3 dal lontano 2012, allora eravamo al Gran Premio di Europa che si disputava a Valencia.

L’andazzo si era già visto durante le prove libere del venerdì, sebbene Mattia Binotto faceva notare che la Ferrari vista fino a quel momento non era quella realmente a disposizione per battagliare durante il Gran Premio del Belgio. Addirittura la Scuderia si è ritrovata a dover battagliare con una Williams nobile decaduta di una Formula 1 che non c’è più e affidata di recente a fondi americani, manco fossimo nel 1997: allora però si lottava per il Mondiale, oggi per le posizioni di fondo classifica. Lo stesso Russell, in costante progressione, ha ammesso che “lottare con le Ferrari è stato inaspettato”.

Al di sotto di ogni aspettativa

C’è da ammettere che quando la SF1000 era apparsa al Montmelò per i test pre stagionali, il suo ritmo blando aveva fatto pensare a tutti che questa Ferrari avrebbe scelto di nascondersi per poi sferrare l’attacco alla prima occasione utile. Ma col senno di poi si può invece dire che questa Ferrari era quella vista al Montmelò, se non peggio. Senza troppi giri di parole, quello attuale è uno dei peggiori momenti nella storia dell’umanità e sicuramente uno dei peggiori momenti nella storia del Cavallino Rampante. Il precipizio appare come la sede ideale di una Ferrari che vive come chi ha perso la rotta e provando a ritrovarla sbaglia strada con costanza deludendo ogni aspettativa plausibile.

Vettel

Ieri, sull’iconico tracciato di Spa-Francorchamps, si è tentata nuovamente la strada della bassa resistenza aerodinamica puntando su un assetto scarico un po’ come fatto già a Silverstone con risultati interessanti ma fortemente altalenanti. In Belgio l’idea di compensare la cronica mancanza di potenza derivante da una power unit azzoppata puntando sul basso carico non ha funzionato. Se si considera la Mercedes come chi proviene da un pianeta altro e se vi si affianca una Red Bull, che perlomeno tra le mani di Max Verstappen, fa cose egregie allora si può ammettere che alle loro spalle si è ormai instaurato un gruppetto di pretendenti alla terza piazza del mondiale costruttori che esclude la Ferrari. In Belgio la soluzione a basso carico avrebbe dovuto aprire a una tendenza destinata a caratterizzare i prossimi appuntamenti, Monza e Mugello, dove di carico ne serve poco e di potenza se ne avverte un gran bisogno. È un peccato. È un peccato per le donne e gli uomini del Cavallino Rampante che le stanno provando tutte per porre rimedio ad una monoposto fin troppo sbagliata, acerba e difficile da comprendere.

Charles Leclerc

A Spa è mancata la corretta gestione delle Pirelli che col basso carico finivano per non andare definitivamente in temperatura, si poteva notare facilmente un comportamento parecchie volte scorbutico che induceva i piloti a correggere in ogni dove. Il risultato? Due Ferrari che oggi partiranno in tredicesima e quattordicesima piazza, con Leclerc che precede Vettel, ovvero l’apoteosi di una situazione mai vista manco nella terribile annata 1992. È una Ferrari che ha faticato persino a sopravanzare lo scoglio della Q1 visto che Leclerc aveva chiuso col 15esimo tempo superiore di appena 87 millesimi allo score di Kimi Raikkonen con l’Alfa Romeo motorizzata Ferrari. Purtroppo a Spa la SF1000 va male in ogni settore, ovvero dall’inizio alla fine e va male con qualsiasi scelta di gomme che poi sono quelle già note nel 2019 e dalle quali non si riesce ad estrarre ancora il potenziale che serve.

Regressione impressionante

In appena un anno e mezzo questa Ferrari paga circa un secondo e mezzo di regressione, ovvero un dato che fa semplicemente impressione. Il numerico certifica il fatto che la SF1000 non può soltanto essere afflitta da problemi al motore, ma lo abbiamo già discusso sopra, piuttosto bisogna capire perché tutti gli altri (compresa McLaren e Renault) crescono mentre a Maranello si ingrana la retromarcia. A Spa si è vista una Renault particolarmente concreta, che magari oggi potrebbe anche sparigliare le carte, e persino prestazioni migliori provenienti da Alfa Romeo Racing e Haas che montano proprio la power unit Ferrari. Entrambe hanno infatti ridotto il ritardo di cui disponevano proprio nei confronti della Ferrari, tanto che durante le Libere del venerdì Giovinazzi era costantemente davanti alle SF1000.

Ferrari belgio

Il confronto con la passata stagione è impietoso. Tutti hanno infatti prodotto progressi anche molto interessanti in parecchi casi, in accordo con le Pirelli più morbide a disposizione quest’anno. Ad eccezione della Ferrari. Tra le più interessanti in termini di miglioramento ci sono la Williams e l’AlphaTauri, rispettivamente con 4 e 3 secondi di miglioramento totale. Il dato imbarazza invece tutti i motorizzati Ferrari con Alfa Romeo Racing che toglie 3 decimi e Haas 9. La Ferrari peggiora invece di 4 decimi, l’unica del lotto a regredire.

Non si vuole risalire assolutamente ad un colpevole della débâcle, ma un titolo che manca dal 2007 fa un attimo riflettere specialmente se si parla della Scuderia più iconica di un campionato straordinario com’è la Formula 1. Tanti hanno facilmente attribuito ogni colpa a Sebastian Vettel e tanti altri a Mattia Binotto che è uomo Ferrari fino all’ultimo capello visto che a Maranello ci bazzica dal lontano 1995 e sa fare il suo lavoro meglio di tanti altri. Probabilmente il problema a monte di questa Ferrari lontana dalle vittorie è una concreta mancanza di gestione totale, insomma, un problema di tutti e di tutto il comparto. Pare che manchi il potere decisionale, pare che Binotto sia stato lasciato solo senza che nessuno (al di sopra di lui) si preoccupi di una Scuderia che sta rischiando decisamente grosso rimanendo in silenzio.

La crisi è profonda

In casa Ferrari si combatte con una crisi profonda che mette i suoi piloti sul patibolo di chi poco può con poco a disposizione. L’evidenza della crisi è tracciata dalle posizioni destinate a Leclerc (13esimo) e Vettel (14esimo) che forniscono un quadro desolante che in Belgio apre un’altra pagina di tristezza e malinconia. Il distacco dalla vetta fa impressione e questa Ferrari può solo pensare di combattere per il centro della classifica, ma se i dati prodotti ieri a Spa venissero confermati forse persino più in basso. È facile quindi pensare che a Maranello sia terminata la volontà di ricercare soluzioni importanti perché c’è ben poco da sperare, meglio concentrarsi sul 2021 e comprendere che magari si potrebbe fare di più con un anno di distacco sulle spalle.

Sebastian Vettel
Sebastian Vettel

I piloti possono fare ben poco, anzi fanno pure tanto con una SF1000 disastrosa su tutti i fronti. Sebastian ieri è riuscito a mettersi alle spalle la modesta Williams che con George Russell ha agguantato la Q2 ancora una volta, pagando un ritardo di 1 secondo e 2 dalla testa della classifica. Il tedesco non ha nascosto l’amarezza ma ha ammesso che il quattordicesimo tempo evidenzia il reale valore di una Ferrari giunta al limite: “il quadro tracciato in qualifica è assolutamente realistico purtroppo. I tempi dimostrano quello che la nostra monoposto può fare oggi a Spa. C’è qualcosa che non va nell’assetto e lo abbiamo visto già venerdì. La monoposto di cui disponiamo in questo momento è questa e quelli visti in qualifica sono i risultati che possiamo fare adesso”.

Leclerc
Charles Leclerc

Uno stato d’animo simile a quello paventato da Charles Leclerc. Il monegasco è stato più veloce di 3 decimi rispetto al compagno di squadra, ma è un dato che fa davvero poco testo all’interno di una situazione disastrosa come non mai. Charles stesso non è riuscito a comprendere bene il tenore di quelle qualifiche così lontane dalle sue aspettative e da quelle di tutti: “non riesco proprio a trovare una spiegazione. Abbiamo fatto un grosso passo indietro rispetto a tutti gli altri e bisognerà capire cosa non va e provare a risolvere il problema, ma non è facile. La situazione attuale è questa, lavoriamo duramente e tutti dobbiamo alzare la testa nonostante sia davvero un brutto periodo. Per la gara non possiamo aspettarci miracoli”.

Legato solo al Belgio?

Sembra difficile da poter credere, ma per Mattia Binotto quanto visto ieri a Spa-Francorchamps deriva da un problema relativo al tracciato delle Ardenne. Al termine della pagina oscura delle qualifiche il team principal della Scuderia ha analizzato la situazione con la sua solita freddezza, perlomeno tale appare l’immagine di un uomo che fornisce reazioni identiche se va bene o se va male. Magari poi dietro le quinte le cose cambiano ma stupisce il fatto di riuscire a tenere a bada sentimenti contrastanti che sono un po’ quelli di chi ama visceralmente la Ferrari ma se la vede crollare sotto i piedi.

A Spa-Francorchamps entrambe le SF1000 sono risultate drammaticamente indietro. La settima fila dalla quale prenderanno il via oggi i piloti Ferrari è il sintomo di un malanno profondo. A un anno di distanza si può passare con una certa facilità dalle stelle alle stalle. Per Binotto la situazione “è senza dubbio difficile. Non siamo contenti e non lo è nessuno di noi, non lo sono i nostri tifosi. Bisogna capire e andare comunque avanti. Non riusciamo a far funzionare le gomme e chiaramente i piloti non hanno fiducia”. Ma nella frase successiva di Mattia Binotto c’è anche l’impotenza di una squadra in cui si è provato “a cambiare la macchina in ogni modo, nel set up, nel bilancio ma anche nel giro di uscita per scaldare al meglio le gomme. Non abbiamo però ottenuto quello che volevamo. Ci sfugge qualcosa ma credo che capiremo di cosa si tratta” ha ammesso uno sconsolato Binotto.

Binotto
Mattia Binotto crede che le problematiche della Ferrari siano legate ad una cattiva interpretazione del tracciato di Spa

La SF1000 appare quindi come un oggetto del mistero, capace di cambiare repentinamente e di sfuggire a regolazioni e aggiornamenti. In ogni caso per Mattia Binotto non ci sono dubbi sul fatto che “il problema è legato a questo fine settimana. Non riusciamo a capire come far funzionare le gomme perché c’è qualcosa che non ha funzionato soltanto per noi. Siamo più indietro rispetto a dove dovremmo essere. Abbiamo provato con più carico aerodinamico nell’ipotesi che la gara potrebbe essere bagnata ma questo ci ha penalizzato nei tratti veloci”. Si punta ancora una volta gli imprevisti (leggi pioggia o Safety Car) per cambiare le sorti di un fine settimana iniziato col piede sbagliato. Ma se Spa somiglia molto a Monza e al Mugello e se il pacchetto aerodinamico a basso carico aerodinamico viene scartato, viene da porsi più di qualche domanda su quello che potrà essere il settembre di una Ferrari che difficilmente sembra aver sbagliato soltanto qualcosa in relazione al tracciato che ospita il Gran Premio del Belgio. Probabilmente bisogna prepararsi a soffrire anche in Italia, dove il parere dei tifosi a volte può essere più scellerato che altrove.

Laurent Mekies
Laurent Mekies

Ma Mattia Binotto spera che oggi le cose possano andare diversamente perché “di solito di domenica andiamo meglio rispetto al sabato in qualifica. Probabilmente potremmo combattere con chi è davanti a noi e per questo mi aspetto una bella gara, per quello che si può sperare”. Tuttavia il direttore sportivo della Scuderia, Laurent Mekies, è apparso meno fiducioso: “con poco grip, sia Charles che Sebastian hanno dato il massimo. Abbiamo cambiato ripetutamente la macchina per provare a trovare un livello maggiore di competitività. Proveremo a dare il massimo in gara ma il pacchetto non ha funzionato per come doveva”.

C’è tanto da fare

In definitiva in casa Ferrari c’è parecchio lavoro da fare, così tanto che con molta probabilità non si potrà sostenere un tale sforzo da qui alla fine dell’anno. L’intera squadra poi andrebbe ricostruita e ricostituita per impostare un futuro che dovrebbe lasciarsi in fretta alle spalle un 2020 catastrofico come non mai. Qualcosa che non va c’è, ma bisogna capire cosa sebbene la cosa più utile da fare in questo momento è quella di abituarsi a focalizzare una Ferrari da centro classifica quantomeno per soffrire un po’ meno.

In ogni caso bisogna reagire partendo dai vertici che dovrebbero provare ad uscire da un silenzio che li rende lontani da quanto purtroppo sta accadendo in pista ormai da fin troppo tempo. Come abbiamo sottolineato più volte, questa Ferrari sembra in balia delle onde ma priva di un capitano in grado di garantire sicurezza e un percorso che si lasci dietro la tempesta. Bisogna poi pensare che i terribili risultati in pista potrebbero avere risvolti non proprio positivi sul prodotto e sul fascino di un marchio che sembra ora in ombra. Il rischio che ci si faccia male è concreto.

Leclerc

Fra qualche settimana si festeggeranno i 1000 Gran Premi con un Gran Premio dedicato al Mugello. La Ferrari festeggerà su un tracciato di sua proprietà con una festa in programma a Firenze capace di celebrare un evento dalla portata storica impressionante, di pari passo dovrebbero anche essere annunciati alcuni nomi che andrebbero a potenziare lo staff tecnico del Cavallino Rampante. Ma ora come ora, purtroppo, c’è ben poco da festeggiare e non si può correre il rischio di rimediare un’ulteriore figuraccia a Monza prima e al Mugello poi. Solitamente le agonie finiscono, speriamo almeno che l’attuale catastrofe garantisca una pausa tra Monza e il Mugello. In questo momento c’è solo da sperare e se solitamente la speranza è anche l’ultima a morire, allora va bene così. Ma ridateci la Ferrari che vince e convince.

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