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Trionfo per Uber e Lyft in California (per ora)

I due colossi vincono la loro battaglia. Ma è solo il secondo round

uber lyft

Trionfo per Uber e Lyft in California. La controversia era la seguente: Uber e Lyft dovranno sì o no cambiare la classificazione degli autisti da contractor a dipendenti? In secondo grado, la giustizia della California da detto di no. Ribaltando il verdetto di primo grado. È un no provvisorio (sino al 13 ottobre), ma pur sempre un no. Che favorisce i due giganti della nuova mobilità: potete chiamarla ride sharing, taxi alternativo, vetture con autista, fate voi. È di complessa classificazione.

Trionfo per Uber e Lyft in California: adesso la Proposition 22

Ma perché tanta importanza per questa vittoria? Perché ora i due colossi hanno tempo per fare campagna in vista del referendum di novembre in California. Gli elettori sono chiamati a esprimersi sulla Proposition 22: esenta Uber e Lyft dal pagare i benefit ai loro dipendenti in linea con la legge dello Stato. Tanto che le azioni di Lyft sono schizzate insù dell’8,6%, e quelle di Uber del 7,75%. Ribaltato quindi il verdetto di primo grado: qui Uber e Lyft perdevano. Dovevano trattare i propri autisti come dipendenti.

Gig economy nel futuro

Si suol dire che la California viaggi 30 anni davanti al mondo. Qui si parla di gig economy. È il lavoro a chiamata, occasionale: niente prestazioni lavorative stabili e continuative. Più libertà per l’azienda, con immensi vantaggi: maggiori ricavi. Chi fa quel lavoro ci perde e basta? Dipende. Senza la gig economy, quel lavoro non esisterebbe, anzitutto. E poi occorre capire le condizioni di lavoro, l’intelligenza dei manager, la capacità dei collaboratori di farsi pagare bene.

Se gli autisti fossero considerati come dipendenti, avrebbero diritto a prestazioni come salario minimo, indennità di malattia e assicurazione contro la disoccupazione. Ma gli autisti vogliono essere dipendenti? Per Uber e Lyft, la soluzione è la “terza via” tra l’essere dipendenti e “contractor”. E la Proposition 22 sarebbe il sì definitivo alla “terza via” nella gig economy.

Ovviamente, se il datore di lavoro è uno schiavista idiota (o si avvale di dirigenti stupidi), la gig economy crolla. Occhio però: questo vale anche se sei dipendente. Le variabili in gioco sono mille e molto dipende dallo spessore umano dei manager e dalla loro qualità professione: in particolare, dal modo in cui sono arrivati in posizioni di potere. Se tramite spinte e raccomandazioni, ci si aspetti il peggio. Se per merito, è lecito attendersi il meglio.

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