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Sebastian Vettel: come ti butto il cuore al di là dell’ostacolo

Il settimo posto di ieri è un dato sconfortante ma con una SF1000 tutt’altro che competitiva non si può pretendere niente di più, lo sa bene Sebastian Vettel

Sebastian Vettel

Sebastian Vettel ha compreso che in questa sua ultima parentesi da dividere con la Scuderia di Maranello bisogna lasciare spazio alla rassegnazione. In queste ultime settimane il tedesco, che difficilmente esponeva pubblicamente le sue sensazioni e i malumori che per molti anni lo hanno condizionato, è diventato quasi scontroso forse a causa di un generale senso di sconforto che gli sta affianco in questi ultimi mesi da pilota Ferrari. Si ha come l’impressione che Sebastian abbia raggiunto quel momento in cui è giusto e sacrosanto togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

La convivenza da separato in casa con una metà non più avvezza ad amarlo è solo una parte della gestione 2020 che appare fortemente tribolata anche in riferimento ad una SF1000 difficile da interpretare un po’ da tutti. Questa Ferrari vive di una classifica falsata che fino all’appuntamento del Montmelò la poneva terza forza di un mondiale a trazione Mercedes (sai che novità) ma che nella realtà dei fatti è un prodotto da centro gruppo, purtroppo. A Barcellona, ieri, si è vista una Ferrari che ha avuto come unico scopo quello di combattere per raccogliere qualche punticino in una lotta che ragionava in termini di top 10. L’ammissione di una scarsità di idee e prestazioni proviene anche da un Mattia Binotto che soltanto qualche ora prima aveva ammesso che per il 2021 si punterà al secondo posto. Peccato che il buon Enzo, che diede anima e nome ad una formazione d’altre vedute, non vede più le disfatte di questa terra ma se vede non sa bene come far giungere il suo messaggio che più volte era affidato alla sua iconica frase che fissava nel secondo il primo degli ultimi.

Al Montemlò, dove si è corsa una gara del tutto normale ovvero priva di situazioni al limite e decadimenti vari, si è vista la reale prestazione disponibile in casa Ferrari. Che in pratica sarebbe la medesima vista proprio nella stessa sede durante i test pre stagionali dello scorso febbraio. In accordo con tale considerazione c’è un Vettel che appare il protagonista di un rapporto ormai giunto ai ferri corti, probabilmente cortissimi, ma che tira fuori quella grinta che credevamo perduta ed è l’unico a portare al termine la gara visto che l’altra Ferrari affidata a Leclerc è anche l’unica defezione di giornata. L’affidabilità, dopo quanto visto anche a Silverstone, appare un nodo cruciale in cui la Ferrari sembra non riuscire più a fare scuola.

Sebastian ci ha messo una toppa

In una situazione ai limiti dell’imbarazzo a metterci una toppa stavolta è Sebastian Vettel, cioè colui che è stato silurato anzitempo senza che gli sia stata data la possibilità di dimostrare ancora una volta che tutte le colpe non possono essere sue. Il tedesco a Barcellona si è fatto carico del peso di una Ferrari accroccata che sembra aver perso la rotta della vittoria e che probabilmente, al netto di divieti e balzelli burocratici già in discussione (leggi abolizione della mappatura da qualifica), non ne vedrà alcuna quest’anno.

Vettel

Il nuovo telaio fornito a Vettel proprio durante il Gran Premio catalano ha sicuramente indirizzato Vettel verso una rinnovata fiducia nella SF1000 e con molta probabilità ha aumentato il feeling con la monoposto che finora era apparso fortemente mancante. Vettel ci ha messo la testa e il saper fare del campione quando ha tirato fuori il massimo da un pacchetto prestazionale che tutto è tranne che competitivo. Ma colpisce anche la determinazione a condurre fino alla fine una monoposto dotata di quattro gomme Soft tenute a bada per 36 interminabili giri. In questo caso Vettel ci ha messo davvero tanto del suo perché può essere ormai un ricordo la fiducia verso il tuo team ma non può essere vero che da un giorno all’altro da campione ti ritrovi a fare le veci del comprimario. Ora come ora conviene provare tutto quello che è possibile provare “tanto non abbiamo nulla da perdere” ha ammesso lo stesso Sebastian che ancora una volta ha subito più di qualche incomprensione col muretto che pareva improvvisare strategie e rientri ai box poi negati. Vettel ha espresso più volte il suo parere ed è giusto così.

Il settimo posto finale è un risultato che esula da ogni più deludente pronostico da affiancare a una Ferrari difficilmente avvezza a queste posizioni, ma nelle condizioni attuali e in quelle in cui è stato condotto il Gran Premio di Spagna di ieri appare come un risultato di rilievo. Vettel ha dimostrato che sa ancora buttare il cuore oltre l’ostacolo e sa prendersi dei rischi calcolati che lo avrebbero ancora destinato ad una più interessante quinta piazza finale ma poco poteva Sebastian con le gomme ormai alla frutta, ma in ogni caso ha difeso il suo settimo posto col coltello fra i denti e va bene così.

Il massimo che si potesse ottenere

Vettel, in accordo con una sosta unica, ha realizzato il massimo che si potesse ottenere con una SF1000 nata male e difficilmente sviluppabile e ha fatto la differenza con quel poco che si ritrova a disposizione. Lui stesso ha ammesso che la SF1000 era una monoposto da decimo posto a Barcellona, stesso giudizio di Charles Leclerc che ha arrancato fino alla débâcle finale e apparso anche lui stufo di una situazione ai limiti del paranormale; non è un caso che le dichiarazioni del monegasco siano depositarie di un alto grado di delusione.

Nella prestazione di Vettel c’è il piglio del campione e la rabbia di chi ha visto sfumare i sogni di bambino grazie ad un pacchetto che negli anni non si è mai dimostrato all’altezza del titolo mondiale. Il tedesco avrebbe voluto emulare Michael Schumacher, idolo e conterraneo, ma si è ritrovato tra le mani una Ferrari non all’altezza e decisamente lontana anni luce dai fasti di un tempo. Ora non ha più niente da perdere ma rimane una piccola impresa fatta di testa, imposizioni e risvegli da campione. Si, perché Vettel ha risvegliato la sua indole da campione del mondo provando a far svegliare anche quel muretto che è sembrato vittima di troppe confuse idee sulla gestione di un fortemente caldo appuntamento spagnolo nonostante, col sorriso di chi sa di aver poco da recriminare, il tedesco aveva ammesso che oggi come oggi il suo parere a Maranello non ha più molta importanza.

Vettel

In definitiva Sebastian è apparso come uno che non si arrende e che ha ancora molto da esprimere tanto che in Ferrari sanno bene di poter ricevere il benservito il prossimo anno se l’affare con Aston Martin dovrebbe concretizzarsi. Bisognerà provare a stare davanti al tedesco ad ogni costo, quantomeno per non rimediare ulteriori malumori che non fanno di certo bene alla compagine del Cavallino Rampante. Vettel sa che può risvegliare costantemente il suo piglio da campione del mondo, la cosa importante è quindi la costanza legata al fatto che Sebastian dovrebbe ricordarsi di essere quel che è per fare bene costantemente sebbene disponga di una monoposto senza infamia e senza lode. All’indomani dell’appuntamento di Barcellona a Maranello pare ci sia la volontà di accontentarsi sfruttando un settimo posto ottenuto da un Sebastian Vettel silurato e malinconico che assieme a Leclerc rappresenta l’unica possibilità di un progetto decadente dominato da concezioni utopiche e lontane che indirizzano verso una visione non proprio rosea all’orizzonte.

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