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FCA: cassa integrazione a Melfi, per la FISMIC “non c’è da preoccuparsi”

A rischio però ci sono oltre 1000 interinali impegnati nell’indotto

Fca Melfi

Come comunicato circa due settimane fa, nello stabilimento FCA di Melfi torna la cassa integrazione, dal 29 giugno al 2 luglio per i lavoratori impegnati sulle linea della 500X e della Jeep Renegade e dal 29 giugno al 30 giugno per la linea produttiva della Fiat Punto. Il provvedimento coinvolge 5.549 operai ai quali si aggiungono 509 tra impiegati e quadri..

La notizia ha, chiaramente, destato preoccupazione per il futuro del sito di produzione lucano che, in questi ultimi anni, è diventato un vero e proprio fiore all’occhiello per FCA grazie al successo internazionale dei crossover 500X e Renegade. E’ proprio il rallentamento delle vendite internazionali di questi due modelli, in particolare della Renegade che è da poco stata affiancata dalla più grande Compass all’interno della gamma Jeep, ad essere la causa principale del ritorno della cassa integrazione a Melfi. 

Secondo il Segretario FISMIC (Sindacato autonomo metalmeccanici e industrie collegate) di Melfi Pasquale Capocasale non ci sarebbe però da preoccuparsi per il ritorno della cassa integrazione “questo calo è dovuto a una ordinaria flessione di mercato, più che normale rispetto al boom iniziale di vendite, soprattutto Oltreoceano. Piuttosto, ci preoccupano alcune organizzazioni sindacali che avallano questa situazione e chiedono di tornare ai 15 turni”.

Ad essere a rischio, come sottolineato da Capocasale stesso, sarebbero però gli oltre 1000 interinali impegnati nell’indotto collegato alla produzione di Melfi. Durante i periodi di fermo, infatti, questi lavoratori rischiano seriamente di restare senza stipendio. Conclude Capocasale: “Come sindacato che tutela il lavoro e i lavoratori sollecitiamo le aziende dell’indotto a cominciare a stabilizzare questi lavoratori con contratto di somministrazione, che ormai possono essere considerate risorse quasi strutturate”

Ricordiamo che come confermato pochi giorni fa da Sergio Marchionne, in casa FCA si punta al raggiungimento dei pieni livelli occupazionali entro fine 2018 per gli stabilimenti italiani (Melfi, Mirafiori, Grugliasco, Cassino, Pomigliano d’Arco, Modena e i siti di produzioni di motori come Pratola Serra e Termoli) entro la fine del 2018. Si tratta di un’importante conferma per tutti i lavoratori del gruppo che, finalmente, potranno tornare a lavorare a pieno ritmo.

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