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Jean Alesi vende la sua Ferrari F40 per far correre il figlio Giuliano

L’ex pilota della Ferrari ha venduto la sua Ferrari F40 per racimolare il budget necessario per la stagione 2020 del figlio Giuliano

Jean Alesi e Giuliano Alesi

Senza retorica alcuna si potrebbe dire: “cosa non si fa per un figlio?”. È un po’ questa la domanda che si sarà posto Jean Alesi quando giunto in garage ha compreso che la sua rossa Ferrari F40 poteva essere intesa come una pregevole manna dal cielo: utile a fornire un bagaglio di euro in grado di garantire finanze nelle tasche della carriera del figlio Giuliano che milita in Formula 2. Giuliano Alesi, classe 1999, ha debuttato proprio l’anno scorso in Formula 2 e con la Trident ha ottenuto la quindicesima posizione finale accaparrandosi un quinto posto come risultato migliore della stagione

I ricavi derivanti dalla vendita dell’iconica vettura di Maranello torneranno utili per permettere a Giuliano di garantirsi un 2020 in HWA (un team che sostituisce la Arden che ha abbandonato la serie dopo la scomparsa di Anthoine Hubert a Spa Francorchamps). Il budget stagionale utile a Giuliano si aggira intorno a cifre nell’ordine dei 2 milioni di euro.

Alesi non è riuscito a trovare altrove il budget necessario

Il budget ricavato dalla Ferrari F40 venduta permetterà a Giuliano di gareggiare per un altro anno nella serie. Lo stesso Jean ha ammesso a Sky Sport F1 che i suoi pochi contatti nell’ambiente della Formula 2 hanno reso insufficienti le possibilità di raggiungere il budget necessario a fornire al figlio una chance di entrare in un team competitivo. Le cifre proposte, secondo Jean Alesi, sono semplicemente inaccettabili e con l’attuale contingenza economica l’ex pilota della Ferrari ha aggiunto che probabilmente saranno molti i “piloti che non riusciranno a terminare la stagione, sia in Formula 2 che in Formula 3. Trovare sponsor è praticamente impossibile. Spero che un po’ di cose possano cambiare in modo da fornire qualche occasione in più ai nostri giovani che investono molto sia in denaro che dal punto di vista personale. Molti di loro lasciano l’università col sogno di diventare piloti ma nessuno cura i loro interessi”.

Ferrari F40 - 2

La F40 venduta da Jean Alesi ha rappresentato quindi un passaggio quasi obbligato per fornire del denaro alla carriera del figlio. La splendida Ferrari risaliva proprio al periodo in Rosso di Jean Alesi. Parliamo del lasso di tempo tra il 1991 e il 1995 in cui ottenne la sua unica vittoria in Formula 1 presso il Gran Premio del Canada del 1995. La F40 era quella ottenuta dalla Ferrari da Nelson Piquet, una vettura dal valore intrinseco molto speciale: “Nelson era ormai al termine della sua carriera ma eravamo molto amici – ha ricordato Jean – all’epoca era diverso, nessuno aveva rappresentati o agenti e ci confrontavamo direttamente. Nelson è stato sempre fantastico con me tanto da improvvisarsi mio manager scrivendo anche il contratto. Per me non era sicuramente facile stipulare un contratto, visto che fino ad un anno prima lavoravo con papà in officina. Sul contratto scrisse ‘Ferrari F40’, che avrebbe rappresentato un regalo da parte della Ferrari. Quando vidi il contratto pensai che non mi avrebbero mai preso in Ferrari. Nonostante i timori, Luca Cordero di Montezemolo dopo aver letto il contratto mi disse: per essere un giovane pilota sai cosa scrivere su un contratto”.

Il budget necessario

A dire il vero si può dire che con molta probabilità la F40 non coprirà totalmente i costi della partecipazione al campionato. La vettura possiede un valore che si aggira intorno al milione di euro. In ogni caso Jean Alesi ha ammesso di non aver tentennato preferendo vendere la Ferrari piuttosto che fornire riserve sul futuro di Giuliano: “a casa nostra facciamo le cose con la giusta passione. Non c’è paragone tra avere una Ferrari F40 in garage o vedere correre mio figlio Giuliano. Tra l’altro sono anche abbastanza vecchio per la F40!”.

Tuttavia la situazione, comunque molto particolare, ha fatto storcere il naso a una come Sophia Flörsch che di certo possiede pochi peli sulla lingua. La giovane pilota ha ammesso su Facebook: “io non sono una figlia d’arte e non ho una F40 in garage. Non ha sponsor come pilota della Ferrari Driver Academy? Sostenere il talento è una cosa diversa”. In questo modo Sophia ha detto la sua punzecchiando HWA, con cui aveva dei contatti visto che avevano corso assieme a Macao, e anche la Ferrari Driver Academy dalla quale era stata scartata.

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