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FCA rimanda la ripresa della produzione a Melfi

Lo stabilimento potrebbe tornare in attività nella seconda metà di aprile

Jeep Compass stabilmento Melfi

Mentre nello stabilimento di Mirafiori sono riprese le attività di collaudo della Nuova Fiat 500 (ma la produzione è comunque ferma), lo stabilimento FCA di Melfi continua ad essere fermo e lo sarà almeno sino al prossimo 13 aprile. La conferma ufficiale è arrivata in queste ore, al termine di una conference call tra l’azienda e i sindacati di categoria che, già nei giorni scorsi, si erano schierati contro la riapertura dello stabilimento.

La scelta di continuare il fermo produttivo è legato a quanto stabilito nell’ultimo decreto governativo che ha esteso lo stop alle attività non essenziali almeno sino al prossimo 13 aprile. FCA non richiederà alcuna deroga e si adeguerà a quanto prescritto dal Governo iniziando a pianificare una possibile ripresa produttiva per la settimana successiva al periodo pasquale.

Sfuma la riapertura per il 6 aprile

Negli ultimi giorni, FCA ha preso in seria considerazione la possibilità di riprendere l’attività di produzione nello stabilimento di Melfi il prossimo 6 aprile. Lo stabilimento lucano è stato l’unico sito di produzione italiano dell’azienda per cui si è ipotizzata una ripresa produttiva imminente.

Per altri siti, come ad esempio Cassino, non c’è fretta e il periodo di cassa integrazione sarà prolungato almeno sino al 13 aprile ma probabilmente anche oltre (per Cassino, dove sono prodotte le Alfa Romeo Giulia e Stelvio, si parla di una ripresa della produzione a maggio). Maggiori dettagli, di certo, arriveranno nel corso delle prossime settimane.

Nel frattempo, a Melfi si continuerà a valutare una possibile ripresa della produzione per la seconda metà del mese di aprile, con l’obiettivo di recuperare quanto prima il lavoro arretrato. Sarà, in ogni caso, necessario attendere quelle che saranno le scelte del Governo in merito alla ripresa produttiva delle attività non essenziali del Paese che sono oramai ferme da oltre tre settimane.

A Melfi ci sarà una ripresa produttiva a ranghi ridotti

Se la produzione nello stabilimento FCA di Melfi riprenderà effettivamente il prossimo 13 aprile si tratterà di una riapertura parziale. E’ confermato, infatti, che la volontà dell’azienda è avviare, almeno inizialmente, solo la nuova linea di produzione della Jeep Compass. Il SUV compatto della casa americana viene realizzato nello stabilimento di Melfi dallo scorso mese di febbraio e, in condizioni di normalità, dovrebbe dare un considerevole contributo alla crescita produttiva del sito lucano.

La Compass, in arrivo anche con l’inedita variante ibrida 4xe, sarà il primo modello ad essere prodotto a Melfi quando la produzione riprenderà. Gli altri due modelli prodotti nello stabilimento lucano, la Jeep Renegade e la Fiat 500X, dovrebbero tornare sulle linee di produzione soltanto successivamente, probabilmente con qualche settimana di ritardo rispetto alla Compass. Nel corso dei prossimi giorni, in attesa dei prossimi provvedimenti governativi, dovrebbero arrivare ulteriori informazioni sulla produzione della Compass.

Da metà aprire si tornerà a lavorare anche in altri due stabilimenti FCA

Oltre a Melfi, le attività produttive di FCA in Italia potrebbero riprendere a partire dalla seconda metà di aprile anche in altri due stabilimenti. Il gruppo dovrebbe, infatti, riprendere quanto prima i lavori sulla Nuova Fiat 500 nello stabilimento di Mirafiori. La city car elettrica della casa italiana è attualmente in fase di collaudo e l’azienda deve ancora finire di perfezionare la linea di produzione in vista dell’avvio effettivo della produzione di serie.

Da notare, inoltre, che è sempre per la seconda metà di aprile è prevista anche la ripresa produttiva alla Sevel, la joint venture di FCA con PSA. Nello stabilimento di Atessa vengono prodotti veicoli commerciali come il Fiat Ducato, il Peugeot Boxer e il Citroen Jumper.  Per gli stabilimenti FCA che dovrebbero riprendere a breve la produzione, l’azienda ha fatto sapere che il confronto con i sindacati va avanti “per mettere in campo tutte le azioni necessarie al fine di tutelare la salute dei lavoratori, perseguire le normative sanitarie previste dal governo e discutere della situazione in merito al trasporto dei lavoratori”

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