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Alfa Romeo e Il Duce, passione infinita

Alfa Romeo e Il Duce, passione infinita

Forse non tutti sono a conoscenza che il marchio Alfa Romeo era molto amato da Benito Mussolini, indubbiamente la casa automobilistica preferita dal dittatore fascista. Auto simbolo di potenza e di velocità, dunque perfette per l’immagine che Mussolini aveva costruito intorno a sè e al suo regime. Mussolini voleva arrivare sempre davanti a tutti e dunque Alfa Romeo era, ovviamente, la scelta ideale.

Proprio alle auto il Duce dedicava buona parte del suo tempo libero. Spesso indossava il casco e usciva per scorrazzare nelle strade con l’ultimo modello di Alfa prodotta al Portello, il cuore pulsante dove all’epoca nascevano i bolidi del Biscione.

Diverse le storie divertenti che si raccontano in merito alla grande passione del Duce per l’Alfa Romeo. Una di queste narra di quando Mussolini si trovava a Milano, una buona occasione dunque per visitare la fabbrica dell’Alfa Romeo. Nel 1929 venne avviata la produzione della nuova versione della 6C con propulsore da 1.752 cmc, la fiammante Alfa Romeo 6C 1750, dotata di una unità capace di sviluppare una potenza massima di 85 CV. Si racconta che quando Mussolini la vide per la prima volta rimase letteralmente estasiato che se ne innamorò pazzamente.

Quanto costa?”. L’imbarazzo dei presenti fu palese. La risposta, ovvia per quei tempi, fu la seguente: “Per voi assolutamente niente, Eccellenza!

Il duce, forse per salvare le apparenze, affermò di non volere approfittarne e al massimo di poter accettare uno sconto sul prezzo di vendita, pari a 60 mila lire. L’amministratore delegato di Alfa rispose: “Per Voi, Eccellenza, il prezzo di vendita è di cinque lire”.

Mussolini allora incominciò a frugare nelle tasche e trovò un biglietto da dieci lire. Consegnò la banconota all’amministratore delegato ma, ecco sopraggiungere un altro problema: nessuno ha il resto da dare al Duce. Mussolini però non si “perse” per così poco e trovò la soluzione: “Non fa nulla, vendetemi due Alfa!

Naturalmente si tratta di una divertente storia popolare mentre è assolutamente vera la grande passione che il Duce nutriva per l’Alfa Romeo e in generale per le auto.

Il Duce e Alfa Romeo: “Solo pezzi prodotti in Italia”

Un altra simpatica storiella riguarda uno scambio di lettere tra il dittatore e l’ingegner Romeo che avvenne qualche anno prima del racconto precedente.

Siamo nel 1926 e il Duce scrisse all’ingegnere: “Pregiatissimo ingegner Romeo, ieri tornando da Firenze ho guardato con attenzione gli strumenti della mia Alfa (che va, del resto, molto bene) e ho fatto le seguenti constatazioni: i magneti sono tedeschi, l’orologio è svizzero, la tromba (che non funziona) è francese. Non escludo che nell’interno ci siano altri “esotismi”. È così che si aiutano i prodotti nazionali? Non si fanno in Italia magneti, orologi, trombe?”.

L’ingegner Romeo non si fece per nulla intimidire dalla reprimenda del Duce: “L’Alfa Romeo media ha magneti italiani, così come la piccola sei cilindri in costruzione. Già da tempo sono state date istruzioni per applicare magneti italiani anche alle grosse macchine. Purtroppo non tutti gli italiani vogliono questi magneti e nell’esportazione è ancora più difficile. Grazie per il richiamo che, se non meritato, mi dà tuttavia l’orgoglio di vedermi ricordato dal Duce”.

Mussolini continuò ad acquistare, nonostante la “tirata d’orecchie”, soprattutto auto prodotte da Alfa Romeo.

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