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Auto storiche: l’ACI cita la Ferrari

Si sono verificati casi di Ferrari di notevole valore che avevano ottenuto il CRS e che la casa madre non ha registrato: lo dice l’Automobile Club d’Italia

Il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, fornisce una serie di puntualizzazioni in merito ad alcuni delicati temi inerenti il mondo heritage: auto storiche, fra 20 e 30 anni di età. Lo fa con una lettera a ruoteclassiche.quattroruote.it. Di cui diamo qualche stralcio. Il tutto rientra nella guerra ACI-ASI.

Auto storiche: la questione certificato

La finanziaria del 2000 prevedeva che ASI e FMI predisponessero una lista chiusa. Le autovetture erano da considerare storiche dopo i 30 anni ed eccezionalmente tra i 20 ad i 29 anni in presenza di alcuni particolari requisiti. Mentre FMI assolveva al compito assegnatole dalla legge, l’ASI si è sempre rifiutata in questi 20 anni di rispettarla: questo l’attacco dell’ACI all’ASI. Quanti certificati di rilevanza storica a oggi risultano registrati alla Motorizzazione? Sono circa 45.000. E hanno comportato una perdita di gettito per le Regioni pari a circa 6.000.000 euro. Il triplo di quanto era previsto nella legge stabilità 2019, dice l’ACI.

Auto storiche: la citazione Ferrari

Sentiamo l’ACI: anche la Ferrari ha proceduto in tale senso e si sono costituiti club seri e attivi come AAVS e altri. È mai possibile che le Ferrari debbano essere certificate da club affiliati all’Asi e non dalla Casa? Eppure si sono verificati casi di Ferrari di notevole valore che avevano ottenuto il certificato di rilevanza storica e che la Casa madre non ha registrato per evidenti motivi di mancanza di originalità. Sembra che all’occhio del legislatore tutto questo non conti nulla, anzi si è proceduto ad accrescere il potere di questa associazione privata con ulteriori compiti di cui alcuni di dubbia legittimità.

I 300.000 titolari in ballo

Cosa accadrà per tutti quelli, circa 300.000, titolari di un CRS che non hanno registrato alla Motorizzazione nel convincimento che non fosse necessario? Dovranno pagare il bollo per intero? Queste le domande dell’ACI. In Italia non si deve incoraggiare il mantenimento in uso di auto di serie, anche se ben conservate, sostiene l’ACI. Ce ne sono ancora in circolazione un numero enorme contribuendo a fare ulteriormente invecchiare il parco circolante italiano. A questo punto, ci si attende la risposta dell’ASI.

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