Toyota vanta una storia del tutto unica. Il più grande produttore di automobili al mondo, con una produzione annua di circa 11 milioni di unità, rappresenta infatti una sorta di impresa familiare. A confermare tale assunto il fatto che a guidarla sia oggi Akio Toyoda, il nipote del suo fondatore, Kiichiro, che è, allo stesso tempo, anche il pronipote del fondatore della Toyota Industries, Sakichi. E proprio quest’ultima rappresenta un’azienda chiave nella sua attuale configurazione. Si tratta infatti, ancora oggi, del principale fornitore di Toyota. Un legame il quale potrebbe diventare ancora più stretto se andasse in porto il clamoroso affare svelato da Bloomberg.
Toyota Motor Corporation è stata fondata nel 1933. Sette anni dopo il lancio di Toyota Automatic Loom Works, azienda specializzata in telai automatici che, nel corso degli anni, diventerà Toyota Industries, il suo principale fornitore. A fondare l’azienda automobilistica fu Kiichiro Toyoda, il figlio maggiore di Sakichi, artefice della nascita della seconda.

In pratica, Toyota Motor Corporation era la divisione automobilistica di Toyota Industries. E lo è stata sino al 1937, quando ottenne l’indipendenza dalla seconda. Se il legame tra le due realtà fu trasferito dalla proprietà agli appalti, quello familiare non è stato però mai reciso. Tanto che ora il nipote di Kiichiro, Akio Toyoda, che ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato di Toyota Motor Corporation dal 2009 al 2023, per poi assumere quello di presidente del consiglio di amministrazione, intende acquistare l’azienda fondata dal suo bisnonno.
A svelare quanto sta accadendo è stata l’agenzia di stampa Bloomberg, citando Autonews. Affermando che nell’operazione verrebbero impiegati ben 6 trilioni di yen, che al cambio attuale corrispondono a 37 miliardi di euro.
Quale sarebbe il motivo dell’operazione?
La proposta recapitata alla Toyota Industries è talmente elevata da aver spinto l’azienda a formare un comitato speciale e ad assumere diversi consulenti economici, nel preciso intento di valutarla in maniera esaustiva. Ad affermarlo è sempre Bloomberg, che a sostegno delle sue rivelazioni cita fonti a conoscenza della questione.
Naturalmente, la notizia ha spinto molti osservatori esterni a chiedersi la ratio dell’operazione. Anche perché la proposta non solo è una delle più rilevanti degli ultimi anni, ma è anche superiore del 40% all’attuale valutazione di Toyota Industries sul mercato azionario.
La risposta, però, è in fondo molto semplice. A giustificare la sua entità è proprio il fatto che Toyota Industries rappresenti un fattore chiave per Toyota e anche per il suo presidente. Mentre Toyota Motor Corporation e le sue controllate detengono il 38% delle azioni di Toyota Industries, questa seconda possiede il 9,1% del più grande produttore automobilistico al mondo.
Se l’operazione andasse in porto, la proprietà di Toyota sarebbe ancora più centralizzata di adesso
Di conseguenza, l’acquisizione di questa azienda chiave consentirebbe all’amministratore delegato di Toyota di centralizzare la proprietà di Toyota all’interno dell’azienda stessa. Con il conseguente rafforzamento di Akio Toyoda al suo interno, rendendo la sua posizione personale ancora più salda.

Naturalmente, non è ancora dato sapere se l’operazione andrà in porto. Le valutazioni all’interno di Toyota Industries sono ancora in atto e dovranno tenere conto di molti fattori.
Al tempo stesso, una delle fonti citate da Bloomberg ha aggiunto un dettaglio di non poco conto. Nel caso in cui l’acquisto di questa azienda chiave dovesse andare in porto, a foraggiarlo non sarebbe solo il patrimonio personale del presidente di Toyota Motor Corporation. Ad integrarlo sino al raggiungimento della montagna di risorse necessarie sarebbero alcune delle più importanti banche giapponesi, a partire da Mitsubishi UFJ Financial Group Inc. A dimostrazione del favore che un’operazione di questo genere sta incontrando negli ambienti finanziari del Sol Levante.